19. Pictures Of You

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"A che pensi?" Le dita gli vagavano per la pelle liscia del braccio, provocandole brividi per la schiena. Lei si discostò appena dal suo petto, solo per poterlo guardare negli occhi. Ogni volta che i loro sguardi si incontravano, sentiva il cuore batterle prepotentemente contro il petto. Aveva dovuto imparare ad accettare anche quella sensazione.

"Nulla." Gli posò un dolce bacio sulle labbra, per poi riappoggiare il capo sul suo petto che si alzava e abbassava lentamente, cullandola col suono del battito veloce del suo cuore. Mentiva ovviamente, non aveva idea di come spiegargli quella moltitudine di paure e ansie che le si erano annidate dentro.

Alex la osservò qualche secondo, accarezzandole lentamente i capelli che si andavano spargendosi sul suo petto nudo e spalle. Un sorrisetto gli curvò le labbra prima di afferrarla per le spalle e scambiare le posizioni, spingendola sotto di lui. Trascinò le labbra per il collo di Asia, fermandosi ogni tanto a mordicchiarle i lembi di pelle, solleticandola.

"Menti." Le sussurrò contro l'orecchio prima di afferrarle entrambe i polsi e bloccarglieli sopra il capo. La guardò dritto negli occhi, le sue labbra erano a solo un respiro da quelle di lei.

"Non è vero." Sussurò lei di rimando con un sorrisetto compiaciuto sulle labbra. La stretta attorno ai suoi polsi si strinse.

"Sei una bugiarda, Asia." Catturò le sue labbra in un breve bacio che lei ricambiò. Le liberò i polsi da quella stretta, guardandola di nuovo negli occhi. "Dai, che hai?"
Lei sospirò.

"I miei genitori." Mormorò. Non aveva mai detto nulla ad Alex, né di sua sorella, né dei suoi genitori e non aveva davvero voglia di farlo ora.
La verità era che, per quanto li odiasse, le faceva male non avere il rapporto che tanto desiderava con loro. Il solo mancato "buongiorno" ogni mattina, prima di uscire per andare a lavoro, era un pugno allo stomaco.

"Che è successo?" Si stese nuovamente di fianco a lei, nascondendo il volto nell'incavo del suo collo e circondandole la vita con un braccio.

"Niente di che, tranquillo..." Le dita le vagavano per i suoi capelli scompigliati, perdendosi tra i pensieri. Si perse nel guardarlo. Non credette di aver mai visto niente di più bello. "Sei pronto per il concerto?" Alex ridacchiò, stringendola più a lui.

"Concerto." Sospirò contro il suo collo. "Lo fai sembrare davvero importante." Asia giocherellò con i suoi capelli, sorridendo tra sé e sé.

"Lo è." Mormorò. Alex alzò gli occhi su di lei e sorrise.

"È solo una sera al Boardwalk."

"Anche i The Clash si sono esibiti lì all'inizio della loro carriera." Scrollò le spalle Alex le sorrise prima di piantarle un bacio sulla guancia e alzarsi. Si stiracchiò, per poi raccattare la maglietta dal parquet. Asia si sollevò sui gomiti, osservando la sua figura a malapena delineata dai pochi raggi del sole che filtravano dalle serrande. Si portò il lenzuolo fin sopra il naso, percependo appena l'odore del ragazzo mischiato con il suo.

"Che ore sono?" le chiese, infilandosi i jeans neri. Asia diede una sbirciata all'orologio affisso al muro dietro di lei.

"Le cinque." Rispose, stiracchiandosi e guardandolo. "Tra quanto devi andare?"
Alex le rivolse un leggero sorriso, vederla in quel modo, nuda nel suo letto, quasi troppo timida per farsi vedere da lui sebbene avessero passato l'ultima ora in quel modo, gli faceva venire le farfalle nello stomaco.

"Devo? Dobbiamo." Rispose, lanciandole la felpa nera che era rimasta appoggiata sulla sedia vicino la scrivania. "Vieni con me."
Asia ridacchiò.

"Come vuoi, Turner." Alex ridacchiò e le si fiondò addosso di nuovo, riducendoli ad una massa confusa di risate e abbracci.

No Buses || Arctic MonkeysDove le storie prendono vita. Scoprilo ora