Capitolo 1. Dove sono?

198 14 3
                                    

12 aprile 1998

Mia madre era solita tenere un diario dove annotava tutto quello che le succedeva.
Era una notte quanto più lontanamente si possa pensare dall'essere serena. La tempesta incombeva, il signore oscuro era nel pieno della sua forza ed i miei genitori si erano nascosti in una grotta, quando accadde.
Un parto gemellare non è mai stato semplice per nessuno, soprattutto gemelli speciali come me e mio fratello.
Teddy nacque 18 minuti prima di me... forse è questo che lo ha risparmiato prendendo tutti i "pregi" di mia mamma?
Nato con capelli celesti e un nasino all'insù perfetto, era un piccolo angioletto, come scrisse mia madre.
"È proprio come te..." disse dolcemente mio padre a mia madre.
"Ti sbagli Moony" rispose la mamma "ha il visino dolce come il tuo." Continuò sollevando lo sguardo verso mio padre.
"Non avrei mai pensato di arrivare a questo, ho combattuto con le unghie e faticato per te, sono stata bene e male allo stesso tempo per te e ora ho voi due." Disse con un filo di voce mia madre, era estasiata alla vista della sua nuova famiglia.
Sul viso di mio padre iniziarono a solcarlo lacrime di gioia:
"Perdonami, Tonks, non avrei mai..." gli si spezzò la voce "...mai voluto ferirti. Ora abbiamo lui e non me ne andrò mai più."
Il quadretto di famiglia si riunì in un tenero abbraccio che tranquillizzò anche il piccolo Teddy.
Non avevano mai pensato di avere figli, ne tantomeno si aspettavano che dopo 18 minuti potessi nascere io.

In quel preciso momento un allineamento di spiacevoli avvenimenti si riversò sulla mia nascita: un tuono aprì il cielo, sembrava come se fosse stato squarciato da un incantesimo così potente da estinguere l'umanità; mia madre, mentre allattava Teddy, inconsapevole di avere un'altra vita al suo interno, sentì una fitta al ventre così forte che sembrò essere causata da quel tuono tanto spaventoso, prese la mano di mio padre e la strinse così forte quasi da rompergliela.
"AH!" Urlò
"Che succede?!" Chiese spaventato Remus.
Lei continuò ad urlare senza riuscire a parlarne, mio padre capii subito e come un chirurgo esperto di affrettò a praticare la stessa procedura che aveva attuato con mio fratello poco prima.
Purtroppo il dubbio di aver subito un attacco si trasformò immediatamente in una certezza, quando dei ghermidori sfondarono l'incantesimo di protezione che aveva apportato mio padre alla caverna dove si erano nascosti.
Mio padre si girò di scatto capendo subito che cosa stava succedendo:
"Tonks corri più che puoi, nasconditi.. arriverò presto, promesso." Lei lo guardava spaventata
"Non te ne andare, ti prego!" Lo implorò
"Torno presto! Promesso." Le diede un bacio sulla fronte e sfuggì immediatamente dalla morsa ferrea della sua mano correndo a proteggere la sua famiglia dal nemico che incombeva.
La copertura saltò nell'esatto istante in cui mia mamma urlò così forte da far percepire la sua presenza anche al mangiamorte più lontano. Non capiva cosa stesse accadendo, era spaventata e dolorante, mentre mio padre combatteva con tutte le sue forze contro quei vigliacchi, lei prese mio fratello tra le sue braccia e strisciò verso il punto più profondo della grotta, piangeva, urlava.. sembrava come se stesse per morire, poi si girò sentendo l'inconfondibile bisogno di spingere e capii che stavo arrivando.
Mio papà lottò con tutte le sue forze sconfiggendo i ghermidori apportando un incantesimo di protezione più forte di quello di prima.
Questo gli diede modo di recuperare un po' di tempo e soccorrere sua moglie.
Prese in braccio il piccolo Teddy che piangeva strillando e subito dopo diede la mano a mia madre che esordì con un debole ma sereno:
"Non c'è solo Edward."
(Allora non esisteva ancora quel soprannome)
Mio padre impallidì, per un secondo ebbe quell'orribile sensazione che lo attanagliava da mesi, ma lasciò perdere tutto e tornò completamente ad aiutarla come prima.
Un ultimo urlo, poi il silenzio.
Il ventre di mia madre si sgonfiò, qualcosa era uscito ma non emetteva gemiti.
Una lacrima solcò il viso di mia madre che iniziò a chiamarmi come se già sapesse chi fossi, in attesa di una risposta.
Nulla.
Mio padre fece uno scatto felino prendendomi in braccio, non mi muovevo, non respiravo, non vivevo.
Mia madre continuava a domandare a mio padre come stessi, intanto si affrettò ad effettuare una cosa così semplice e umana da far rabbrividire un mago potente: il massaggio cardiaco, iniziò a rianimarmi senza successo.. il tempo passava e le speranze abbandonavano sempre di più l'animo di mia mamma che stringeva sempre più forte Teddy e piangeva.
Mio padre non riusciva a lasciarmi andare, continuò imperterrito per minuti finché un piccolo gemito salì dal profondo del mio corpicino minuto.
In quel momento mio padre sorrise e iniziò ad incitarmi a vivere:
"Dai piccolina! Forza!" lui era lì... loro erano lì per me e non se ne sarebbero mai andati.
"Forza!" Urlò ancora.
È buffo pensare al fatto che i bambini fino a circa 3 anni di vita non si ricordino nulla, ma quel momento io me lo ricordo, me lo ricordo eccome. Il sorriso di mio padre che continua a massaggiarmi il petto invitandomi a vivere.
Continuava e continuava finché non iniziai a piangere talmente tanto che mia madre piombò su di me rischiando di non farmi respirare ancora!
Ero viva. Viva più che mai.
"Eccola, ecco qui!" Disse commosso mio padre mentre mi abbracciava al petto.
I miei genitori non credo che abbiano vissuto un momento migliore di quello della nostra nascita, malgrado le terribili difficoltà da cui stavano fuggendo.
"È una femmina, Tonks." Disse papà.
"Passamela! Presto!" Disse felice mamma mentre allungava le braccia per prendermi, come fanno i bambini coi giocattoli.
Mia madre iniziò ad allattare anche me e tutto sembrava così perfetto. Un quadretto di famiglia modello... in una caverna.
Mio padre si tolse la giacca e me la avvolse addosso.
Non erano pronti a due bambini dopotutto...

Un altro tuono, delle urla. Era il momento di scappare.
Altri seguaci del signore oscuro ci stavano inseguendo, ma questi erano i peggiori che si potessero mai incontrare.. erano lupi mannari, capeggiati da Fenrir Greyback, il braccio destro di Voldemort ed il flagello di mio padre: lo voleva nel suo branco.
I miei genitori ci presero tra le loro braccia correndo verso un punto ancora più profondo della caverna, Teddy era con mia mamma e io ero tra le braccia del mio salvatore.
Gli uomini lupo si avvicinavano ed i miei genitori si difesero il più possibile finché un piccolo squarcio all'interno della grotta fece entrare un flebile raggio di luna, era fatta, eravamo salvi, bastava solo uscire.
"Tonks! Là!" Urlò mio padre indicando il buco nella grotta.
Poi si rigirò immediatamente sferzando incantesimi a non finire, era talmente abile e bravo che non ne sbagliava uno senza nemmeno pronunciarli. Era imbattibile.
Mia madre fece passare prima me e Teddy, poi ci seguì immediatamente con un po' di fatica, mio padre non ci passava, i lupi si avvicinavano, poi un abbaglio nato dalla bacchetta di mia madre, lo fece rimpicciolire e riuscì a fuggire insieme a noi.

Corsero per miglia nelle lande desolate della Scozia finché non trovarono una vecchia cascina babbana abbandonata.
Ci rifugiammo, finalmente un po' di pace.. certo era apparente, non era così semplice sfuggire ad un branco di licantropi dal naso sopraffino. Fortunatamente mancavano tre giorni alla luna piena.
Mia madre preparò un letto con quello che trovò nella casina e si distese distrutta, mio padre, dopo aver perlustrato la zona si assicurò che fossimo al sicuro, rientrò e si accoccolò accanto a noi.

"Sono splendidi." Disse mia madre "lui è Edward, ma questo già lo sapevamo.. il piccolo Teddy." Mia madre era estasiata alla vista del primo figlio.
Un dolce sorriso apparve sul volto di mio padre.
"Lei... lei è un miracolo, vero Remus?"
Continuò
Il sorriso si tramutò in un'espressione preoccupata.
"Tonks.. io.." disse quasi sussurrando mio padre.
"Alice. Lei sarà Alice. Cosa ne dici?" Continuò mia mamma
"Sì.. è molto bello." Rispose Remus.
Ci fu qualche istante di silenzio dove mio padre sembrava imbambolato alla mia vista, pallido, spaventato, come se avesse appena visto uno spettro.
Poi il silenzio fu interrotto da mia madre che disse:
"Cosa ti prende?"
"Nulla... ho un brutta sensazione."
Tonks accarezzò dolcemente il viso di mio padre.
"Remus qualsiasi cosa accadrà sono i tuoi figli. Sono un dono.." si girò verso di noi sorridendo "sono speciali.. entrambi!"
Dormivo accoccolata tra le braccia di mia madre.
Mio padre si sciolse alla vista, scoppiò in un pianto che miscelava la tristezza ed il dolore del suo passato alla gioia di aver concepito due creaturine dolci... ed erano lì, tra le braccia della ragazza più bella che avesse mai visto. Abbracciò Tonks come se fosse tutto ciò di cui aveva bisogno.
In quel momento mia madre aveva i capelli color lillà e gli occhi luminosi, pregni di lacrime di gioia. Era felice.
Poi sia io che Teddy, accomunati da quel misterioso legame che c'è sempre tra gemelli aprimmo gli occhi contemporaneamente e mio padre si bloccò.
Teddy aveva gli occhi più belli che avesse mai visto, di un color azzurro acceso, ricordava il cielo, era perfetto.
Poi l'attenzione si spostò verso di me, Remus mi prese tra le sue braccia e in quel momento ebbe la certezza. I suoi dubbi erano reali.
I miei grandi occhi scrutavano i suoi, iniziai a sorridere e tendergli le braccia tastando le sue guance, giocandoci.
"Moony.. sono dorati!" Esclamò Tonks.
Lui si paralizzò. Lo sapeva, ma non aveva il coraggio di ammetterlo, poi si sciolse alla mia vista ed esclamò:
"È stupenda." Si perse alla vista dei suoi bambini, poi tornò alla realtà guardando Tonks:
"Ti amo."
"Ti amo anch'io Moony. Sarai il padre migliore del mondo."

Figlia della Luna (Alice Lupin)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora