KIRISHIMA POV
Il cielo è ancora decisamente scuro, il sole sorge molto lentamente e non illumina più di tanto questa giornata d'autunno.
Sono le sei e, come ogni giorno, devo andare a lavorare.
Sto in un semplice bar-caffetteria: preparo caffè di ogni tipo, do come colazione dolci e salati di vario genere ed alcolici durante la sera.
Nulla di speciale e soprattutto che porti un gran profitto, ma mi permette di mantenere il mio piccolo appartamento a soli ventitré anni.
Non so per quanto ancora lavorerò qua, ma ormai sono in questo posto da più di tutti, ben cinque anni, e maggior parte delle cose le decido io.
Gestisco quasi sempre l'apertura e la chiusura, le comande e soprattutto l'arrivo degli stagisti.
Ho poi una gran parlantina, quindi mi trovo bene con praticamente ogni tipologia di cliente, dal vecchietto che viene per leggere il giornale allo studente sempre di fretta.
Comunque, una volta uscito da casa, mi dirigo a piedi verso il baretto mentre il vento autunnale mi punzecchia il viso.
Cammino lungo il marciapiede di una piccola e poco conosciuta cittadina dell'Hokkaido, raggiungendo in ben pochi minuti la destinazione segnata da un'insegna in bambù.
Afferro il mazzo di chiavi ed apro la serranda e la porta, entrando così nel posto ed accendendo le luci.
È un bar estremamente semplice e tradizionale: le pareti sono di color crema e il pavimento in legno, alla sinistra c'è il bancone illuminato dalla calorosa luce della tipica lampada giapponese, l'andon, e, davanti a questo, sono disposti tanti piccoli tavoli rotondi con un paio di sedie.
Questo posto mi rilassa davvero un sacco, ha un atmosfera così calma!
Prendo un gran respiro e, mentre attendo l'arrivo dei miei colleghi per aiutarmi con l'apertura, inizio a pulire per bene tutto il posto.
Passo scopa e straccio sul pavimento, sul grande vetro accanto alla porta, sui tavoli e sul bancone, mettendomi poi a lucidare anche la macchina del caffè.
Intento a togliere tutte le macchiette scure, sento la campanellina sopra la porta suonare, così mi volto per vedere chi fosse arrivato.
Todoroki mi augura un buongiorno lievemente stanco, i suoi sottili occhi eterocromatici mi fissano mentre continuo a pulire.
"Buongiorno a te! In orario come sempre!" esclamo sorridente notando che è arrivato alle sei e mezza spaccate.
Annuisce soltanto e và verso la porta dietro al bancone, dirigendosi molto probabilmente nello spogliatoio per mettersi la divisa.
Cosa che dovrei fare anche io ora che ci penso.
Finisco di preparare il retro del banco e, acceso anche un piccolo incenso, vado nella stessa direzione del bicolore.
Superata la piccola cucina dove prepariamo solo qualche dolce veloce, vado nello spogliatoio e mi metto davanti al mio armadietto.
"Oggi c'è il nuovo stagista, te ne occupi te come sempre?" dice ad un tratto mentre si lega alla vita il grembiule arancione.
Annuisco energicamente e mi tolgo il maglione.
"Era da un po' che non si facevano avanti dei candidati. Siamo decisamente a corto di personale e finalmente una mano in più è arrivata! Speriamo solo che il posto gli piaccia e che si trovi bene con noi"
Todoroki mugola e si avvicina a me, intanto stira con i palmi le pieghe più evidenti della maglia.
"Sai già chi è o se ha esperienza?"
"Il colloquio l'ha fatto il nostro capo, quindi non so ancora nulla. Mi ha detto solo che arriverà per le otto"
STAI LEGGENDO
Oblio {kiribaku}
FanfictionTutti ormai conoscono la storia delle yandere: quelle studentesse giapponesi così carine che sarebbero disposte anche ad uccidere per il loro amato senpai... E se invece della solita ragazzina ci fosse un giovanotto scorbutico che ha perso la testa...