Capitolo 13. Segreti

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Un raggio di sole entrò dallo stesso lunotto da cui sorgeva la luna la sera prima, che mi colpì gli occhi svegliandomi.
Mi guardai attorno solo girando lo sguardo, senza muovere un muscolo.
Presi coscienza di dove fossi e cosa mi fosse successo, non ricordandomi ovviamente nulla di quello che era successo dopo l'ultimo ricordo che avevo del lunotto.
Mossi le gambe 'che dolore' pensai, ero tornata normale credo da poco più di una ventina di minuti, ogni muscolo tirava e le ossa mi sembravano a pezzi, poi con fatica mi tirai su ancora mezza sdraiata per terra, mi guardai attorno vedendo un disastro.
Al lupo non era piaciuto quel nuovo posto, avevo distrutto i lavandini, graffi e gravi danni ovunque.
Le mie braccia e le mie mani erano tagliate e piene di sangue.
Poi guardai a terra e vicino a me c'erano i miei vestiti, non si riconoscevano nemmeno più da quanto erano logori e strappati, ero arrivata troppo tardi nella mia gabbia e non mi ero svestita in tempo. La mia casacca nuova di zecca era distrutta, come tutto il resto... iniziai ad avere le lacrime agli occhi, mi vergognavo tantissimo per quello che avevo causato, non volevo essere pericolosa né irruente, la pozione non aveva funzionato, avrei dovuto seguire meglio le istruzioni della preside e prenderla molto prima, sicuramente quando sarebbe arrivata ad aprirmi e avrebbe visto tutto quello che avevo fatto mi avrebbe spedita nella Stamberga Strillante dalla prossima luna.

*Toc Toc* sentii rimbombare nella stanza dal grande portone.
La serratura scattò ed il portone si aprì rivelando la preside:
"Permesso? Alice? Ci sei?" Chiese un po' impaurita.
Un debole e rauco "Sì... ci sono." Uscì dalla mia bocca stanca.
Lei entrò completamente, non appena mise piede dentro si guardò intorno:
"Per la lunga barba di Merlino..." disse sbigottita e preoccupata.
Continuavo a guardare per terra, non riuscivo ad alzare la testa per affrontare la situazione.
"Alice!" Esclamò correndomi incontro.
Mi abbracciò forte... non mi aspettavo questa reazione, così materna, così dolce... accolsi piacevolmente quell'abbraccio scoppiando a piangere e singhiozzando addosso alla sua bellissima veste smeraldo.
La strinsi talmente forte che suscitai un sussulto di tristezza anche in lei:
"Cara..." sussurrò commossa accarezzandomi la testa.
Dopo quel lungo abbraccio mi allontanò tenendomi comunque le spalle, poi mi disse diretta:
"Alice. Non ti preoccupare assolutamente per quello che è successo, okay? Non mi interessa com'è ridotto questo posto, te l'ho dato apposta perché non lo utilizza nessuno" mi rassicurò, era strano che mi desse del 'tu', continuò "voglio solo il tuo bene, è chiaro?" Mi fissava dritta negli occhi senza battere ciglio.
Annuii grata.
"Come ti senti?" Mi chiese apprensiva
"Male..." dissi con un filo di voce, gli occhi pregni di lacrime e con tutta l'innocenza di una ragazzina di undici anni aggiunsi:
"Voglio la mia mamma..."
"Oh tesoro" mi rispose commossa la preside stringendomi di nuovo tra le sue braccia.
"Vuoi che contatti la signora Potter?"
"No." Mi affrettai a rispondere "non voglio che i miei zii sappiano questo... erano certi che io stessi bene, quindi non voglio farli preoccupare per nulla."
"Sei sicura?" Mi chiese un po' più severa.
"Sì..." sospirai.
"Va bene, cara." Mi disse alzandosi faticosamente "ora tu resta qui, intesi? Io vado a prenderti un'altra divisa e un panno per darti una ripulita, poi torno qui per accompagnarti in infermeria."
Annuii nuovamente tornando a sdraiarmi per terra.
"Oh no, cara" disse lei tornando a terra apprensiva, prese quello che rimaneva dei miei vestiti facendoci un cuscino e la toga strappata me la sistemò dolcemente sulla schiena, come coperta.
Mi accoccolai facendole un cenno di ringraziamento, poi se ne andò. Rimasi lì qualche minuto ad aspettarla e mi riaddormentai per qualche istante.

Sentii la porta aprirsi di nuovo, mi svegliai, stavo peggio di prima...
Non riuscii a muovermi nemmeno di un centimetro, sentivo di avere la febbre altissima ed una fastidiosa nausea.
La McGranitt tornò insieme a Madama Chips da me premurosamente scuotendomi in modo delicato pensando che stessi ancora dormendo.
Aprii gli occhi, la mia vista era appannata, non riuscivo nemmeno a capire dove fossi:
"Mamma..?" Chiesi debolmente a Madama Chips che cercava di sollevarmi da terra.
"No, tesoro, sono l'infermiera." Disse lei quasi commossa "dai, proviamo a tirarci su." Continuò aiutandomi a mettermi seduta.
Una volta seduta non riuscivo a stare dritta, continuavo a ciondolare e le due donne tentavano di tenermi.
Mi girai di colpo rimettendo per terra, era terribile.
"Oh per tutte le bacchette!" Imprecò la Chips.
Mi rigirai verso di loro disorientata, poi svenni.

Figlia della Luna (Alice Lupin)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora