Mi portò al quarto piano dove c'erano molte camere, tutte dei ragazzi. Axel aprì una porta e mi buttò dentro alla stanza. Non accese la luce, disse solo:
"Senti, te l'ho già detto, ma te lo ripeto: se non vuoi starmi vicino per paura che Mia si arrabbi non ti devi preoccupare, ok? Potrei tranquillamente dire che la amo, ma sarebbe una bugia bella e buona". Rimasi in silenzio.
"Cry, ti volevo chiedere una cosa.. ti interessa mio fratello? Anzi, il mio fratellastro?".
"No" risposi, cercando di tenere un tono normale.
"Perché?" chiesi.
"Boh, così per sapere" rispose lui. C'era troppo buio, e rispetto alla mia stanza, quella che avevo intuito fosse la sua era molto più piccola.
Non riuscivo a respirare.
Aprii la porta e corsi giù per le scale.
Quando arrivai in giardino mi guardai attorno, e scorsi qualcosa di strano sull'edificio. Non capivo cosa e dove fosse. Guardai in alto: sul tetto sporgeva qualcosa. Ero abbastanza confusa, il Sole picchiava perciò non é che ci vedessi granché, allora andai a chiamare Sel che stava leggendo un libro all'ombra del pesco. Appena guardò in alto divenne bianco come un foglio di carta.
"Secondo te cos'è?" domandai.
Mi guardó tremando un po' e tentando un sorriso mi disse:
"Non so, è probabilmente qualche vestito che hanno appeso le proprietarie per farlo asciugare prima, oggi dopotutto c'è un bel Sole".
Non ci credeva nemmeno lui a quello che stava dicendo. Tornai a fissare quella cosa.
Non c'era più.
Eppure ero sicura, aveva una forma un po' ovale, ma soprattutto c'era. Non poteva essere scomparsa così. Continuai a guardare sperando che ricomparisse, ma niente. Di una cosa ero certa però: non era stato un miraggio. Anche se Sel mi aveva detto una balla, comunque non aveva negato che ci fosse, l'aveva visto anche lui. E probabilmente sapeva anche cosa fosse.
Passò del tempo, che io ovviamente trascorsi a dormire in giardino. Arrivò l'ora della merenda e mangiai un panino, stavolta con la marmellata. Recuperai ancora un po' di sonno che avevo speso nel fare ricerche stupide, e poi arrivó l'ora di cena.
Da mangiare c'erano pasta al ragù, e cetrioli per secondo. Non facemmo il falò, mangiammo nella sala da pranzo. Seduto alla mia destra c'era Selyn e a sinistra Axel. Axel non smise di guardarmi per un secondo, mentre Selyn cercava di evitare il mio sguardo. Probabilmente aveva intuito che io sapevo che quello sul tetto non era un capo di abbigliamento. Cercai continuamente di parlargli per vedere se mi evitava, ma non mi evitava, rispondeva alle domande che facevo, solo che non mi guardava negli occhi. Anche se aveva finito il piatto si ostinava a guardarlo, voleva proprio evitare il mio sguardo.
Finita la cena andammo verso le stanze, la mia era al secondo piano mentre quella di Sel era al terzo. Gli dovevo per forza parlare, perciò arrivati al secondo piano lo bloccai, e per fare in modo che mi guardasse negli occhi lo presi per il colletto della camicia e gli dissi:
"Stasera vieni in camera mia alle nove e un quarto".
Mi fissò intensamente e poi annuì.

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Dikya
AventureUn campo estivo e molti segreti. Una piscina "senza fondo" con una storia dimenticata da tutti. Una storia dimenticata quasi da tutti. E segreti che non rimarranno tanto a lungo segreti.