Driiiiin driiiiin.
Aprii lentamente le palpebre, la luce che traspirava dalle tende di cotone bianco candido, mi accecava.
Mi voltai e controllai la sveglia, segnava le 7:00 del mattino.
"Diamine, già ora di alzarsi" pensai tra me e me.
«Allison, la colazione è pronta, scendi o si raffredderà!».
La voce di mia mamma mi risuonò nei timpani, come fosse la melodia di un flauto.
«Arrivo mamma, dammi un attimo!» Dissi scattando seduta sul letto.
Mi alzai, infilai i calzini e scesi a fare colazione.
«Buongiorno mamma, buongiorno papà» dissi con un sorriso.
«Buongiorno tesoro» rispose mia mamma con un grosso sorriso sulle labbra.
Mi sedetti al tavolo, l'odore dei pancake mi pizzicava il naso insieme all' odore del cappuccino.
Dopo poco, sentii scendere le scale: era Madison, mia sorella gemella.
«Buongiorno a tutti».
«Buongiorno, Maddy» rispose mio padre.
«Siete pronte per il primo giorno di scuola?» Domandò mia mamma.
«Non si è mai veramente pronti per tornare a scuola» rispose Madison ancora mezza assonnata.
«Ally, tu condividerai dei corsi con i tuoi amici, giusto?» Chiese mia mamma.
«Sì mamma, la maggior parte dei corsi li condivido con Candice e Jessica»
Appena finito di fare colazione, andai a prepararmi.
Indossai una gonna di jeans, una camicia e le mie scarpe da ginnastica bianche.
Mi pettinai i capelli castano mogano e decisi di lasciarli sciolti quel giorno.
Ricontrollai per la millesima volta la cartella e finalmente mi decisi a chiuderla definitivamente: ero ufficialmente pronta per il primo giorno di scuola.
«Allison, l'autobus ci sta aspettando, muoviti o giuro che te la fai a piedi!» Esclamò Maddy dal piano di sotto.
Scesi velocemente le scale e miracolosamente non inciampai.
Entrai nell' autobus e salutai Thomas, il conducente.
«Hey, ciao Ally!» esclamò una voce cristallina.
Candice, chi se non lei?
Mi voltai e la vidi: i suoi capelli ricciuti e biondissimi, le sue lentiggini e i suoi occhioni azzurri.
Io e Candice ci conosciamo dall' asilo e per me è come una sorella.
«Hey, Candy!» Risposi entusiasta.
Mi andai a sedere vicino a lei e notai subito dopo che, dietro di noi, c'erano Alexander e Justin.«Hey, Alex, Justin, come state?».
«Assonnati, mia cara» biascicò Justin togliendosi una cuffietta dall'orecchio.
«E quando mai tu non sei assonnato?» Rispose Alexander sorridendo.
«Dalla notte dei tempi, Moretto, ora, se non ti dispiace, vorrei riposare un po', grazie e gentilissimo come sempre».
Poggiò la testa di lato e subito lo sentii russare pesantemente.
Dopo poco, arrivammo a scuola: la San Patrick High school di Chicago.
Lì fuori incontrammo anche gli altri: Ellen, Matt, Diana e Jessica.
Li salutammo e percorremmo insieme il viale che portava in mezzo a due file di armadietti blu e tra questi, ognuno cercò il proprio.
Arrivai al mio armadietto, lo aprii, posai lo zaino all'interno e controllai quale fosse la mia prima lezione.
«Dio mio, geografia in prima ora no!» Sbuffai già esausta.
«Io ho storia alla prima ora, voglio sotterrarmi» disse Diana con la sua vocina squillante.
Squillò dopo poco la campanella e tutti ci recammo nelle rispettive aule.
Appena entrai nell' aula di geografia, mi sedetti vicino a Jessica e dietro di noi c'era Alexander.
L'aula non era cambiata di una virgola dall' ultima volta: le pareti blu, un grosso finestrone alla mia destra e soprattutto le immancabili cartine geografiche che tappezzavano l'aula.
Il sole andava dritto sul viso di Alex e i suoi occhi verdi, assomigliavano di più a due diamanti da un valore inestimabile.
«Buongiorno ragazzi» disse entrando il signor Smith.
Era vestito come al solito: una polo bianca, dei jeans blu, i suoi immancabili mocassini marroni, i suoi occhiali da vista con la montatura di ferro e la sua cartellina di tessuto blu a tracolla in cui riponeva i libri.
«Direi di cominciare subito, il tempo è prezioso».
Si sedette alla cattedra, si sistemò i baffi scuri e aprì il libro di geografia.
«Aprite il libro a pagina dieci, signorina Walker, per favore, leggi tu».
Aprii il libro e cominciai a leggere.
Quando finii di leggere, il signor Smith cominciò a spiegare.
Io nel mentre, prendevo qualche appunto e di tanto in tanto sottolineavo qualche concetto sul libro.
Quella giornata di scuola volò come se nulla fosse e così andò avanti per un mese.
Tutto era come ogni anno: scuola, uscite con il mio gruppo e così via.
Finché, non arrivò il giorno che stravolse tutto il corso delle nostre vite.
Un giorno d'ottobre, all'uscita da scuola, ci radunammo tutti nel giardino della scuola: io, Matt, Alexander, Diana, Candice, Justin, Jessica ed Ellen.
«Che dite se prima di tornare a casa, facciamo due passi?» Propose Ellen.
«Direi che è una buon' idea» disse Diana.
Così, ci incamminammo verso il parco di Chicago.
«Sapete, dicono che qui vicino c'è una casa abbandonata, che dite se la esplorassimo?» Domandò Justin.
«Non ci pensare neanche, Justin Anderson» esclamò Candice.
«E su Zuccherina, mica hai paura?» Disse Jessica.
«No, è che lo trovo stupido».
«Va bene, significa che andremo solo noi».
«E va bene vengo, vengo» sbuffò Candy.
L'idea di andare a esplorare una casa abbandonata, non mi elettrizzava molto, ma decisi comunque di andarci anche solo per pura curiosità di vedere com'era.
E così, ci avviammo verso quella casa.
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The Suicide Of Lauren Miller
Mystery / ThrillerVoi credete nel paranormale? Credete negli spiriti? No, impossibile, sono solo stupide leggende metropolitane. E invece nelle streghe? No, ovvio che no, l'umanità non ci crede, noi non ci crediamo e al solo pensiero che in realtà tutto ciò possa esi...