5. Undone - The Sweater Song

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Quella sera il The Grapes era tornato alla sua normalità, non più affollato come il sabato precedente, ma moderatamente pieno. Alex se ne stava poco distante dalla porta con le mani nelle tasche e una sigaretta tra le labbra. La sua terza sigaretta della giornata.
Non era certo che Asia si sarebbe presentata, ma ne era piuttosto sicuro. L'aveva osservata tutte quelle volte in cui era stato al negozio dove lei lavorava e, quelle poche volte in cui avevano parlato, gli era parsa una ragazza a posto. In più era interessante, sembrava studiare qualunque cosa la circondasse, a partire da un semplice sorriso ai movimenti di qualcuno nello spazio in cui si trovava. I suoi occhi castani, attenti ad ogni particolare, l'avevano colpito. Essere guardati da lei non era come far parte dello sfondo di una foto, ma esserne il soggetto. E questo particolare di lei gli piaceva.

Erano le otto meno dieci. Alcuni dei suoi amici erano dentro il bar, seduti ad tavolo a parlare e ridere, altri a lavorare e altri ancora già partiti per l'Università.

Lui non voleva andarci all'Università, ma ci sarebbe andato lo stesso, non per sua scelta. I suoi genitori l'avevano costretto, sebbene lui avesse tentato di fargli capire che il suo vero sogno non era fare l'avvocato o essere un professore come loro, ma andare in giro per il mondo con i suoi amici ed esibirsi davanti a migliaia di persone.

Si guardò intorno, cercandola tra la gente per qualche attimo, ma non la vide.
"Calmati Alex, sono ancora le otto meno cinque..." Pensò tra sé e sé, portando una mano alla sigaretta, dopo averne preso uno sbuffo. Cominciava a calare lentamente il buio. Buttò la sigaretta consumata e la spense, schiacciandola con un piede, lasciando uscire l'ultimo filo di fumo dalle labbra.

Mentre faceva questo, si sentì picchiettare sulla spalla, così si girò e la vide. Indossava il giubbotto di pelle che le aveva visto addosso il sabato prima, al bar dopo l'esibizione, con sotto una camicia bianca corta e jeans neri decisamente troppo larghi per lei, e le converse nere e i guanti.

"Hey! È molto che aspetti?" Chiese, sistemandosi i capelli dietro le spalle. Alex scosse la testa e le sorrise.

"No, tranquilla." Asia mise le mani nelle tasche del giubbotto e lo squadrò. Aveva dei semplici jeans e una maglia grigia, più Adidas bianche.

"Quindi?" Chiese, guardandosi intorno. "Che facciamo?" Alex le sorrise e le fece segno di seguirlo, e lei così fece.

Cominciarono a camminare in giro per la città, parlando del più e del meno, mettendosi a ridere più volte. Si fermarono davanti un camioncino che faceva panini dopo una mezz'ora. Quella sera non c'era lo stesso freddo che era stato presente gli ultimi due giorni, ma si stava bene. Un venticello tiepido li rinfrescava, mentre addentavano i loro panini. Alex la guardò qualche secondo, poi mandò giù un boccone e le si avvicinò.

"Lo vuoi vedere un posto?" Chiese a bassa voce sorridendo.

"Che posto?" Chiese lei a sua volta, mentre sentiva la curiosità prendere il sopravvento.

"Un posto che ti farà innamorare di questa città. Allora, lo vuoi vedere?"

"Sono già innamorata persa di questa città, però assolutamente sì." Alex parve sorpreso, era la prima volta che sentiva qualcuno dire di amare Sheffield. Sebbene fosse una grande città, non aveva poi tanto da offrire, in più loro vivevano solo nella periferia della città, nel sobborgo di High Green. Aveva sentito dire dai suoi amici di voler scappare al più presto da quel posto fin dall'adolescenza. E anche lui non era da meno. Sognava le grandi città, le opportunità che la capitale poteva dargli, gli stadi immensi, le persone di mentalità più aperta, la libertà più pura. Era consapevole che quelli fossero tutti stereotipi, eppure non poteva smettere di credere che da qualche parte un posto del genere esistesse. Chissà, magari anche la stessa Londra.

No Buses || Arctic MonkeysDove le storie prendono vita. Scoprilo ora