Ascesa

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Draco é l'unico che ha disarmato Silente prima che morisse. Se lui arriva a capirlo, lo ammazza.

Hermione finito per seguire il consiglio di Lucius Malfoy. Primo, era necessario per sopravvivere. O riusciva a schermare la propria mente a dovere oppure avrebbe reciso il fragile filo che la legava alla vita.

Secondo, non avrebbe potuto fare altrimenti.

Si sentiva in colpa. A volte - non tutte le notti Lord Malfoy la 'interrogava' si svegliava in preda al rimorso ed al senso di colpa e si domandava se in fondo non fosse tutto un incubo.

Se chiudeva gli occhi riusciva ad immaginarsi ancora in quella tenda pervasa dall'umidità, con Ron ed Harry che pensavano alla loro missione e cercavano di captare altri segni della resistenza.

Poi li apriva e sentiva solo l'odore del legno lucidato e del benzoino, lì nella sua prigione dalle quattro mura.

Seguire il consiglio di Lucius le salvò praticamente la vita il giorno in cui Bellatrix decise che ne aveva abbastanza e sfondò la porta.

Le schegge non si erano ancora depositate a terra che Hermione la sentì su di se, tutta unghie e denti e bacchetta e pugnale. Come una tigre famelica.

Urlava, e Bellatrix le colpì il labbro talmente forte che glielo spaccò.

Hermione vide il suo viso bellissimo e folle sopra di lei. Sorrideva. Ad Hermione furono sufficienti pochi istanti per capire: Bellatrix aveva cambiato tattica.

Non sarebbe arrivata alla raffinatezza di suo cognato, ma la sua aggressione mentale fu molto più dolorosa.

Hermione pensò davvero a Gopalott, alla Biblioteca di Hogwarts, ma Bellatrix era come una mano dotata di artigli e le scavava dentro. Con lo stomaco stravolto dalla nausea ed il volto ormai coperto di sangue, Hermione si rese conto di una cosa orribile: poteva sentire, mentre si proteggeva, ciò che Bellatrix portava con se'. Era come una traccia fetida, una scia di sporcizia che le stava insudiciando il cervello.

Vide Bellatrix in ginocchio di fronte ad una poltrona, in una stanza buia... l'Oscuro Signore era stato lì, al Malfoy Manor... udì i segreti che si erano bisbigliati. Sentì la voce fredda ed inumana di lui confidarglielo: era andato ad Hogwarts. Aveva profanato la tomba. La Bacchetta era finalmente, definitivamente sua. Questo era un fatto. Adesso non gli restava che scovare Potter e mettere fine al gioco. Ma doveva essere certo che il ragazzo fosse vulnerabile, finalmente. Doveva provare a se' stesso di essere il solo, vero ed unico padrone della Stecca della Morte. Doveva fugare quel dubbio atroce di non essere lui il vero padrone, metterlo a tacere per sempre. Lo avrebbe fatto lunedì' prossimo. Avrebbe preso Hogwarts.

Bellatrix era scoppiata in lacrime di gioia ed adorazione ai piedi del Signore Oscuro.

Poi Hermione perse contato con la realtà, per qualche istante le rimasero solo il dolore e la certezza che sarebbe finita in mille pezzi. Di bestie ora ce n'erano due e lottavano.

Lucius Malfoy non era capace di sbraitare, secondo lei. Nemmeno al Ministero quella notte Hermione lo aveva sentito sbraitare. Urlare si.

Ma sbraitare come in quel momento, mai.

"Che cosa cazzo pensi di fare?"

"Non ti azzardare... togli quella mano!"

Hermione aprì gli occhi e li vide lottare. Lucius le torceva il polso nel tentativo di impedirle di puntare la bacchetta.

"Esci di qui, Bellatrix!"

Un terribile sorriso sardonico si impadronì del volto bello ed altero della strega. Prima ancora di domandarsi se Bellatrix si fosse resa conto che molte informazioni le erano appena state rubate, Hermione si rese conto di quanto in fondo la sua mano fetida l'avesse frugata. D'un tratto la mangiamorte si liberò della stretta di Lucius e si erse in tutta la sua altezza.

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