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KIRISHIMA POV

I giorni passano incessanti, è come un interminabile esilio che sembra non avere mai fine.

Non esco più, non so più come sia fatto il mondo fuori da queste quattro mura che vedo ogni singolo secondo.

Perché dovrei uscire? Ormai non ho nessun apparente motivo per farlo.

Non vado più a lavorare, non ho nessun amico, il cibo me lo porta sempre Bakugo.

Sono ufficialmente vincolato a vivere all'oscurità del mondo esterno.

Sto delirando forse, ma come posso rimanere calmo dopo aver saputo di avere un amico in ostaggio?

Non posso assolutamente denunciare o morirà, ma la mia paura per il mondo esterno non mi permette di uscire e mettermi in contatto con il mio capo per far chiudere il bar.

Kaminari è vivo, lo so, ma non sta bene.

E con lui, nemmeno io dopo aver ricevuto quello strano oggetto.

{Flash-back}

Ho fatto la mia decisione di far chiudere, ma come posso convincere il mio capo?

È troppo fiducioso di potercela fare di nuovo

Mugolo pensieroso ed abbasso lo sguardo.

Bakugo non c'è, mi ha detto di essere ancora in periodo di esami e quindi viene da me solo la sera per dormire assieme e lasciarmi la mattina presto.

Poggio la nuca sul muro e distendo la schiena sulla testata del letto.

Non so più che fare, questi giorni li passo fermo così a farmi mangiare la mente dall'agonia.

Penso e ragiono su me stesso, se stia facendo davvero la cosa giusta, se stia effettivamente riprendendo in mano la mia vita.

Sospiro e mi blocco a fissare un punto vuoto sul muro.

Ho solo ventitré anni, dovrei godermi la vita ed approfittare della mia giovinezza

Eppure continuo a stare prigioniero delle mie paure

Ma anche Bakugo mi ha detto che è meglio stare a casa per ora...

Ad interrompere però i miei pensieri, è il campanello di casa che suona.

Aggrotto le sopracciglia confuso e mi metto in piedi dal letto dove ero seduto.

Non aspetto nessuno e Bakugo ha le chiavi di casa, chi può essere?

Deglutisco a vuoto e, uscito dalla mia camera, vado verso l'ingresso dell'appartamento.

Allungo la mano verso la maniglia e, con tutto il braccio che trema, l'abbasso lentamente.

Creo solo un piccolo spiraglio per sbirciare chi ci sia fuori, ma non riesco a vedere nulla.

Confuso, apro maggiormente, però anche adesso non vedo assolutamente nessuno.

Mi sporgo per guardare meglio nel corridoio, ma sento il mio piede urtare qualcosa al suolo.

Abbasso perciò lo sguardo e trovo un pacco imballato: non è grande, sarà più o meno come una mano.

Mi piego per raccoglierlo e me lo giro tra le mani, ma non vedo nessun nome o indirizzo da cui proviene.

Chiudo la porta e lo poggio sul tavolo della cucina, sedendomi poi a questo per poterlo aprire ed analizzare.

Rimuovo lo scotch che lo tiene sigillato e, dopo un respiro profondo, sollevo il piccolo coperchio.

Trovo un foglietto di carta bianca ripiegato in due per farlo stare e noto esserci scritto qualcosa sopra.

Oblio {kiribaku}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora