Capitolo 8:Non Voglio Essere Tua

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È un diavolo o un Angelo?... 💔

Mi sedetti sul divano e, senza pensare, misi la mia testa sulla spalla di Liam.
In quel momento ero in pace con me stessa, la sua presenza mi trasmetteva serenità.
Dopo un pò sentii la sua mano che mi accarezzava piano la testa, mi piaceva il suo tocco delicato, nessuno tranne mia madre mi aveva mai coccolata in quel modo così dolce.
"come se carina... Mia piccola Emily!"disse imitando una battuta del film.
A quella frase le mie guance si scaldarono e diventarono rosse e cominciai a gesticolare come una rimbambita, sembravo come una bambina alle prese con la sua prima cotta! Non ero abituata a ricevere complimenti, solo mia sorella me li faceva quando ero ancora piccola.
Lui notò il mio imbarazzo, mi prese il mento tra le dita e disse:"sei veramente carina quando fai così, ma perfavore, non essere a disagio con me..."
Il mio corpo , però, non sembrò comprendere la sue parole e le mie guance diventarono ancora piú rosse.
Lui notò il modo in cui avevo reagito e avvicinò il suo volto al mio. Ormai sembrava che avessi la febbre a cinquanta e mezzo per quando ero rossa, i nostri volti erano troppo vicini!
"non essere a disagio con me..." ripetè scandendo bene ogni parola mentre si avvicina ancora di piú.
Sembrava come una scena di un film, come qualcosa di irreale, cosa voleva fare?
Come se mi avesse sentito, Liam, avvicinò le sue labbra alle mie e ci baciammo. Per me fu qualcosa di mai sentito prima, ma quel momento non mi sembrò speciale, come se non fosse reale o forse io ero troppo piccola per comprendere. Era successo tutto così all'improvviso, ma io non desideravo quello, non ero pronta, ma forse lui sì. Forse lui voleva me, Emily Colin, oppure ero solo io che mi facevo inutili film mentali perchè troppo presa dal momento.
Quel momento "speciale" fu interrotto dal suono della porta che si apriva. Appena sentì quel suono Liam mi lasciò andare e io presi un cuscino ed, imbarazzata, ci immersi la testa dentro. Volevo sprofondare, non mi rallegrava l'idea che qualcuno avesse visto quello che stavamo facendo.
"...sono tornata..." disse con una voce roca mia sorella.
"ciao..." disse con indifferenza il castano.
"... Emily vai sopra..." mi ordinò.
Io, spaventata, feci subito quello che mi aveva detto. Non avevo mai visto Sophia così incavolata.
Appena arrivata al piano di sopra entrai nella mia stanza, ma non chiusi la porta. Volevo sentire il discorso tra quei due.
" decidi tu... Dammi delle spiegazioni sul perchè hai baciato mia sorella o sparisci e non ti fai mai piú vedere!!" gridò adirata.
"credo che io non debba fare nessuna di queste due cose... Io non ti devo nessuna spiegazione."
"È invece sì! Sopratutto dopo quello che è successo tra noi due! Non pensavo facessi così schifo."
"dai smettila... Non fare la paranoica..." disse mentre cerva di andarsene. Sophia, però, lo prese per il colletto della giacca e disse singhiozzando :"... Non... Non... Non ti importa niente di me? Di noi? Di lui?"
"allora..."
"sì... Hai capito bene... Quindi ora fai la tua scelta : o lasci in pace mia sorella e ti comporti da vero uomo o sparisci per sempre dalla nostra vita."
"... Io non voglio sparire, ma non mi voglio prendere la responsabilità di un errore."
"TU SEI SOLO UN EGOISTA!" gridò mia sorella.
A quel punto sentii dei passi e il rumore della porta che si apriva. Liam se ne era andato.
Non avevo capito niente di quello che si erano detti, ero solo confusa,molto confusa.
Dopo un pò decisi di smettere di pormi mille domande e chiudere la porta e rimanere sola sola a leggere il mio bel libro. Cercai nel cassetto del comodino, ma non lo trovai. Che fine aveva fatto?! Forse l'aveva preso Emma. Cosa aveva contro i libri quella lì!? Non che mi importasse veramente saperlo.
