Capitolo 5. Non hai paura?

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Gli anni passarono in un soffio in casa Potter, a Godric's Hollow e arrivarono in famiglia anche Albus ed infine Lily.
Più i membri aumentavano, più mi sentivo emarginata.
Harry e Ginny avevano deciso, per il mio bene, di non denunciare la mia condizione al ministero della magia, la mia vita era già stata sconvolta abbastanza, non volevano che peggiorasse ulteriormente vivendo fin da piccola da eremita a causa della società.

Gli zii avevano creato una stanza nel seminterrato, c'erano giocattoli e l'ambiente cercava di replicare il più possibile un luogo familiare come la mia cameretta, d'altronde quando ero piccola il lupo non era così pericoloso e così potevo sentirmi meno "esclusa" quando venivo rinchiusa lì dentro.
Inizialmente solo Teddy e James sapevano della mia licantropia, per mia scelta. Non volevo spaventare i miei fratellini più piccoli e proteggerli dalla realtà che la loro sorella maggiore potesse fargli del male senza accorgersene.

Harry e Ginny mi facevano compagnia tutte le sere prima della luna piena per cercare di starmi vicini, poi infine mi porgevano la pozione anti lupo e se ne andavano.

Il mio rapporto con Teddy iniziò a sfaldarsi a causa del grosso trauma che gli avevo causato alla mia prima luna e dal fatto che io fossi invidiosa del suo dono...
Ho sempre cercato di nasconderlo, ma lui sapeva che provavo questa terribile sensazione.

All'età di sette anni iniziai a mostrare i miei primi poteri, questo voleva dire che ero pronta per andare ad Hogwarts di lì a poco.
La mia magia è sempre stata molto forte, più forte di quella di mio fratello, infatti Harry mi prese sotto la sua "ala da Auror" e mi insegnò moltissimi incantesimi prima del tempo, per cui andavo molto fiera, almeno questo stava andando bene nella mia vita.

Passavo moltissimo tempo nel giardino di casa, durante l'estate passavo le giornate a cercare di schiantare oggetti e dare la caccia agli gnomi.
Per la maggior parte delle volte, però ero da sola.. finché non conobbi lei, Violet.
Violet era una bambina di un anno più piccola di me, viveva a Goddric's Hollow di fianco alla nostra casa.
Non avevo mai avuto il coraggio di parlarle, stava sempre sulle sue, non raccontava mai nulla e la maggior parte del tempo lo trascorreva in casa, obbligata dalla madre a studiare tutti i giorni, voleva che eccellesse in tutte le materie che sarebbe andata a studiare ad Hogwarts.

Riuscii finalmente a parlarle un giorno d'estate.
Stava studiando in giardino ed io come al solito, facevo un rumore assordante con i miei schiantesimi.
"Per quanto ne avrai ancora con questo rumore?" Mi urlò dall'altra parte della siepe.
"Ce l'hai con me?" Risposi
"Sì. Hai finito?"
Un po' seccata risposi di impulso: "No!"
Subito dopo mi sentii in colpa e continuai:
"Scusami.. ti sto disturbando?"
"Veramente sì. Sto studiando."
"Ma non siamo ancora a scuola... perché ti stai già riempiendo la testa?"
"Perché non voglio fare la tua stessa fine, mi pare ovvio." Rispose infastidita.
Rimasi di stucco, non mi aspettavo una risposta del genere. Immediatamente mi sentii terribilmente stupida, così abbandonai la bacchetta dello zio e mi avvicinai furiosa alla siepe:
"Io mi sto divertendo, a differenza tua!"
Lei sbuffò, il suo studio ormai era stato interrotto bruscamente, tanto valeva far sentire il suo parere, si alzò di scatto e a grandi passi si avvicinò al buco che si era creato all'interno della siepe, dove c'ero io.
Poi continuò:
"Per la cronaca. Non tutti siamo stati adottati da Harry Potter in persona. Tu potrai fare quello che vuoi nella tua vita, sei ben agiata e senza problemi, cosa ti interessa se un'altra persona sta facendo qualcosa per la sua inutile carriera?"
Mi resi conto che la conversazione non stava prendendo una piega piacevole ed io ero terribilmente spaventata dai conflitti.
In fondo quel suo carattere mi piaceva molto, così risposi:
"Hey.. aspetta. Credo che siamo partite con il piede sbagliato. Facciamo un passo indietro, cosa ne dici? Mi chiamo Alice Lupin, molto piacere!"
La bimba rimase titubante se stringere la mia mano incastrata all'interno del buco nella siepe.
Mi guardò storto e senza toccarmi mi rispose:
"Violet Garden."
Un sorrisetto si fece strada sul mio volto, venne subito interrotto da Violet inferocita:
"NIENTE PRESE IN GIRO SUL MIO NOME!"
"Okay okay, scusa! Lo trovo davvero carino come nome!" Cercai di rimediare
"Lo spero... Alice."
Da quel momento iniziammo a parlare e non riuscimmo più a smettere, avevamo così tanto in comune.. sembrava l'unica a capirmi.
Io le spiegai quello che sentivo e cambiò immediatamente parere su di me.
Io invece mi persi nel suo stile stravagante, Violet, un cliché per quello che indossava, una bambina da lunghi capelli biondo platino, occhi verde smeraldo, pelle chiarissima e vestita di lilla, indossava sempre qualche vestitino chic accompagnato da un cappello vistoso adornato di fiori bianchi e violetti.
Io di fianco a lei non mi sentivo mai alla sua altezza con il mio look mascolino e trasandato.. come potevo essere bella e di classe come lei essendo cresciuta in un ambiente pieno di uomini.

Passarono quattro anni, Vi diventò la mia migliore amica in pochissimo tempo, sapeva tutto di me e io di lei. Mancava solo il mio segreto ad essere svelato.
Ma non fu molto difficile da decifrarlo a causa della mia sbadataggine.
Avevo undici anni e lei dieci, una sera perdemmo completamente a giocare, ero riuscita ad appassionarla al mio preferito: lo schianta gnomi, sua madre probabilmente mi odiava per questo.
Harry e Ginny non erano in casa, dovevano andare ad un gran gala di luna al ministero della magia. Pensarono che fossi abbastanza grande e matura da prendermi cura da sola per la prima volta della mia condizione. Si raccomandarono... senza successo perché alla vista di Violet me ne dimenticai completamente.

Giocando avvertii un fastidio al petto, ma non ci feci caso, ero ipnotizzata da Violet.
"Alice, è lì! Prendilo!" Fu l'ultima frase spensierata che mi disse.
La luna spuntò da dietro la collina, a quel punto ricordai.
Mi paralizzai.
"Alice? Tutto bene?"
'Non ho preso la pozione, dannazione' Pensai preoccupata per l'incolumità di Violet.

Ecco. Le fitte. Il malessere. Le ossa che iniziavano a spostarsi e rompersi come stecchini. Dovevo allontanarmi da lei.
Un urlo spezzò l'inquietante silenzio che si era creato.
Violet fece un balzo all'indietro, spaventata, poi si rese conto del mio dolore e corse ad aiutarmi:
"ALICE!" Urlò correndo verso di me.
I miei occhi erano probabilmente già cambiati...
Mi girai verso di lei spingendola violentemente, tanto da farla cadere a terra:
"SCAPPA VIA!"
I suoi occhi si riempirono di lacrime dallo spavento e dal capitombolo che le avevo causato.
Mi girai dolorante e corsi via verso il seminterrato.
Lei non era solita a lasciar correre così, però. Mi seguì fin giù. Tentai in tutti i modi di allontanarla, ma la trasformazione ormai stava avanzando e non potevo fare nulla se non correre più lontano possibile da lei, senza spiegazioni.
Mi raggiunse spalancando la porta, vide tutto...
Provai a fermarla l'ultima volta con un flebile:
"Scappa, ti prego... non voglio farti del male."
Urlai di dolore ancora prima che la mia voce si trasformò in un ululato.
Il mio segreto era stato svelato... Vi sapeva tutto e io non sapevo come sarebbe andata a finire.

La mattina seguente mi svegliai, sempre allo stesso modo, di fianco a me trovai il suo cappello, distrutto, fiori ovunque.. dov'era finita?
Mi preoccupai terribilmente per quello che avevo fatto, poi urlai il suo nome in una vana ricerca.
"Violet!!"
La piccola entrò timidamente dalla porta.
"Buongiorno... come stai?" Mi chiese gentilmente
Tirai un sospiro di sollievo, mi misi addosso la prima coperta che trovai e corsi ad abbracciarla.

"Come stai tu! Ti ho fatto del male?! Che cos'è successo?!"
"Mi sono nascosta, ho capito subito di cosa si trattava.. ma sono rimasta qui dietro tutta la notte, non volevo lasciarti sola."
La guardai.. la guardai per molto tempo ed in quel momento mi resi conto che non avrei saputo come andare avanti senza di lei.
Poi risposi:
"Non ti ho morsa o graffiata, vero?"
Scosse la testa in senso negativo e tirai un sospiro di sollievo.
"Quando succede devi scappare, okay? Non seguirmi mai più.. è troppo pericoloso."
Silenzio
Poi continuai
"Posso capire se non mi vorrai più vedere.."
Lei mi guardò intensamente, mi diede un bacio sulla guancia e se ne andò.

Pensai che aveva bisogno di tempo e non la cercai per qualche settimana.
Mi sentivo già terribilmente sola... ancora.

 ancora

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Figlia della Luna (Alice Lupin)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora