Capitolo 2. Va tutto bene?

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15 aprile 1998

Passarono tre giorni ed i miei genitori erano riusciti a sfuggire dalle grinfie di Greyback ed i suoi seguaci.
Tornarono al campo base, a Grimmauld Place.
Quella notte sarebbe stata luna piena, così Remus si rinchiuse nella gabbia nel seminterrato dei Black allontanandosi da noi, per la nostra sicurezza.
Tonks era abituata, tutti i mesi la stessa storia: un abbraccio, un bacio e parole di conforto per dare forza a Remus, che ogni volta impallidiva all'idea di soffrire così.
Questa volta però era diverso. Non si preoccupava per la sua condizione, ma per quella dei suoi figli: si raccomandò a Tonks di starci vicino quella notte e di tenerci sotto sorveglianza per il nostro bene. Aveva paura che potesse succederci la stessa cosa.
Poi se ne andò e mia madre rimase con noi.
Ci coccolò per tutta la sera, ma dividendo le nostre culle. Teddy sembrava felice, sereno.. io ero inquieta, continuavo a rigirarmi nel lettino e lei mi cantava ninne nanne per rasserenarmi senza successo.
Anche mia madre iniziava a preoccuparsi, la mia irrequietezza e gli occhi gialli non erano un buon segno. Temeva potessi soffrire della maledizione, non voleva che soffrissi.
Cercò di distogliere l'attenzione su quei pensieri accettando qualsiasi cosa sarebbe successa.
Scattò la mezzanotte e la luna piena era alta in cielo. Un ululato squarciò la notte ed io, ormai addormentata spalancai gli occhi.
Teddy dormiva sereno, si svegliò per via dei miei strilli, avevo iniziato a piangere senza motivo, come se avessi qualche malessere.
Mia madre accorse spaventata prendendomi in braccio, iniziò col massaggiarmi il ventre, sperando fosse la causa dei miei mali.
Dopo qualche ora mi riappacificai.. non era successo nulla.
Mia madre aveva tirato un sospiro di sollievo e non vedeva l'ora di rivedere il marito per dargli la lieta notizia.
Stavo bene, non ero afflitta dalla maledizione tanto temuta!
Mia madre, dopo che si accertò che dormissi serena, mi accoccolò nella culla vicino al suo letto e la notte passò.

La mattina seguente Tonks andò nel seminterrato per liberare il marito.
Remus sembrava più stanco del solito, come se avesse subito il doppio della solita tortura.. il lupo era stato crudele con lui, l'aveva graffiato e percosso per tutta la gabbia, come se volesse uscire a tutti i costi.
Magari sentiva il nostro odore?
Aveva ustioni su tutto il corpo, causate dalle inferriate in argento che aveva apposto lui stesso alle estremità della gabbia.
Tonks aprì il portone del seminterrato, era grande e buio, un raggio di luce solare illuminava la stanza proprio dov'era accucciato mio padre, accorse da lui trovandolo pieno di sangue e dolorante nell'angusta gabbia.
Tirò su lo sguardo percependo la presenza di Tonks, con uno scatto impossibile per la sua condizione si alzò andando vicino alle inferriate facendo attenzione a non toccarle ancora, non sembrava preoccuparsi della sua condizione:
"I bambini come stanno? Alice, soprattutto.. stanno bene? È successo qualcosa sta notte?"
Lei si fiondò addosso alla grata prendendo le mani di mio padre:
"Niente. Non è successo nulla, Moony. Sono perfettamente normali, sono speciali, ma non hai nulla di cui preoccuparti! Sono salvi!"
"Come può essere? Entrambi?? Stanno bene entrambi?!" Chiese incredulo mentre mia mamma si affrettava ad aprire la gabbia.
"Sì! Si sono svegliati solo a mezzanotte, probabilmente hanno sentito un ululato e si sono spaventati.. Alice ci ha impiegato un po' a riaddormentarsi, probabilmente non ha digerito bene.. ma poi ha dormito per tutta la notte, senza problemi!"
Remus era estasiato. Non aveva mai provato così tanto sollievo dopo una notte così dura.. i suoi figli stavano bene e non poteva essere più contento di non aver causato nulla di grave alle loro vite.

Tornarono in casa e Remus, dopo essersi lavato e vestito si fiondò ad abbracciare i propri bambini, come se non li vedesse da mesi.
Mia madre scrisse che sembrava come se non volessi dividermi da lui.
C'era un legame strano tra padre e figlia, di quelli dolci e spensierati.
Passavamo le giornate insieme ed io scoppiavo a piangere nell'esatto istante in cui lui si allontanava.
Anche mio papà non poteva vivere senza di me, era come se fosse quella parte di felicità che gli era sempre mancata nella vita.
I mesi passarono e noi crescevamo.
Teddy iniziò improvvisamente a cambiare colore degli occhi e dei capelli, questo mi faceva ridere a squarciagola quando lo faceva, una risata innocente, di una bimba che si godeva i suoi primi mesi di vita insieme alla sua famiglia speciale.

Purtroppo la guerra incombeva e molte volte venivamo lasciati a casa dei fidati Weasley durante le missioni che coinvolgevano i nostri coraggiosi genitori.
Ogni volta che uscivano la signora Weasley era terribilmente preoccupata per noi.
Così piccoli, nati in un periodo così buio e cupo. Cosa sarebbe successo se fossimo rimasti da soli?

Un giorno Molly prese coraggio parlando a Tonks:
"Ninphadora.. so che avete dei doveri nei confronti dell'ordine, ma i bambini.. dovreste essere più prudenti e rimanere di più con loro."
"Molly, non possiamo, siamo davvero a tanto così dal riuscire a vincere questa guerra.. tutti gli sforzi dei nostri compagni sarebbero stati vani se non diamo il nostro aiuto!" Rispose Tonks
"Pensaci.. aiutali a crescere in un ambiente sereno, almeno i primi anni." Continuò la signora Weasley
"No. Stiamo costruendo un futuro per loro, non possiamo abbandonare adesso l'Ordine."
"Spero solo che finisca presto, allora." Concluse senza speranze Molly.

Figlia della Luna (Alice Lupin)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora