WTF

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Ci mettemmo subito a lavoro, mio zio cominciò dalla carena ed io sistemai la sella e il motore. Era distrutto, c'era un piccolo tubo che faceva fuoriuscire quel maledetto fumo.

Subito dopo fece la sua rientrata lo sbruffone e si mise affianco a me.

- hei dolcezza, vacci piano - disse non appena vide come mi caricavo la sella sulle spalle.

Nel frattempo entrarono Alex e Tito. Lasciai il peso e gli risposi con tutta la rabbia che mi ero tenuta dentro dal nostro primo incontro.

- senti non so cosa pensi di me e sinceramente non mi interessa nemmeno, però evita di parlarmi o commentare tutto quello che faccio, hai capito? -

Dopo la sfuriata uscii dal box e andai a prendere una boccata d'aria. Ne avevo proprio bisogno.

- heii aspetta - Alex mi bloccò prendendomi il braccio.

- si?! -

- dovresti capirlo... tra un po' ha un'altra prova libera ed es nervoso -

- si che lo capisco! Anch'io ero sempre nervosa prima di una prova, ma non è che se una ragazza è capace di far questo lavoro, deve essere svalutata -

- allora torna lì dentro, aggiusta la moto e fa vedere a quel cojon come una ragazza può fare tutto questo per passione -

Le parole di Alex mi fecero riflettere però non pensai a cosa stessi facendo quando mi ritrovai tra le sue braccia e lui aveva una faccia tipo WTF.

Ridemmo insieme ed io andai a finire di aggiustare il motore.

L'ultima prova finì bene e si andò a classificare primo sui 24 piloti.

Appena tornò al box mi chiese scusa e ringraziò mio zio.

Alex mi venne vicino.

- hei Francisca, vieni conmigo - chiese il permesso a mio zio e mi portò nel suo box dove, non credendo ai miei occhi, trovai tutti i meccanici della Honda e mi fece conoscere quelli principali.

Uno mi guardava in modo particolare e in quel momento stava parlando con Marc.

- vieni enana - mi prese per mano e mi accompagnò da Marc e quel signore.

- piacere sono Carlo - colui che mi fissava da molto aveva un volto familiare.

- Francesca - mi presentai titubante.

- hermanito che ci fa qui? - Marc sembrò notare lo sguardo di Carlo.

Era sulla quarantina, occhi neri e capelli scuri, un po' di rughette che gli solcavano il viso ed una barba sul grigio cupo che gli contornava le labbra.

- volevo presentarle un po' di meccanici. Carlo sai? È bravissima, ha aggiustato la moto de mi hermano in poche ore juntos a suo zio - mi faceva ridere quando mischiava l'italiano con lo spagnolo.

- ah e quindi tu saresti la bellissima ragazza di cui mi parlava Marc prima, pensavo stessi mentendo - diede una pacca a Marc e quest'ultimo alzò le spalle.

Che momento imbarazzante! Divenni tutta rossa e chiesi ad Alex di andare altrove.

- ragazzi noi andiamo, ci vediamo dopo Carlo - li salutò e uscimmo.

- aspettate! - ci fermò Marc e si unì a noi.

Aveva un sorriso bellissimo, ma non riuscivo a dimenticare le cose che mi disse prima, nonostante si fosse scusato.

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