Il pranzo fu abbastanza lungo. Da mangiare c'erano: come primo spaghetti al pomodoro, come secondo hamburger, poi insalata e pomodori.
Niente era obbligatorio ovviamente, se volevi mangiare solo gli spaghetti ad esempio, potevi farlo. Io mangiai quelli e dei pomodori. Mentre me ne ficcavo uno in bocca, mi venne in mente la mia amica Elizabeth. Lei una volta mi disse:
"Non so perché ma non riesco a mangiare la frutta e la verdura rosse. Ad esempio la salsa di pomodoro mi piace, ma i pomodori da soli o nell'insalata, proprio non li riesco a mangiare. L'unico frutto rosso che mi piace é l'anguria". Quando me lo disse scoppiai a ridere e le dissi: "Certo, l'anguria é per metà acqua" e anche lei si mise a ridere.
Peccato che non saremmo state nella stessa scuola. Lei avrebbe fatto moda, e io studi classici. Sperai che la nostra amicizia potesse resistere lo stesso.
Era luglio.
Era passato solo un mese dalla fine della scuola, eppure mi mancavano tantissimo la sua frangia sbarazzina, i capelli ondulati marroni e i suoi occhi verde smeraldo che cercava sempre di nascondere dietro agli occhiali.
Mi mancava la mia migliore amica.
Chissà se anche io le mancavo.
Ad ogni modo, finito il pranzo Desirée e Denise ci dissero che potevamo fare quello che volevamo fino alle quattro. Io giocai a scacchi con delle ragazze del campo e continuai a leggere il mio libro: "Madame Bovary". L'avevo trovato in soffitta qualche settimana prima che cominciasse il campo, e la copertina scolorita e le pagine gialle furono l'unica cosa che mi incitó a leggerlo.
Alle quattro ci fu la merenda, che era pane e nutella, e del succo delle mele che le cuoche avevano raccolto dagli alberi del giardino. Il giardino immenso del Dikya a un primo sguardo poteva sembrare l'Eden: tutti gli alberi davano frutti diversi, c'erano ciliegi, peschi e tanti altri alberi dai frutti anche bizzarri, come il mango che non avevo mai assaggiato.
E io stavo bevendo del succo fatto con il frutto proibito.La giornata si concluse con un falò in mezzo al giardino mentre mangiavamo arrosticini e patate lesse. Non avevo fatto qualcosa di speciale o faticoso, eppure la sera mi sentii sfinita. Mi lavai velocemente i denti e mi buttai sul letto. Ero così stanca che mi accorsi dopo venti minuti che non avevo il pigiama. Stavo per togliermi i vestiti e mettermelo quando qualcuno bussó. Andai ad aprire, ma probabilmente non avrei dovuto.
Avevo davanti Selyn.
Dissi: "Che ci.." non completai la frase perché mi tappó la bocca con una mano, la sinistra, mentre con la destra mi fece segno di stare in silenzio.
Mi arresi e lo lasciai entrare. Solo quando chiuse la porta alle sue spalle levò la mano dalla mia bocca. Allora completai la frase: "Che ci fai qui?", lui sorrise e mi disse:
"Ti sono venuto a trovare Cry, non sei contenta?"
"Ma perché? Hai qualcosa da dirmi?"
"Dai parliamo un po', a voi ragazze non piace fare gossip?" rispose.
"Beh, non a tutte" dissi.
Mi guardò annoiato alzando gli occhi al cielo, poi mi prese le spalle e mi buttó sul letto. Si sedette sul bordo e disse con voce seria:
"A che gioco stai giocando?"
"In che senso?"
"Non fare finta di niente Campbell, ti atteggi tutta carina con me, e poi cadi ai piedi di Axel"
"Io non cado ai piedi di Axel, non cado ai piedi di nessuno, tengo la testa alta, non come certe galline".
Feci una pausa.
Dopo poco assorbii meglio le parole di Selyn, mi accorsi che non l'avevo mai visto parlare con Axel, quindi con tono sorpreso domandai: "Conosci Axel?"
Fece una smorfia di disgusto e poi disse: "É il mio fratellastro".
Silenzio.
"Fa finta di non conoscermi e prova a rubarmi amici e conoscenti. Non farti ingannare. E sappi che ti tengo d'occhio". Mi lanciò uno sguardo intenso mentre mi teneva una mano con forza, come se non la volesse lasciare. Poi dopo un po' la lasciò e se ne andò via, chiudendo la porta dietro di sè con delicatezza, per non fare rumore.
Quella notte non avrei dormito più di tanto.

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Dikya
DobrodružnéUn campo estivo e molti segreti. Una piscina "senza fondo" con una storia dimenticata da tutti. Una storia dimenticata quasi da tutti. E segreti che non rimarranno tanto a lungo segreti.