Lobelia Malfoy

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1892 dicevano le lettere dipinte in oro. Hermione Granger, abituata com'era a cercare subito lettere e numeri ancor prima dell'immagine l'aveva notato immediatamente. 

Quella data le fece venire in mente qualcosa, solo che non ricordava cosa. Odiava dimenticarequando sapeva che era importante. Con la mente era già ad Hogwarts, Hermione. E sapeva che da qualche parte 1892 era una data essenziale.

Solo dopo tutto questo si decise a guardarla negli occhi.

Sperava che la donna non si offendesse.

Aveva uno sguardo pallido, non dissimile da quello degli altri ritratti. Solo che Lobelia Malfoy era sveglia.

Forse perché ormai Hermione Granger era la signora Malfoy a tutti gli effetti, forse perché fino a quel momento i Malfoy nei ritratti si erano limitati a seguirla in silenzio senza che lei se ne rendesse nemmeno conto, quella mattina il ritratto di Lobelia Malfoy l'aveva richiamata educatamente a se'.

Hermione, in vestaglia e prossima a scendere per la prima colazione, era rimasta di stucco.

Poi 1892, quel numero.

Lucius dormiva ancora. Era domenica. Erano sposati da una settimana esatta.

"Sai chi sono?" La voce era delicata, eterea. Lobelia Malfoy aveva capelli di un castano chiaro e lucente, erano stati immortalati in una splendida acconciatura rilucente di piccoli diamanti. Hermione deglutì. Prima del caffè, stava facendo uno sforzo non indifferente a non sbadigliarle in faccia.

"Io... ho la sua collana. Lucius l'ha voluta dare a me."

Per un instante, Hermione ebbe paura che Lobelia si mettesse a gridare. Invece la giovane donna annuì. "Non ho mai voluto che fosse venduta."

E poi la mente di Hermione, finalmente, si svegliò dal torpore.

1892, L'anno in cui era stato approvato lo Statuto Internazionale per la segretezza Magica!

Come se fosse in attesa proprio di quel momento, Lobelia Malfoy sorrise.

"Io sono, anzi ero ufficialmente l'ultima. L'ultima strega Mezzosangue nell'albero genealogico dei Malfoy."

Hermione spalancò la bocca.

Lobelia Malfoy vide la mossa successiva di Hermione, ossia scorrere con lo sguardo la galleria dei ritratti. Lobelia capì al volo. "Non troverai mio marito in questo corridoio, Hermione Granger."

Hermione tornò a studiare il ritratto.

Buchi imbarazzanti, adesso fondamentali, le si svelavano. Quanto poco sapeva della famiglia Malfoy in realtà. Quanto poco.

Lobelia Malfoy era giovanissima. Non doveva avere più di diciotto, vent'anni al massimo.

"Lui é nello studio di tuo marito. Dietro la scrivania. Non viene quaggiù che pochissime volte."

Hermione Granger si strinse nella sua morbida, calda vestaglia.

Pensò, con imbarazzo, che forse era ora di dare un'occhiata come si deve alla casa.

"Felice di aver fatto la sua conoscenza, signora Lobelia." Tentò di congedarsi Hermione. Voleva andare a fare colazione senza correre il rischio di essere scortese e forse per aspettare il risveglio di Lucius, in modo da chiedergli qualcosa di più approfondito sulla storia di famiglia. Ma Lobelia la fermò prima.

"Aspetta. Ti sei ricordata cosa significa la data qui sotto, vero?"

Senza pensarci, Hermione annuì.

"Ho assistito ai vostri patimenti, nel corso dell'ultima guerra. Più volte sono stata tentata di intervenire... ma Bellatrix Lestrange odiava la mia presenza in questa casa al punto da chiudere sempre le mie tende." Hermione notò in quel momento due pesanti tendine rosso scuro appese ai lati di alcuni ritratti. Poi Lobelia indicò un punto con la sua mano delicata.

"Ho visto il momento in cui quella donna ti ha marchiata per sempre."

Hermione Granger rabbrividì. Un istante prima aveva urgente bisogno di fare colazione, adesso le si era chiuso lo stomaco. Le tracce di quelle lettere non erano più così brutte, ma la cicatrice non se ne sarebbe mai andata del tutto. Come se avesse previsto il suo stato d'animo, Lobelia stava agendo. Hermione vide lo scollo del suo elegante abito abbassarsi... fino a scoprire un brutto segno rosso, una cicatrice che formava una scritta.

Una scritta identica a quella che Hermione Granger aveva avuto rossa e fiammeggiante sull'interno del braccio.

Mezzosangue.

"Oh, il dolore ormai non mi tormenta più." Dichiarò soavemente Lobelia, dandole ancora una volta la fastidiosa sensazione di poter leggere i suoi pensieri. Non disse chi le aveva procurato un simile regalo, ma Hermione capì dai suoi occhi che forse si riferiva al dolore fisico.

"Ho visto il tuo arrivo quando non eri che una bambina alle prese con la Pozione Polisucco, Hermione Granger. Io sono Lobelia Malfoy, la veggente dell'albero genealogico."

"Eh?!"

Buon per lei che Lobelia sorridesse, perché Hermione era sicura di avere un'aria quanto mai stupida.

"Proprio così. Sapevo che eri destinata a questo. Hermione Granger... il futuro non é scritto. Questo lo sai?"

Silenzio. Hermione era fisicamente incapace di smettere di guardare i luminosi occhi verde pallido di Lobelia. Cercava di non pensare a lei mentre scivolava di cornice in cornice, osservandola di nascosto per tutto quel tempo...

"Troverai la mia storia nella biblioteca di questo posto, nella sezione che hai sempre evitato, quella dedicata alla storia di famiglia."

"Io, mi dispiace..."

"Non scusarti. Hai cose più importanti alle quali pensare e non é necessario che tu esplori quella sezione proprio adesso. Ti basterà il volume viola scuro. Quello che parla dello Statuto Internazionale. Hermione Granger... adesso ti lascio scendere al tuo caffè. 

Sono felice che tu sia qui. Lo so che la mia collana é un po' troppo vistosa da indossare... mio marito lo sapeva, quando me l'ha donata, ma non ha voluto nulla di meno che diamanti. 

Non c'è mai stata nessuna maledizione su quella collana e tu lo dimostri. Vai Hermione Granger... sono felice che tu sia nel mio albero genealogico. 

Manterrai le sue radici sane."


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