Mancanza di autocontrollo

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Continuammo la passeggiata , mi fece vedere il bestiame, gli orti e mi raccontò come funzionava la produzione del vino, che veniva fatta ancora chiamando manovali per la raccolta dei grappoli, poi fu la volta dell'osteria, esternamente era tutta in pietra a vista su una superfice di circa 600 mq, dentro era stupendo, in stile rustico toscano, antico, con travi in legno, pietra serena e cotto fiorentino, poi arrivammo in una grande cucina 

< Laura > gridò rivolgendosi ad una signora che stava preparando delle prelibatezze 

< Jonathan ?> rispose la signora incredula, 

< ma che sorpresa stupenda, come stai? > era entusiasta mentre lo abbracciava, subito ci chiese < avete fame ragazzi, avete mangiato?> in effetti avevo fame e Jonathan gli disse 

< siamo affamati Laura, ci prepari qualcosa di buono?> rispose 

< andate ad accomodarvi sotto il portico posteriore, ti piaceva tanto mangiarci da piccolo, ci penso io a voi > Jonathan gli sorrise e prendendomi per mano uscimmo dalla porta della cucina che dava sul retro e ci ritrovammo sotto un portico bellissimo circondato da piante di Gelsomino, dove c'erano tre tavoli e noi ci accomodammo ad uno di essi, eravamo in paradiso, lontano dai problemi e dal caos della città. 

Una ragazza venne ad apparecchiarci e dopo pochi minuti uscì Laura, con dei taglieri in legno pieni di specialità toscane: affettati, formaggi, frittate, zuppe e pane fatto in casa, 

< Laura ti voglio presentare la mia fidanzata, Elisa,> la signora mi strinse la mano e mi abbracciò, non me lo aspettavo, queste persone avevano tanto affetto per Jonathan e lo trasmettevano anche a me, 

< piacere di conoscerla, Laura> le risposi 

< il piacere è mio, conoscere finalmente la ragazza di Jonathan> e facendomi un sorriso tornò in cucina, 

< la tua fidanzata?> chiesi a Jonathan con sorpresa 

< cosa dovrei dire, la mia amica? Per me sei la mia fidanzata, non ci devo tanto girare intorno> rimasi a fissarlo mentre la ragazza ci portò una bottiglia di vino e due Calici. Jonathan voleva brindare ma io interruppi il momento e timidamente gli dissi

<Jonathan cosa mi risponderesti se ti dicessi che mi sto innamorando di te?!> lo presi alla sprovvista, lui rimase a fissarmi in silenzio, posò il calice, si alzò venne verso di me, si mise davanti a me con le gambe piegate 

< scusa, puoi ripetere quello che hai detto?> chiese incredulo 

< ho detto... che cosa ne pensi?> scherzando, avevo capito benissimo a cosa si riferiva 

<no, non quello, l'altra cosa, ti prego ho bisogno che lo ripeti, non vorrei aver capito male> mi pregava 

< ho detto che " mi sto innamorando di te Jonathan Davis" > si alzò in piedi, aveva gli occhi illuminati, era meraviglioso, mi fece alzare mi prese per mano, mi trascinò per la cucina 

< scusa Laura torniamo tra un momento tienici il cibo in serbo> e con passo affrettato, che a stento sostenevo, arrivammo in una stanza al piano di sopra della cascina, entrammo e chiuse la porta a chiave, era una camera da letto grande con due vetrate enormi che davano su una terrazza esterna, ben arredata, e senza darmi il tempo di prendere fiato mi baciò con una passione sfrenata stringendomi a se 

< dimmelo di nuovo ti prego> mi supplicò e non lo feci attendere, gli presi il viso tra le mie mani 

< Jonathan Davis Ti Amo da impazzire > lui mi strinse forte e sollevandomi mi fece roteare come se stessimo ballando,

La Passione di un AmoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora