Capitolo 13:Non Voglio Essere Tua

9 1 0
                                    

Pazzia... 💔

⚠️Attenzione questo capitolo contiene pensieri suicidi. Se siete sensibili a questo argomento non leggete⚠️

Emily

Il cielo era nero, nero come non lo avevo mai visto. Appena guardavo in basso vedevo le piccole lucine dei fari delle auto illuminare la strada sottostante. Quello sarebbe stato il mio ultimo, straziante, ricordo. Volevo buttarmi da quel ponte, volevo mettere fine a quella vita inutile. Era arrivata l'ora della mia morte, l'ora di togliere il disturbo, l'ora di rendere felici tutti.
In quell'anno avevo capito che la vita in relatà era uno schifo; mai un attimo di pace e di serenità. Solo sofferenza, una sofferenza tale da non poterla piú sopportare.
Prima io ero solo una stupida ragazzina che prendeva la vita con leggerezza, una ragazzina ingenua che non sapeva cos'era in realtà la vita. Una menefreghista, una stupida, una ribelle, ecco cos'ero io. Ecco perchè ero stata punita da Dio;perchè dovevo rendermi conto che io non ero esonerata dai fardelli della vita.
Era arrivato per me il momento di guardare in faccia alla realtà e compiere quel gesto, quel gesto che ero stata abbligata a fare, quel gesto che avrebbe finalmente messo fine alla mia inutile esistenza.
Salii su quella ringhiera e quando finalmente fui a un passo dal buttarmi nel vuoto mi aggrappai, istintivamente, al lampione alla mia destra. In quel momento un senso di paura di insinuò dentro di me e cominciai a tremare; dopo tutto anche io avevo paura della morte. Ogni essere umano ne aveva.
"non buttarti. Puoi farcela, Emily." mi ripeva una piccola e straziante vocina insinuatasi dentro di me. Piú cercavo di ignorarla piú diventava forte; quella era la paura che si faceva sentire. Una maledettissima emozione che non volevo e non potevo provare. Dovevo buttarmi. Dovevo combattere contro il terrore della morte e dovevo farlo.
Pian piano le mie mani lasciarono il lampione e, finalmente, mi ritrovai a un passo tra la vita e la morte. Un solo passo e sarei precipitata nel vuoto;sarei morta. Sospirai profondamente, come a voler esaltare il mio ultimo respiro prima di cadere nel vuoto e di diventare solo un lontano ricordo.
"Emily!!" sentii urlare.
Non ebbi bisogno di voltarmi;riconobbi subito quella voce, quella voce che avevo imparato ad odiare, ma anche ad adorare;Era quella di Emma.
"che ci fai qui?..." sussurrai in preda alla confusione.
"vorrei farti la stessa domanda! Perchè ti vuoi buttare?! Perchè vuoi fare un gesto così egoistico?! Ma non ci pensi a Sophia a tuo padre e... E a me?!"
"scusa... Ma... Ma io non ce la faccio... Ti prego, non dire niente a Sophia..."
"EMILY NON FARLO!! C'È UNA SOLUZIONE A TUTTO! ti prego... Non buttare tutto all'aria per colpa di tutto quello che ti hanno fatto quelle persone. Se non ti butti di prometto che farò di tutto per placare l'odio di Lily. Non mandare tutto all'aria... Perfavore... "mi supllicò lei con la voce spezzata dal pianto.
Non so che mi prese, ma mi riaggrappai al lampione in preda ad un attacco di panico e sentii le forze pian piano abbandonare il mio corpo. L'ultima cosa che vidi prima di svenire fu Emma che si avvicinava a me e mi prendeva per un braccio. Non c'ero riuscita;la paura aveva vinto e non ero riuscita a buttarmi da quel maledetto ponte. Perchè ero stata salvata, perchè non ero morta? Perché? Perchè non avevo avuto il coraggio? Perchè non avevo mai avuto mai il coraggio di fare niente?

Quando mi risvegliai mi ritrovai in camera mia, sul mio letto. Non volevo crederci. Ero ancora viva.
"PERCHÈ?!" gridai in preda alla disperazione.
Quella non era una storia e io non ero una di quelle protagoniste perfette che non potevano in alcun modo morire;e allora perchè? Perchè ero ancora in vita? Perchè ero stata salvata da Emma? La risposta non la sapevo,ma sentivo crescere dentro di una rabbia che mai avevo provato prima. Una rabbia scaturita dal fatto di essere stata debole, debole come tutte le volte. Debole per non essere riuscita ad ignorare le parole di Emma. Debole per aver creduto a quelle sue parole. Debole per aver ripensato al dolore che avrei inflitto con la mia morte a Sophia.
"Emily..." sussurrò qualcuno.
Quel qualcuno era Emma.
Io non mi degnai neanche di voltarmi e di salutarla. La sua presenza mi infastidiva ;era pur sempre la persona che mi aveva "salvata".
"che vuoi?" le chiesi facendole intendere che la sua presenza mi innervosiva.
"niente... È solo che... volevo vedere se ti eri risvegliata."
"ora che hai visto puoi andartene."
"no! Io non me ne vado! Ma vuoi capire la gravità della cosa che stavi per fare?! Lo so che ora sei arrabbiata con me, ma non potevo permetterti di buttarti da quel ponte. Mi dispiace, ma non potevo fartelo fare. Non potevo stare lì a guardare senza fare niente. Io ormai sono cambiata. "
" quella era una mia decisione e in quanto tale dovevi rispettarla. "
" ti sbagli! Se l'avessi rispettata non mi sarei mai perdonata di averti fatto morire senza non aver fatto nulla. Emily, perfavore, cerca di capire. "
" vattene. Non ho voglia di fare discorsi inutili. Tu non puoi capire come io mi senta. Nessuno mi può capire. Io non sono una pazza. "le dissi girandomi verso di lei e fulminandola con lo sguardo. Con il mio solito sguardo freddo e spento. Quello di una persona che non aveva piú nessuna ragione per continuare a respirare, a vivere.
" tu non sei pazza. Tu ti senti solo abbandonata e dimenticata da Dio,ma in realtà non è così perchè ci sono delle persone che ti vogliono bene e che ci tengono a te, piú di quanto tu possa immaginare. Quindi ti do un consiglio: cerca di non scoraggiarti e resta in vita per loro. "mi disse lei mentre se ne andava.
Non capivo le sue parole, anzi, non volevo capirle. In quel momento avrei voluto solo sparire, sparire nel vuoto e non tornare mai piú. Era un atto egoistico, ma non mi importava. Per una volta avrei voluto pensare a me stessa e allontarmi da tutto e tutti, per sempre. Volevo sentirmi dinuovo bene. Ne avevo il diritto. Avevo il diritto di fare quello che volevo con la mia vita. Avevo il diritto di morire senza che nessuno fosse pronto a salvarmi. Ormai ero totalmente impazzita, avevo perso il controllo di me stessa. Avevo sofferto troppo;avevo sofferto così tanto che del mio cuore e della mia anima non restava piú nulla. Solo un vago e offuscato ricordo. Ora erano la pazzia e la voglia di buttare tutto all'aria a comandare. Mi ero rotta, rotta per l'eternità e nessuno sarebbe mai riuscito a ripararmi. Nessuno.

ANGOLO ME~

Ci ho messo tantissimo a scrivere questo capitolo. Spero che vi piaccia e che possa risultare decente. Non sono molto brava a descrivere certi stati d'animo 😅. Vabbè ora vi lascio in pace. Byeeee.

Non Voglio Essere TuaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora