3. I Bet You Look Good On The Dancefloor

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Asia stava sdraiata sul letto a guardare il soffitto, aspettando che Jenny si decidesse ad arrivare. Sapeva che la sua amica era una ritardataria cronica, ma ormai erano già le otto meno dieci e cominciava a spazientirsi. Finalmente sentì qualcuno bussare alla porta e si fiondò all'entrata. Guardò qualche secondo dallo spioncino, riconoscendo gli occhi azzurri e vivaci di Jenny osservarla dall'altra parte con sguardo quasi divertito. Aprì la porta e si prese il tempo di ammirare la sua amica. Era oggettivamente una bella ragazza, con i capelli tinti di biondo e il fisico magro e slanciato. Indossava un vestito scollato viola e dei tacchi neri, con diverse collane al collo. Il suo trucco andava a richiamare molto quello di Avril Lavigne, cosa molto probabilmente fatta di proposito. Appena era uscita Complicated, l'anno prima, Jenny era diventata fan numero uno della cantante, cercando di imitarla in tutto. E c'era riuscita pure molto bene.

"Ma non ti sei ancora preparata?!" Chiese l'amica, sgranando gli occhi e squadrandola da capo a piedi. Asia si guardò brevemente e poi rivolse uno sguardo confuso a Jenny.

"Ma sono pronta..." Jenny la guardò con uno sguardo che lasciava intendere una frase che probabilmente si stava dicendo in testa: Ma stai scherzando?

"Assolutamente no, oggi ci andiamo a divertire e tu non verrai conciata così!" Asia roteò gli occhi. Dopotutto non era mica vestita male, con una maglia corta a maniche lunghe nera che lasciava scoperta la pancia e i cargo verde scuro, più le sue tipiche converse. "Va bene per un giorno qualunque, ma non per quando si va a ballare!" Continuò Jenny, spingendola dentro e portandola, contro la volontà di Asia, in camera. La ragazza sbuffò, lasciandosi trasportare in camera. Una volta dentro, l'amica aprì il suo armadio e cominciò a rovistare tra i vestiti. Le gettò addosso un vestito nero corto e le calze a rete.

"Mettiteli e andiamo, Aidan ci aspetta di sotto." Sentenziò Jenny, il suo tono non ammetteva repliche. Asia sbuffò e andò in bagno a cambiarsi. Una volta messo ciò che le aveva dato Jenny, uscì dal bagno.

"Posso tenermi le converse?"

"No."

"E dai, Jenny!" Jenny scosse il capo e le passò degli anfibi neri lasciati a prendere polvere accanto l'armadio da almeno un anno.

"Mettiti questi." Afferrò le scarpe, corrucciandosi, per poi mettersi seduta sul letto e infilarsele ai piedi. Si rialzò e seguì Jenny alla porta. "Hai i documenti?" Chiese la bionda, prima di uscire. Asia annuì e le due entrarono nella macchina di Aidan, posteggiata davanti la casa della ragazza.

Salutò il ragazzo che le rivolse un breve cenno con la mano, prima di partire sparato per le strade. Jenny abbassò il finestrino e allungò la testa oltre questo, permettendo al vento di scompigliarle i capelli. Portò le braccia fuori insieme alla testa e prese dei profondi respiri, guardando verso il cielo.

Asia ridacchiò, Jenny era una persona particolare. Era un tornado, ti travolgeva con le emozioni che viveva. Ti poteva riempire la vita o lasciarti con le mani vuote. Aidan le lanciò un paio di occhiate innamorate, accennando un mezzo sorriso.

Mise la testa fuori dal finestrino insieme a Jenny, ma lei si limitò a guardare la strada che le scorreva veloce sotto gli occhi. Le luci  diventavano semplici strascichi di colore, le voci delle persone si fondevano tra loro e tutti i ricordi, che aveva sparsi di qua e di là per le strade, le lampeggiavano davanti. Riportò la testa dentro la macchina e si sdraiò sui sedili posteriori, mentre Jenny rideva al cielo. In quel momento, in quel preciso istante, Asia sentì di possedere l'Infinito, mentre alla radio passava una canzone dei Muse e Jenny e Aidan ridevano tra di loro ai posti davanti, con i capelli scompigliati dal vento.

Aidan si fermò poco dietro un bar, posteggiando in una stradina poco illuminata. I tre scesero dalla macchina e si incamminarono verso il bar, notando la folla che vi era già fuori. Ragazzi, la maggior parte universitari, che fumavano, bevevano e ridevano, probabilmente per battute che potevano capire solo loro. Jenny riuscì a fare strada dentro il bar, appoggiandosi al bancone una volta dentro. Asia fece le stesso, guardandosi intorno. Le luci erano soffuse e c'era un piccolo palco davanti i tavoli già tutti occupati. Sopra il palco vi erano posizionati una batteria, un basso e due chitarre elettriche, più un microfono.

No Buses || Arctic MonkeysDove le storie prendono vita. Scoprilo ora