Hermione Granger avrebbe dovuto vedere solo il soffitto dell'antica stanza, con la sua plafoniera scheggiata, e basta.
Non Lucius Malfoy, non il contorno del suo zigomo affilato mentre la baciava ancora sulle clavicole e non avrebbe dovuto sentire, in un brivido tremendo, i suoi capelli sfiorarla.
Il letto era incredibilmente vecchio e forse cedevole. Lui le rimandò un'altra di quelle sue occhiate traslucide e di nuovo, sotto il tocco discreto e tremendo delle sue dita garbate, un brivido innominabile la scosse da capo a piedi.
Oh no. Oh no, no, no, urlava il suo panico, con la voce che associava sempre alla parte più razionale di se', segno evidente di quant'era grave la situazione.
Sei impazzita? Come puoi fare una cosa del genere? Santo cielo é il tuo carceriere, smettila, smettila!
E poi la più abile delle spiegazioni, dopo tutto il trionfo della razionalità.
Sei sotto Imperio.
L'hai sottovalutato, scema come sei, ed ora sei sotto Imperio!
Hermione raccolse una quantità immane di coraggio e gli puntò le mani sulle spalle, ignorando come anche quel contatto le scatenasse altri brividi non propriamente sgradevoli.
"No. Io... si fermi! Io l'ho capito, ho riconosciuto l'incantesimo! Non sono una sciocca!"
Lucius era già immobile, senza bisogno di quell'esortazione. Perfettamente calmo almeno all'apparenza, afferrò la Bacchetta di Hermione dal comodino e la sollevò, così come sollevò l'angolo delle labbra in un sorriso paziente.
"Liberatio."
Seguì un silenzio tale che l'unico suono, in lontananza, era l'indistinto gorgogliare dell'acqua nei tubi.
L'Imperio non era mai stato scagliato, così quell'inutile contro-incantesimo cadde nel vuoto, oppure sulle rovine della realtà.
Lucius riappoggiò lentamente la sua bacchetta sul comodino, senza smettere di guardarla.
Non appena il legno toccò il tappetino, Hermione Granger allungò tutte e due le braccia, sollevò le ginocchia in una stretta assassina e si tirò addosso Lucius.
Lord Malfoy le prese il volto ardente tra le mani e la guardò come non doveva aver guardato nessuno da un sacco di tempo, sicuramente non come l'aveva guardata quando si era risvegliata sul suo pavimento, sporca, dolorante e reduce dalla furia di Bellatrix.
Hermione Granger veleggiò nel suo odore, violetta e forse menta, quasi sicuramente amido, dalla camicia che lui non sembrava nemmeno aver fatto in tempo a togliersi di dosso.
Infilò un braccio tra di loro ed armeggiò in basso, ragazza pratica qual'era stava instradando lord Malfoy senza tanti complimenti. Lui se ne accorse e decise di afferrarle le cosce, poi le caviglie, ma gli sfuggì un piccolo riso estremamente seducente.
Ancora, la distanza tra di loro si ridusse. Questa volta, Hermione Granger strinse i denti e per poco non imprecò.
Lucius la studiò, interdetto - ed immobile - ma ancora una volta gli occhi di lei erano miele disciolto in pericolosa determinazione.
La ragazza scelse proprio quel momento per rimandargli uno sguardo assolutamente letale dal basso verso l'alto, per fargli capire che avrebbe gradito annullare del tutto quelle distanze, se non gli dispiaceva.
"Pensavo che almeno tu fossi messa meglio."
"Dormendo in tenda da mesi?"
"Almeno non mi hai ancora chiamato Ron."
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Don't say a word
FanfictionHermione Granger risulta morta per mano di Bellatrix. Harry e Ron lo credono, hanno visto il suo corpo trasfigurato in un osso, sono fuggiti con l'aiuto di Dobby, convinti di averla persa. Hermione Granger é viva, prigioniera, costretta a convivere...