4. The Thing

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Asia stava appoggiata al muro fuori il negozio, con la testa rivolta verso il sole che illuminava senza dare un minimo di calore. Si stringeva nelle spalle, sfregandosi le braccia scoperte con le mani coperte dai suoi soliti guanti neri. Riportò lo sguardo sulla strada, vedendo dei ragazzini giocare a pallone qualche metro più avanti. Sorrise, per poi tastarsi le tasche dei pantaloni, cercando il pacchetto di sigarette. Appena trovato, si mise una sigaretta tra le labbra e se l'accese, aspirando quanto più possibile. Lasciò uscire lentamente un rivolo di fumo dalla piccola apertura tra le labbra leggermente schiuse. Il sole stava per essere interamente coperto dalle nuvole.
Se la settimana prima il calore dell'estate pareva non voler abbandonare la cittadina, ora l'autunno cominciava a farsi sentire tra le strade.

Non riusciva a ricordare molto del sabato prima, ma sapeva per certo di aver ascoltato una delle canzoni più belle che avrebbe mai sentito in vita sua. Si ricordava perfettamente la reazione del suo corpo ai primi accordi di chitarra, al batterista che suonava così forte che ad un certo punto si chiese se gli potessero cominciare a sanguinare le mani, al basso con i suoi riff così provocatori e poi la voce dei Alex. Una voce vellutata, soffice, ma anche così graffiante. Ogni parola ti invitava a ballare, ogni accordo ti spingeva a fare una piroetta.
"Il rock non morirà mai." Pensò, aspirando di nuovo.

Buttò la sigaretta ormai finita sul marciapiede e la spense calpestandola, per poi tornare dentro il negozio. Erano ancora le nove del mattino.
"Lunedì 7 Settembre 2004, ore 09:08 a.m. I miei genitori non hanno ancora chiamato." Pensò, facendosi una telecronaca in testa. Guardò la Gibson nera posta ancora in vetrina e si avvicinò con passo felpato, afferrandola e mettendosi attorno al collo la tracolla. Non collegò nemmeno l'amplificatore, si limitò a suonare qualche accordo di The Thing dei Pixies.
Si guardò intorno per qualche secondo, accertandosi di essere sola e poi cominciò.

"I was driving, doing nothing on the shores of great Salt Lake
When they put it on the air, I put it in the hammer lane..."

Canticchiò a bassa voce, continuando a suonare. Poi sentì la campanella che declamava l'arrivo di un cliente e posò velocemente la chitarra. Camminò con fare un po' stanco verso il suono e si trovò davanti James, uno dei suoi amici, nonché migliore amico e compagno di canne di Aidan. Era un ragazzo piuttosto alto, almeno un metro e ottantaquattro. Portava i capelli biondo scuro alla Gerard Way, e aveva dei bei occhi chiari. Un accenno di barba sul mento, pareva già un uomo vissuto, racchiudendo lo stesso la vivacità della sua età.
Sorrise, vedendolo entrare.

"James!" Esclamò felice, andandogli incontro per abbracciarlo. James la abbracciò a sua volta.

"Ciao Sia, come va?" Non capiva perché accorciasse il suo nome, già troppo corto per avere un diminutivo, ma la cosa non le dispiaceva poi così tanto. "Come va, principessa?" Chiese, squadrandola da capo a piedi. James aveva passato tutta l'estate a provarci con lei, e sembrava che avesse intenzione di continuare.

"Le mie occhiaie non parlano da loro?"James scoppiò a ridere e Asia non seppe trattenersi, scoppiando a ridere pure lei. "Comunque tutto ok, tu?" Chiese, rispondendo alla domanda precedentemente fatta dal ragazzo. James scrollò le spalle.

"Tutto uguale, non posso ancora crederci di dover partire per l'Università a Novembre." Il sorriso di Asia scomparve leggermente, lasciando solo un'ombra in suo ricordo.

"Già, l'Università..." Lei non sarebbe andata all'Università, per lo meno non quell'anno. Stava bene a Sheffield e non capiva come i suoi amici volessero praticamente scappare da quel posto in cui erano cresciuti. In più le piaceva lavorare in quel negozio, le sarebbe piaciuto possederlo un giorno. Harry ormai era troppo vecchio per lavorare, con i suoi sessant'anni suonati e la faccia barbuta stanca. Una volta ne avevano parlato, del negozio. Harry non aveva intenzione di metterlo in vendita, vi era troppo affezionato. Non avendo figli però, non aveva nemmeno a chi tramandarlo, così quella volta le propose di prendere le redini il giorno in cui se ne sarebbe andato. Asia continuava a pensarci da quel giorno, e più ci pensava, più era estasiata all'idea.

No Buses || Arctic MonkeysDove le storie prendono vita. Scoprilo ora