Una verme...💔
Questo capitolo sarà dal punto di vista di Emma. Spero che vi piaccia. Buona lettura.
Emma.
Finalmente anche quella giornata di scuola era finita e io e la mia sorellina stavamo finalmente tornando a casa ;fortunatamente quel giorno Lily e le altre avevano deciso di non presentarsi a scuola,così almeno Emily era stata libera da loro, ma non degli sguardi colmi di odio di tutti quelli che incrociavano il suo sguardo. Per la prima volta mi ero immedesimata in lei e avevo visto il mondo come lo vedeva lei, ovvero un mondo totalmente corrotto pieno di paura e terrore in cui le persone non avevano nè anima nè cuore. Anche io ero stata una di loro, un mostro assetato di sangue che godeva alla vista di persone sofferenti. Piú pensavo a quello che avevo fatto ad Emily piú il senzo di colpa si insinuava dentro di me distruggendo pian piano la mia anima. Lei non si meritava tutto quello, lei aveva il diritto di vivere una vita degna di essere vissuta, lei aveva il diritto di essere felice e io invece di aiutarla nel riprendere in mano la sua vita l'avevo schiacciata con superiorità, come se fosse solo un verme. Anche se il verme ero io.
"Emma tutto ok? Ti vedo assorta nei tuoi pensieri..." sussurrò la mia sorellina ridestandomi da quei pensieri tutt'altro che felici.
"sì, io sto bene... Invece tu? Dev'essere stata dura aver avuto quegli sguardi colmi di odio fissi su di te per tutto il giorno."
"tranquilla... Ormai ci sono abituata. Mi fanno soffrire, ma vado avanti. Non voglio stare a piangermi addosso, non serve a nulla." disse puntando il suo sguardo verso il vuoto.
Si vedeva che in realtà quegli sguardi la ferivano nel profondo e che non poteva passarci sopra come se niente fosse. Per quando apatica fosse diventata restava comunque un essere umano con tanto di emozioni e sentimenti. Si vedeva che la sua anima piangeva come se tutta quella sofferenza non sarebbe mai finta,come se fosse rimasta per sempre, come un segno indelebile.
"ah... Eccoci..." dissi mentre prendevo le chiavi di casa e aprivo la porta. "Emily vieni..."
"no... Vado a farmi una passeggiata. Torno verso ora di cena."
"va bene... Ciao... Ti voglio bene..." dissi sussurrando l'ultima parola solo quando richiusi la porta.
Ero finalmente sola, o quasi. Infatti Sophia era al piano di sopra a riposarsi visto che quella mattina aveva avuto un mancamento proprio prima di andare a scuola. Avrei preferito restare del tutto sola, ma sapevo che lei non mi avrebbe dato fastidio, infondo io non ero una sua vera sorella e lei sembrava vedermi solo come una sorta di ospite, quindi non aveva il minimo interesse nel venire da me e comportarsi come se fossimo parenti o cose del genere.
Dopo un pò decisi di salire al piano di sopra e andare in camera mia. Quando, finalmente, entrai in camera mia trovai mia made seduta sulla scrivania. Appena si accorse della mia presenza si alzò dalla sedia e mi venne incontro.
"oh... Sei tornata..."
"... C-che ci fai tu qui?..." chiesi mentre indietreggiavo.
Mia madre era l'unica che riusciva a farmi quell'effetto. Mi terrorizzava. Ogni volta che mi guardava sembrava che volesse farmi scomparire, farmi morire, farmi bruciare nelle fiamme colme d'odio e di rabbia incontrollata che aveva negli occhi.
"stai ferma. Essere inutile che non sei altro." disse sputandomi addosso tutto il suo odio e il disprezzo che provava per me.
Non era colpa mia. Non era colpa mia se ero nata. Io non ero colpevole di niente, io esistevo e basta. Avrebbe potuto darmi via, avrebbe potuto abortire, ma alla fine non l'aveva fatto. Aveva solo continuato a mentire, l'aveva sempre fatto. Aveva mentito a tutti, persino a mio padre. Era tutta colpa sua; la mia vita era stata rovinata ancor prima di nascere da lei. Una donna senza scrupoli che pur di completare i suoi obbiettivi era disposta a tutto, anche di mentire a Dio.
Io l'odiavo, ma al tempo stesso ero terrorizzata a morte da lei. Quello che era in grado di fare quella donna era inimmaginabile. Già quello che aveva fatto a mio padre era tanto e la diceva lunga su cosa era realmente lei.
Non volevo rischiare di fare la sua stessa fine e non volevo rischiare di diventare come lei ;anche se infondo lo stavo diventando. Ero stata per molto tempo un diavolo per Emily, come mia madre lo era per me. Stavo diventando la copia della persona che piú temevo e che piú odiavo al mondo.
"Ti ho detto di stare ferma!" mi urlò dinuovo.
Quella volta , oltre a quell'esclamazione, sentii anche il rumore sordo di uno schiaffo.
Uno schiaffo, che certo, faceva male, ma che ormai per me era una cosa normale. Era da quando ero piccola che venivo picchiata anche per delle schiocchezze. Poi a dieci anni mio padre cominciò a bere e da lì tutto cambiò. La nostra precaria situazione familiare si distrusse e cominciò la mia scesa verso l'inferno; cattiverie dopo cattiverie, abuso dopo abuso la mia innocenza da bambina sparì e di me rimase solo un senzo di vendetta verso il mondo. Volevo vedere le persone soffrire per mano mia, così facendo sfogavo tutta la mia rabbia e il mio odio verso le persone. L'unica persona che era stata in grado di frenare questo mio odio era stata Emily;una mia povera vittima che aveva avuto il coraggio di affrontarmi e di farmi capire che non potevo colmare il vuoto dentro al mio cuore facendo soffrire gli altri.
"BASTA!" gridai riuscendo a fermare la mano di mia madre a mezz'aria. "sono stanca di tutta questa situazione. Devi smetterla. Non voglio veder andare tutto a rotoli per colpa tua. Io qui sto bene e finalmente non mi sento piú uno sputo dell'universo. Non voglio che la tua mavalgità e le tue bugie rovinino tutto. Non ti permetterò di rovinare tutto! " esclamai ribellandomi, finalmente, a mia madre e alla paura che essa mi provocava.
" oh, Emma. Sei così stupida. LORO NON TI VOGLIONO! TU RIMARRAI SEMPRE LA SOLITA FALLITA! NON TI VUOLE NESSUNO, RINUNCIACI! "
" NON È VERO! SEI TU IL MOSTRO CHE NON MI VUOLE! TU SEI SOLO UN' APPROFITTATRICE! E UN GIORNO TUTTI SE NE ACCORGERANNO E TU TE NE ANDAI PER SEMPRE DALLA MIA VITA, DALLA VITA DI TUTTI! " urlai sentendo decine e decine di calde lacrime solcarmi il viso." tu hai condotto alla rovina tutti, compresa te. Sei destinata a fallire, niente è per sempre e la tua fine è vicina. "dissi lasciando il suo braccio e uscendo dalla mia camera sbattendo con forza la porta.
Dovevo lasciarmi alle spalle il passato e guardare al futuro che si prospetteva piú luminoso che mai davanti a me. Dovevo chiudere con Asia Miller, una donna che non si meritava di essere considerata mia madre.Dopo un pò di tempo passato a leggere sulle comode poltroncine vicino alla piccola libreria di casa decisi di andare a fare una passeggiata. O meglio, volevo andare a fare una passeggiata con l'intento di trovare Emily e riportarla a casa. Erano, infatti, passate molte ore da quando era uscita e cominciavo a preoccuparmi.
Mi infilai la giacca, presi l'ombrello e uscii di casa.
Faceva freddo e il sole di quella mattina era stato oscurato da delle nuvole grigie colme di pioggia. Quel tempo rispecchiava alla perfezione il mio stato d'animo;ero triste, ma allo stesso tempo preoccupata. Non potevo farci nulla, il solo pensare che fosse successo qualcosa ad Emily mi faceva stare male. Era una persona importante per me e le volevo bene, non potevo permettere che le succedesse qualcosa. Quindi, spinta dalla preoccupazione iniziai a correre nella speranza di trovarla il piú presto possibile.Si era ormai fatta sera e la pioggia non smetteva un attimo di cadere. Avevo cercato Emily per tutto il pomeriggio, ma non l'avevo ancora trovata.
A un certo punto, però, vidi una figura simile a quella della mia sorellina salire sulla ringhiera di un ponte.
Preoccupata corsi nella sua direzione e appena arrivai abbastanza vicina a lei riuscii a riconoscerla, era lei. Era Emily.
"addio..." sussurrò lei.
"FERMA!" gridai in preda alla disperazione.
No, non si poteva buttare. Non poteva fare un atto così egoistico. Doveva pensare a Sophia, a suo padre... E a me.
"Emma..." bisbigliò mentre i suoi occhi azzurri come il cielo si riempivano di lacrime.
"perfavore non farlo..." dissi provando ad avvicinarmi ulteriormente a lei.
"scusa...".ANGOLO ME~
Ok. Oggi vi lascio con questo colpo di scena. Secondo voi Emily si butterà veramente? Emma la salverà? Lo scoprire solo nel prossimo capitolo, byeeeee
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Non Voglio Essere Tua
Fanfiction[COMPLETA~] 2000 La storia racconta di Emily, una ragazza di sedici anni trasferitasi dalla Francia alla California(San Francisco). Lei da circa un anno viene bullizzata di continuo dalle sue compagne di classe, le ricche :Lily, Emma, Chloè e Olivi...