Erano le quattro meno un quarto del mattino quando Lucius Malfoy si svegliò di soprassalto, come se emergesse da un lago ghiacciato.
Il sole non era ancora sorto, eppure tecnicamente la notte era già finita.
Sembrava che tutte le decisioni cruciali maturassero e sbocciassero quell'ora.
Lucius doveva aver fatto un incubo, solo che non se lo ricordava. Sapeva che si era trattato di un incubo, perché aveva dentro una sensazione orribile, nefasta. Era come il retrogusto acido dei bagordi di una notte d'alcool.
La cosa peggiore era che qualcosa dentro di lui, oltre il torpore del sonno, era sbocciato. Una consapevolezza che prima non aveva. Oppure era semplicemente sepolta sotto balli, comunicati ufficiali, strategie politiche, paura degli Hocrux e di un antico despota che non poteva morire veramente.
Un dettaglio fisico lo ricordava, Lucius. La malevolenza di qualcosa che doveva essere fuggito strisciando, quella notte, ma non di certo perché annientato.
L'uomo non indossava altro che le mutande, l'unico indumento che si fosse rimesso addosso dopo aver finito di rotolarsi furiosamente nel letto con Hermione Granger. Il letto era ancora un campo di battaglia, le lenzuola aggrovigliate. In tutto quel disastro, Hermione dormiva a pancia in sotto, abbracciando il cuscino.
Lucius la guardò, la schiena nuda abbandonata nell'incerta luce della luna, i voluminosi capelli ramati sparsi ad incorniciarle il profilo. Colse un movimento che aveva in se' il germe dell'irrimediabile. Un braccio di lei si alzò, la mano fece per salire al volto - l'aveva svegliata.
Lucius Malfoy allungò le dita dolcemente, ben prima che lei aprisse gli occhi impastati dal sonno, e le accarezzò i lunghi, scarmigliati capelli.
Vent'anni. Bella come il sole. Hermione Granger si drizzò a sedere, completamente nuda nella luce incerta della luna. Lucius Malfoy si sentì come se un busto di Fidia avesse preso vita di fronte ai suoi occhi, si sentì travolgere da quello che da molto tempo l'aveva ormai vinto, forse senza speranza. E si sentì lo stronzo più fortunato del mondo.
La stessa cosa che l'aveva indotto a mettersi tra lei ed i resti di quella orribile coppa, giù nella camera blindata dei Lestrange, era ormai una certezza per lui.
"Che...che succede?"
Sentì la voce incerta di lei, un sospiro fragile di sonno.
Lucius Malfoy deglutì, la bocca improvvisamente secca.
Non stava pensando ne' agli Horcrux, ne' al prossimo urgente disegno di legge.
Si voltò a guardarla.
"Devo liberarmene."
"Cosa... di cosa stai parlando?"
"Della Bacchetta."
Hermione Granger sbatté le palpebre e lo mise a fuoco. Lucius notò quanto si fosse fatta pallida, e l'intuito lo spinse a dire: "Non ho avuto visioni, ne' niente del genere, tranquilla. Devo aver fatto un incubo... dopo tutto quel parlare di Horcrux. Ma non me lo ricordo neppure. Non é questo il punto."
Lucius Malfoy ora era girato completamente verso Hermione.
"Prima che qualcuno capisca e provi ad assassinarmi per prendermela - e sperando che non sia troppo tardi - devo sbarazzarmene. Qualcuno mi deve disarmare. Potter mi deve disarmare."
Hermione - alle prese con gli ultimi torpori del sonno e quelle parole, annuì.
Era sconvolta. Il corpo ancora pieno dell'odore di Lucius Malfoy, gli occhi ancora velati di sonno, nonostante tutto questo anche Hermione Granger aveva via via un'espressione più consapevole.

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Don't say a word
FanfictionHermione Granger risulta morta per mano di Bellatrix. Harry e Ron lo credono, hanno visto il suo corpo trasfigurato in un osso, sono fuggiti con l'aiuto di Dobby, convinti di averla persa. Hermione Granger é viva, prigioniera, costretta a convivere...