Ambizione

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O la casa era deserta  oppure c'era un incantesimo intorno a quella stanza. Nessuna delle due ipotesi stava in piedi, anche se tutte e due sembravano plausibili visto che nemmeno l'Elfo domestico di casa era venuto a vedere se il padrone voleva il pranzo.

Forse tutti davano per scontato che Lucius stesse lavorando su di lei come meglio credeva, per ottenere il risultato.

E forse era esattamente ciò che stava facendo, a dispetto di come l'aveva presa ancora una volta, riprendendo esattamente dal punto in cui si erano interrotti. La casa, però, era sicuramente deserta.

Hermione era in quella camera da letto da così tante ore che aveva imparato a memoria le modanature e gli intarsi pesanti del letto, i decori verde pallido, ossessivo, dei gigli della tappezzeria.

Lucius Malfoy sedeva con la camicia sbottonata - era la verità, anche se l'aveva accostata al corpo. Il suo collo era bianco come se non avesse mai visto un raggio di sole in vita sua. Lei, Hermione, era raggomitolata sul letto, le ginocchia sotto il mento a guardarlo fumare. Non era oppio, ma non profumava esattamente come una sigaretta Babbana.

Quello che lui le aveva fatto - e fatto scoprire, per dirla tutta - l'aveva lasciata di nuovo languida ed esausta. Era un torpore surreale, che le stava impedendo di tormentarsi troppo il cervello.

Hermione aveva in mano dei fatti, che lo volesse o no.

Primo, dalla Bacchetta che era stata di Silente dipendeva la sopravvivenza di Harry e di tutti loro.

Secondo, L'Oscuro Signore era in possesso della Bacchetta, ma non per questo ne era il padrone.

Terzo, forse per via della frustrazione che questo gli provocava avrebbero finito per morire, semplicemente, tutti.

Eppure c'era qualcosa che ancora le sfuggiva, si nascondeva alla sua intuizione rifugiandosi negli angoli ciechi della mente.

Decise che non era il momento di preoccuparsene. Meglio concentrarsi su ciò che aveva.

Si leccò le labbra e si ravviò i capelli ramati, che ormai asciutti e sciolti erano una matassa di ricci ferocemente crespi. Poi guardò di nuovo Lucius Malfoy ed avvertì un impulso languido, sordo.

Probabilmente era spregevole per quello. Un abisso di nefandezza indescrivibile la sua anima.

"Se Draco é il vero Padrone della Bacchetta..."

Lucius reagì con violenza. "Devi per forza pontificare ed esporre concetti, ragazzina?" Il suo sibilo letale la zittì. "Ora te la faccio breve: Draco é l'unico che ha disarmato Silente prima che morisse. Se lui arriva a capirlo, lo ammazza."

"Si... si, ha ragione."

"Ma che meraviglia."

Hermione non sentiva l'impulso languido e sordo di prima intaccato da quell'esplosione sottovoce. Anzi.

Un abisso di nefandezza largo appena dodici metri, dalle mura verde ossessivo la racchiudeva, circondandola.

Si tirò il maglione sopra la spalla- indossava solo quello, un vecchio maglione sformato che le arrivava alle caviglie - si alzò e scivolò come un gatto verso Lucius. Ogni paura cancellata. Nella penombra densa di un sole che era sceso troppo presto, gli si accoccolò tra le cosce.

Lucius si immobilizzò per lasciarla passare ed Hermione semplicemente si avventò. Voleva slacciare gli inutili bottoni, immergersi nel suo calore - non pensare, non più. Lo voleva e basta.

Per molto tempo lavorò in silenzio, assaporando ogni sospiro come un premio che accresceva il piacere e la spronava a continuare.

"Otterrò quella Bacchetta, Granger. Per me."

L'aveva fatta rialzare e la conduceva a tentoni verso il letto, quando venne quella rivelazione.