A quel punto decisi di mettermi a dormire, non avevo altro da fare e in piú erano solo le quattro del pomeriggio. Inoltre quello che era successo poco prima di aveva sconvolta e non riuscivo a togliermi dalla testa Liam, le sue labbra e il suo bacio,ma sapevo di dover dimenticare, io non l'amavo. O almeno pensavo di non amarlo.
Era ormai ora di cena e io stavo ancora dormendo.
"posso entrare?" disse una voce abbastanza dolce.
A quella frase mi svegliai e dissi:"c-certo..."
Dalla porta entrò Asia che si sedette vicino a me per poi chiedermi :"come va? Vai d'accordo con Emma?"
Quella frase mi riportò alla realtà e il sangue mi si gelò. Mi ero addormentando pensando che Emma non esistesse e non fosse la mia sorellastra e io come una stupida avevo creduto che quel sogno fosse realtà, quando avrei dovuto accorgermi che quella cosa era troppo bella per essere vera.
"...Emily...?"sussurò preoccupata.
" oh, sì... Sto bene, non preoccuparti..."dissi mentre mi riprendevo dai mie pensieri.
" mi fa piacere... Comunque la cena è pronta... "
" grazie, arrivo subito... "dissi mentre vedevo la figura di Asia uscire dalla porta.
Mi alzai dal letto, mi pettinai capelli e mi misi le ciabatte per poi uscire dalla mia stanza ed avviarmi verso il piano di sotto. Anche un altra giornata stava per concludersi, ma la mia reclusione in quella squallida gabbia non si sarebbe mai conclusa, avrei dovuto morire per non restare rinchiusa in quella galera, ma non potevo farlo, quello era peggio di non  poter essere  libera. Morire significava dare fuoco anche all'ultima delle speranze e io non volevo farlo, io volevo continuare a sperare, volevo illudermi che forse un giorno qualcuno mi avrebbe salvata,che qualcuno mi avrebbe ridato la mia libertà,che qualcuno mi  avrebbe detto "sei libera Emily".
Stavo per scendere l'ultimo scalino, ma incimpai e se non fosse stato per una mano che mi prese per la manica della felpa sarei rotolata giú fino alla cucina.
"Attenta!" disse la biondina facendosi scappare un urlo.
Tutti rivolsero gli occhi su di lei e la guardarono male, ma lei sorrise e quegli sguardi diventarono solo un brutto ricordo. Era troppo brava a mentire,nessuno poteva dubitare di lei.
"... Stai bene...?"sussurò provando ad imitare una persona preoccupata.
" sto benissimo, grazie! "esclamai mentre mi dimenavo per sfuggire alla sua presa.
" ragazze, non state impalate lì a guardare il vuoto e venite a sedervi! La cena è pronta! "urlò Sophia.
A quel punto Emma mi lasciò andare la manica della felpa e io potei, finalmente, andare a sedermi.
"vuoi una mano?" chiesi.
"no, tranquilla" mi rispose con un tono freddo mia sorella.
Si vedeva che era arrabbiata con me per la questione del bacio, non me l'aveva detto ma io l'avevo intuito. Certe emozioni si percepiscono, sopratutto se conosci da tutta la vita una persona. Io sapevo tutto di Sophia, lei per me era un libro aperto, lei era una vera sorella, noi due ci dicevamo tutto. Nel bene o nel male.
"comunque ho sapeto che domani è il tuo compleanno, Emily!" disse felice Asia spezzando il silenzio.
Quella frase mi fece smettere di battere il cuore. Io odiavo quel giorno, avrei voluto cancellarlo per sempre dalla mia vita. Quello era il giorno in cui ci eravamo trasferite a San Francisco, in quel paese che era l'inferno terrestre infestato dalle creature piú perfide e crudeli del mondo. Quello non era il mio compleanno, quello era il giorno in cui il fato aveva deciso di farmi diventare una ragazza con un anima massacrata, quello era il mio trauma piú grande, un qualcosa che non sarebbe mai guarito, mai.

ANGOLO ME~

Ciaooooo, tutto bene? Spero si sì!
Comunque se non si fosse capito il ragazzo che Emily aveva visto insieme a Sophia quel giorno era Liam. Spero che la storia vi piaccia,io ora vado a fare la pazzoide per tutta casa. Byeeee.

Fine ottavo capitolo.

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