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June

Poco dopo il battibecco con Nate, Pamela è venuta a chiamarci perché i nostri ordini sono arrivati.

Mi siedo al mio posto e prendo il mio telefono, la situazione di prima è stata abbastanza imbarazzante. Non riesco a sostenere lo sguardo di Pam, figuriamoci quello di Vi.

La mia timidezza adesso mi sta divorando, sento le guance bollenti.
Scorro piano piano tra le chat dei miei DM, come se avessi chissà quante conversazioni. Farei di tutto per scomparire dal posto in cui sono, ma non ho molta scelta.

Quando il cameriere si appresta a portarmi le mie patatine mi tuffo completamente in esse. Ho davvero tanta fame. E posso permettermi di non alzare lo sguardo da esse per alcun motivo al mondo. 

Odio mangiare davanti ad altre persone, ma in questo momento voglio evitare occhiate strane dalle persone sedute a questo tavolo.

Dove sei June?

Il mio telefono suona alla notifica del messaggio di mia madre. Sbuffo rumorosamente e alzo gli occhi al cielo

Sono con degli amici a mangiare fuori, cosa volevi?

Chiamami quando rientri.

Quando mia mamma mette i punti alla fine della frase vuol dire una cosa sola: interrogatorio.

Non capisco perché deve essere sempre così invadente nei miei confronti. Con Luis non lo ha mai fatto...

Luis, mio fratello, ha lasciato casa nostra appena è diventato maggiorenne. Attualmente è laureato in medicina e felicemente fidanzato, vive in California. Spesso ci manda foto, niente di più. Non chiama spesso, non si fa sentire quasi mai. Mia mamma ha sofferto molto per questa cosa, motivo per il quale adesso mi tartassa e vuole sempre sapere cosa sto facendo. Ha paura che io possa allontanarmi come ha fatto già mio fratello.
Mio fratello era il ragazzo più buono del mondo, il tipico figlio che tutti vorrebbero, voti sempre altissimi a scuola e il ragazzo più educato con cui avresti potuto parlare. Non ti mancava mai di rispetto, non faceva mai qualcosa che infastidiva i miei e si ritirava sempre anche prima del coprifuoco. Era sempre presente, premuroso e pensava sempre al bene degli altri prima del suo. 
L'università che ha scelto era davvero molto lontana da noi, dal New Jersey, esattamente 42 ore.
E si, lo avevano accettato in altri stati più vicini, ma non si sa come mai lui abbia scelto proprio la California. O meglio, nessuno se lo è mai spiegato. Quando era con noi non aveva mai fatto cenno alla California, che avrebbe voluto vivere lì un giorno. La mamma però, lo aveva lasciato andare, con tutta la tranquillità del mondo. Forse perché neanche lei immaginava che quelle ore di distanza tra lei e suo figlio sarebbero durate così tanto tempo, e che sarebbero rimaste così tante per chissà quanto altro tempo..
Inizialmente chiamava spesso e se avessimo creduto alle sue parole sarebbe tornato per il natale di quell'anno. Qualche mese dopo chiamò di nuovo dicendoci che i voli erano troppo cari e che lui aveva lavorato tanto per mettere da parte qualche soldo e non chiedere niente ai miei e che non riusciva a venire. Chiuse la chiamata senza neanche salutare, senza nessun senso di colpa.

E fu in quei momenti che i litigi dei miei genitori si intensificarono. Si accusavano a vicenda di non essere stati abbastanza per Luis, che era scappato perché erano stati poco attenti e avrebbero potuto convincerlo a restare qui e non scegliere un università così lontana.

Forse è stata la prima volta, in tutta la sua vita, che ha messo davanti ai nostri genitori il suo di bene. Finalmente ha potuto scegliere se stesso, la sua vita e la sua felicità. Ha rinunciato a fingere la serenità che da tempo non c'era più in casa nostra. Spero solo che di tanto in tanto ci pensi, a noi. Alla sorellina a cui aveva promesso la sua presenza per sempre..

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