Atterrando sullo scempio delle lenzuola, sulle coperte di quel nido bizzarro, Lucius Malfoy le soffocò le domande con un bacio feroce. "Si. Metterò fine a questa storia."

Ma farla tacere non era impresa facile.

"Come pensa di riuscire a farlo, con quale pretesto?"

"Nessun pretesto. Dopo di che non potrà più nulla contro di me."

"E..." Questa volta la spinta con cui lui le entrò dentro la fece urlare, urlo che venne soffocato ancora una volta - la seconda, Hermione contò che era solo la seconda - da una grande mano pronta.

"Sssh... che non lo sappiano fino a Londra come ti sto 'interrogando', cosa dici Granger?"

E che cosa ne sarà di tutti noi? Avrebbe voluto chiedere Hermione.

Ma non in quelle quasi quarantotto ore, non mentre Lucius Malfoy la scopava ancora una volta e lei invocava e desiderava che non finisse mai.

Non in quella prigione dal verde ossessivo, priva di ritratti, con il letto ridotto ormai ad un pagliericcio sfatto e vestiti dappertutto. Quello era l'abisso più nero della più dolce follia, ed Hermione la fine della fame di Lucius. Vederlo cibarsi poteva rendere la portata di quel lungo digiuno. Ma lei, Hermione, non lo stava subendo.

Ne desiderava ogni istante.

La sua anima era nera, perduta e sporca.

*

Fu un'ora dopo - erano ormai passate le nove - che tutto finì.

O meglio tutti e due si ritrovarono distesi sulla schiena nel buio, ed Hermione capì che non ce ne sarebbe stato ancora, per il momento.

Un uccello lanciò un grido stridulo, da qualche parte in giardino.

Lo stomaco di Hermione gorgogliò per la fame.

Ormai conosceva così bene la forma del cazzo di Lord Lucius Malfoy che era come averlo davanti agli occhi, anche nel buio più pesto.

E forse le loro menti erano rimaste ancora, di nuovo collegate in qualche orribile modo perché appena quel pensiero la sfiorò, Hermione sentì la sua voce languida farle eco.

"Tieni a doppia mandata quel cervello, Granger. Beh? Pensavi di essere invisibile? La Legilimanzia é un dono abbastanza sviluppato in famiglia."

"Bellatrix..."

"Bellatrix non é una Malfoy. Ti suggerisco di non pensare a quella roba se ti imbatti in mia moglie. Oh, non che importi. Ma non sbatterle in faccia il pensiero del mio cazzo."

"Santo cielo... é snervante. Immagino che anche lei avrà il suo bel da fare, però."

"No, é solo che ci pensavi con troppa veemenza. Così é facile vederlo, per me. Ma meglio quello di..."

Lei si riferiva alla storia della Bacchetta. Lui, lo stesso. Qualche ora prima, Lucius avrebbe risposto pizzicandole un capezzolo e facendola diventare debole e languida, invece Hermione lo sentì diventare di nuovo folle e guardingo.

"Nessuno al mondo deve saperlo. Nessuno. Chiaro? Pensa a tutti i libri che hai letto in vita tua. Pensa a Golpalott, pensa alle rune di Aritmanzia, anzi, pensa pure a quante volte sei venuta mentre ti scopavo. Qualsiasi altra cosa, ma non quello."

Nonostante il senso di oppressione, Hermione volle portare quel ragionamento fino alle estreme conseguenze. Non pensava che Lucius volesse solo salvare Draco e se' stesso da morte certa. Non più. Ed in effetti non aveva visto quell'aspetto di lui che per poche ore. La sua domanda era inutile, ma la fece lo stesso.

"Che cosa se ne farà?"

Lucius non le rispose a voce. Scelse invece di mandarle un pensiero, forte ed inequivocabile come se le avesse urlato di nuovo nella mente.

Semplice. La userò per sbarazzarmi di lui.

"Oh... oh mio dio..."

"Quando e se mai rivedrai Potter, vorrei almeno un 'grazie'."


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