La mia sorella mancata

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Mi sveglia di soprassalto, sentivo un suono che riconobbi dopo poco, il campanello, guardai l'ora sul cellulare che avevo appoggiato sul bordo della vasca, 20:15, 

cavolo...mi ero appisolata, uscii dalla vasca velocemente, spensi l'idromassaggio mi misi l'accappatoio e corsi alla porta, quando aprii Elena era con la schiena appoggiata al muro difronte alla mia porta 

<credevo che non ci fossi, è dieci minuti che suono > mi disse, la invitai ad entrare e gli tirai un amichevole calcio nel sedere, "la mia sorella mancata" la chiamavo. 

<ciao matta, mi ero addormentata in vasca, ormai non mi riconosco più, non so cosa mi stia succedendo> le dissi scuotendo la testa e lei mi rispose 

<e quindi questa sarebbe la tua casa? Sembra di entrare nella Galleria degli Uffizi ma quanti soldi ha questo Davis?> mi chiese divertita 

<non ne ho idea Ele>le dissi con un mezzo sorriso, ma lei era già scappata per l'appartamento in avanscoperta, come un segugio. 

Elena veniva da una famiglia umile come la mia, ci eravamo conosciute al primo anno delle scuole superiori e fu amore a prima vista, stavamo sempre insieme e ci difendevamo a vicenda quando ce n'era bisogno, non abbiamo mai permesso a nessuno di distruggere quell'equilibrio.

 Mentre girovagava la sentivo esclamare "OH CAVOLO" oppure "MA DAI", mi diressi in camera ormai completamente asciutta per vestirmi e andammo insieme in cucina per mettere qualcosa sotto i denti, lì iniziò l'interrogatorio di Elena. 

< allora raccontami un po' ...non ti sarai mica innamorata vero? Ho avuto la strana sensazione al telefono che questo Presidente ti avesse presa in particolar modo!> mi chiese diretta, senza tanto girarci intorno, ma a lei le bugie proprio non potevo dirle 

<non lo so Ele> lei fece un sorrisetto malizioso e mi disse 

<ci sei andata a letto?> 

sgranai gli occhi a quella domanda, io e Jonathan a letto insieme, beh non mi dispiaceva l'idea, lo desideravo moltissimo, ormai era il protagonista di tutti i miei sogni erotici, ma non nella realtà, 

<no Ele non ci sono andata a letto, ma non penso ad altro da pochi giorni a questa parte> ammisi 

<di farci l'amore?> 

<NO... a lui!!, beh anche di farci l'amore ma è secondario, accidenti è poco più di una settimana che lo conosco, ma cosa mi sta succedendo! > lei mi guardò con aria perplessa 

<tu sei convita di sbagliare a provare dei sentimenti vero? di non poter più credere a nessuno e vietarti così una ipotetica felicità... ci scommetto, ti conosco troppo bene!> aveva ragione, stavano proprio così le cose. 

<Elena io adesso mi voglio concentrare su me stessa e basta, il mio futuro, i miei sogni, non voglio permettere a nessuno di cambiare i miei piani.> gli dissi con tono deciso, ma a lei questo discorso non andava giù, 

<quindi tu saresti disposta a negarti l'amore, pur di non scombinare i tuoi piani? Questo è sbagliato lo sai vero?> mi aveva messo in difficoltà, non sapevo più cosa fosse giusto e cosa sbagliato, ero confusa 

<Elena io non sento di sbagliare, so benissimo cosa voglio, e arriverò alla meta, l'amore adesso non è nei miei piani. Punto> mentre dicevo quelle cose le stavo già mettendo in dubbio, odiavo sentirmi così, decisi di girare il problema ad Elena per capire come lo avrebbe gestito se fosse stata nei miei panni 

< tu come ti comporteresti sentiamo un po', dottor Stranamore> mentre le lanciai un sorrisetto di sfida, mi piaceva sfidarla e lei non tardò la sua risposta <beh, non mi farei nessun piano, vivrei questa storia giorno per giorno senza tanti problemi, la vita è una Elisa ed è bella, vale la pena viverla> era convinta di ciò che diceva lo capivo dal suo sguardo 

La Passione di un AmoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora