𝕾𝖑𝖞𝖙𝖍𝖊𝖗𝖎𝖓 𝕳𝖔𝖓𝖔𝖗 ~ 𝕻𝖗𝖔𝖒𝖊𝖘𝖘𝖊

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Per Evan il nodo alla cravatta era sempre stato una tortura e in sette anni di Hogwarts non ricordava un solo giorno in cui fosse stato lui a farsela manualmente. C'era un incantesimo per quello, abbastanza semplice perchè ogni mago rispettabile potesse eseguirlo all'occorrenza ma a lui non era mai piaciuto. C'era qualcosa di diverso e meccanico in quell'incantesimo che glielo faceva odiare. Era sempre stato Regulus a fargli il nodo della cravatta, ogni giorno per sette lunghi anni e ora non avrebbe più potuto farlo. Scacciò a forza le lacrime che minacciavano di uscire e si costrinse a smettere di tremare. La sua figura allo specchio sembrava guardarlo con sprezzo.

Dovevi proteggerlo e ora è morto.

Il suo completo nero improvvisamente gli sembrava troppo stretto, così come lo era il collo della camicia bianca tra le sue mani mentre trafficava per annodarvici la cravatta. In un attacco di rabbia la gettò a terra prima di fare lo stesso con la giacca e scaraventarsi contro lo specchio.

Regulus Black era morto e ogni pugno che si infrangeva sullo specchio sembrava deriderlo.

è colpa tua. tu dovevi proteggerlo

Voleva urlare, piangere, sfogarsi e invece sapeva che non avrebbe potuto. C'era tempo per affrontare quel lutto in privato. Ora doveva andare lì. Al funerale. Pensava avrebbe assistito a grandi cerimonie come era tipico dei Black e invece non fu così. C'erano poche persone, tutti membri della sua famiglia e nessuno sembrava minimamente scosso. Quando Evan vide sua madre dovette trattenersi dal saltarle addosso mentre la donna lo guardava con studiata freddezza. Anche lei nella sua austerità sembrava incolparlo così come sua cugina Narcissa, fasciata in un elegante abito nero e posizionata di fianco al suo novello sposo, Lucius Malfoy. La ragazza distolse lo sguardo da lui prendendosi in grembo le mani in un tentativo di farle smettere di tremare. Evan le si avvicinò spinto da qualcosa che lui stesso non sapeva definire.

- Le mie condoglianze -. Suonava strano dirlo, come se fosse l'ammissione di qualcosa che non riusciva ancora a comprendere. Narcissa strinse le labbra in una linea severa prima di voltarsi verso il marito.

- Lucius caro, puoi lasciarci soli - la sua voce era pacata ma lo sguardo irremovibile e l'uomo si allontanò educatamente non prima però di lasciarle una carezza sulla guancia. Quando furono soli tutta la sua cordialità sparì lasciando posto ad una fredda rabbia.

- Voglio che tu sappia che è tutta colpa tua - ogni parola fu come una pugnalata e Evan indietreggiò, colpito.

- Tu e le stupide idee che gli hai messo in testa- continuò glaciale. Lui aggrottò la fronte, le sue parole che gli vorticavano in testa prive di senso. Provò a parlare ma Narcissa non gliene diede il tempo.

- Non te l'ha detto nessuno, vero? - Il suo sguardo ora era sorpreso. Si lasciò andare ad un'amara risata.

- E io che pensavo...- cominciò prima che le si incrinasse la voce. Il suo viso si scaldò di rabbia

- Vuoi dirmi che non lo sai? Il motivo per cui è morto? - aveva alzato la voce e le poche persone presenti nella sala stavano sentendo tutto.

- Narcissa non un'altra parola - proruppe la voce di Walpurga. Lei la guardò carica d'odio.

- Era tuo figlio - urlò indignata.

- No, era solo un traditore - ribattè lei poi si portò una mano davanti alla bocca, soffocando un lamento e girandosi di scatto.

- Era solo un traditore - ribattè con più convinzione spezzando il silenzio della sala. Nei pochi racconti che Evan aveva sentito su di lei, era sempre stata il mostro e riusciva a vederla, nonostante tutto, mentre torturava il suo stesso figlio per un semplice sgarro e lo obbligava a rispettare standard impossibili eppure vedeva anche qualcos'altro. Il dolore di una madre che ora era sola, la consapevolezza che entrambi i suoi figli le avessero voltato le spalle e in quel momento Evan capì.

𝕾𝖑𝖞𝖙𝖍𝖊𝖗𝖎𝖓 𝕳𝖔𝖓𝖔𝖗 ~ 𝒜 𝑀𝒶𝓇𝒶𝓊𝒹𝑒𝓇𝓈 𝐸𝓇𝒶 𝒮𝓉𝑜𝓇𝓎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora