VIII.

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"Che fai? Ti rivesti?" disteso sul letto, con le gambe in posizione comoda ed il collo inflesso allo schienale, Jeongguk fumava le sue deliziose Lucky Strike.

"Ho da fare." Claire gli sorrise; gli rivolse solo un'occhiata veloce, mentre si stiracchiava la camicia. "Devo andare a lezione."

"Non rimani un po' qui con me...?" Jeongguk spense la sigaretta nel piattino. Al suo ritorno, Namjoon lo avrebbe linciato se nel suo appartamento vi fosse rimasto anche un filo di quell'odoraccio: per questo Jeongguk spruzzava qualche goccia (o mezza bottiglietta) di Chanel n. 5.

E gattonò fino in fondo a letto. "Ancora un po' con me...?" mordendosi le labbra.

Namjoon si arrabbiava tanto con sé stesso per non riuscire a controllarsi mentre si spuzzava la sua ambrosia, e così ogni volta ne comprava una boccetta sempre più grande.

"Ggukkie, ho lezione- Ahh!!" la prese per le gambe e finirono entrambi di nuovo sul letto.

"Ancora quel vecchio e rimbambito professore omosessuale che ti piace tanto...?" la baciò.

"Ma smettila!" lo scansò giocosamente.

Erano sul letto, e dopo aver fatto sesso tutta la notte. Jeongguk non avrebbe avuto lezione il giorno dopo; Claire, invece, sì.

"Ci andrai con la mia camicia?" Jeongguk rotolò fin sopra di lei, e la guardava sempre con quell'aria da falso innamorato stralunato. Claire lo sapeva; non si aspettava troppo da un maschio. Ed era un pregiudizio che Jeongguk talvolta ignorava, per cui talvolta s'impermalosiva.

Brutto eh, Jeongguk?

"Oh! È la tua camicia?" ingenua e per finta. "Non l'avevo riconosciuta."

"È oversize su te, come fai?" ma Jeongguk era divertito. Gli piaceva star con Claire, anche se Claire lo metteva sempre in riga.

"Devo andare a lezione, Gukkie- non posso restare con te?"

"Per favore..." le fece un broncio e degli occhi dolci. "Potrò offrirti solo un'alimentazione di sperma-"

"Ew, Jeonggukkie!" e poi. "Sei schifosamente fallocentrico." incomprensibile a lui, per cui smosse un sopracciglio a mostrarle il suo dubbio.

"Che...?"

"Niente, lascia stare." Claire lo accettava così com'era.

"Claire... per favore- sei arrabbiata con me?" ancora quel broncio su di un faccino tenero e perplesso, incorniciato da un superato taglio a scodella.

"Mah... no, Gukkie- solo che... devo andare a lezione."

D'accordo. Jeongguk finì nella sua lotta per convincerla e Claire si rivestì. Se ne rimase sul letto a guardarla, mentre lei preparava il necessario per lasciare l'appartamento. Così ordinato e pulito: non era di Jeongguk, infatti. Lui era spreciso, disadatto e molto disordinato nel lasciare sempre le cose per terra. E non si spiegava come mai ci fosse l'odore estasiante del profumato Cocò francese nella stanza del disorganizzato Jeongguk, se non per coprire la puzza di fumo.

Il letto matrimoniale su cui accoglieva Claire ogni volta nemmeno era suo: le coperte troppo tirate e stirate; sapeva benissimo che la sua stanza era quella in fondo al corridoio, la stanza singola, che assomigliava per lo più ad uno sgabuzzino.

Convivo con Namjoon, il mio coinquilino e amico. Non fece una piega, quando glielo disse.

"Ci vediamo domani...?" vantava il suo petto lucido, liscio e senza nemmeno un pelo.

"Ci vediamo domani dopo i corsi." Claire si abbassò sul letto per dargli un bacio, e gli passò la mano piccola lungo tutta la sua pelle. "Ciao, bimbo."

MelRose | VKDove le storie prendono vita. Scoprilo ora