𝕾𝖑𝖞𝖙𝖍𝖊𝖗𝖎𝖓 𝕳𝖔𝖓𝖔𝖗 ~ 𝖁𝖊𝖗𝖎𝖙à 𝕬𝖘𝖘𝖔𝖑𝖚𝖙𝖆

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Barty era immobile sulla soglia di una casa che non gli apparteneva. Si sentiva sbagliato lì, immeritevole dello sguardo preoccupato che Evan gli stava riservando dal centro del monumentale ingresso di casa Rosier. Fenton era morto l'anno prima e Evan aveva ereditato tutto, dalle immense ricchezze e tutte le proprietà, inclusa la magione in centro a Londra dove adesso si trovavano. Barty aveva sempre vissuto nel lusso e non si considerava una persona particolarmente sensibile in quell'ambito ma il nodo alla gola che sentiva sembrava dissentire. Era come trovarsi nella versione magica di Kensington Palace, non che Barty ci fosse mai stato ma nella sua mente un palazzo era esattamente così, con le lunghe scalinate in marmo e i raffinati ricami in oro incastrati ovunque. Mosse un passo verso l'interno, leggermente incerto e azzardò un'occhiata a Evan che lo guardava con un mezzo sorriso.
- Ti senti a disagio per caso? - era divertito e qualunque cosa lo avesse tormentato durante il loro incontro nella bettola sembrava sparito. Barty d'altro canto non si era mai sentito così fuori posto, con solo la sua giacca in jeans logora a coprirli il petto nudo e i pantaloni stracciati e ricoperti di bruciature da sigaretta. Era sporco, fatto e completamente colpevole di tutti i mali che gli erano accaduti. Scosse la testa in un gesto nervoso e indietreggiò fino ad uscire di nuovo per poi allontanarsi lungo le strade di Londra il più velocemente possibile. Fece solo pochi passi prima di venire fermato da una mano sulla sua spalla.
- Va tutto bene - fu un sussurro nel suo orecchio ma lo sentì come un grido e lo accolse come l'ancora di salvezza che stava cercando.
- Avresti dovuto lasciarmi lì - rispose con voce roca in una debole protesta, mentre l'altro lo trascinava indietro.
Poi fu tutto veloce e confuso. Ricordava un gruppo di elfi domestici che si affaccendavano su di lui, offrendogli tutto ciò di cui poteva avere bisogno. Ricordava un bagno caldo e la presenza rassicurante di Evan che lo guidava verso una stanza da letto mentre, saltando avvertimenti a convenevoli, gli comunicava l'unica cosa che davvero importava in quel momento.
- Se hai bisogno di me per qualunque cosa la mia camera è quella davanti alla tua -. Lui annuì intorpidito dal senso di pace che stava provando e si sedette sull'enorme letto che gli era stato assegnato.
- Grazie - sussurrò e sperò che questo bastasse. Evan sorrise e si sedette di fianco a lui, stringendogli una spalla.
Avrebbe voluto dire qualcosa ma non ne era in grado così si limitò a fissarlo. Ripulito sembrava tornato quello di un tempo, con i capelli castani sempre fuori posto, la carnagione chiara ma luminosa e gli occhi verdi, quei dannati occhi verdi che nonostante tutto erano i più belli che Evan avesse mai visto. Gli fece cenno di stendersi e fece lo stesso, girandosi su un fianco per guardarlo negli occhi.
- Non mi importa di quello che hai fatto in questi anni. Ora sei al sicuro e lo sarai per tutto il tempo che vorrai- Barty non trovò niente da ribattere, troppo scosso e si limitò a scuotere la testa in un gesto disperato
- Fanculo - sibilò
- Perché lo stai facendo? - Evan non capiva cosa intendesse e in ogni caso non riteneva necessario dargli una risposta anche perché non la conosceva neanche lui. Era così e basta, una promessa da mantenere, un desiderio, un sogno o forse più semplicemente una verità assoluta che non riusciva ad ammettere nemmeno a se stesso.
Avrebbe ucciso per lui e sarebbe morto per lui.
Era così e basta. Lo era sempre stato.
Quando rispose lo fece in modo incerto ma più sincero possibile
- Sei l'unica cosa bella che mi è rimasta e non voglio che anche tu sparisca - e in quella semplice ammissione c'era qualcosa di profondo, il sigillo di un legame.
Barty si sentì mancare il fiato e fu costretto a distogliere lo sguardo.
Avrebbe voluto chiedergli molte cose, quasi tutte troppo egoiste per essere anche solo pronunciate ma alla fine concesse un'unica vera risposta alla sincerità dell'altro.
- Tu sei la parte migliore di me, credo che lo sia sempre stato. - fu liberatorio dirlo ma non per questo più facile.
-Se c'è qualcosa di buono in me, qualcosa che valga il tuo perdono allora c'è solo grazie a te. Non so che cazzo ho fatto per meritarti ma giuro che proverò a non vanificare tutta la merda che ti sei preso a causa mia - non era mai stato bravo con le parole e si vergognò di quello che aveva detto subito dopo.
Non ricordava di essere mai arrossito in vita sua, anche se di motivi per farlo nella sua carriera scolastica ne aveva avuti parecchi ma quel calore che sentiva alle guance lo stava facendo impazzire.
- Quello che voglio dire... - riprovò ma venne interrotto da una leggera risata.
- Ho capito - Evan lo studiò per un secondo con un sorriso sincero sulle labbra.
- Barty Crouch Jr hai caldo per caso? - il tono leggero con cui lo disse, aggiunto alla nota divertita nella sua voce portò Barty a sentirsi ancora più a disagio.
- Sei uno stronzo - sibilò mentre cercava invano di controllare il sangue che gli affluiva alle guance.
- Credo di avere la febbre - continuò con convinzione e l'altro scoppiò a ridere prima di alzarsi e lasciare la stanza, non prima di avergli augurato la buona notte. Barty lo seguì con lo sguardo e solo quando fu certo che l'altro non lo potesse ne sentire ne vedere, imprecò.
Ammettere una cosa del genere dopo quello che era successo quel giorno era stato orribile, l'aveva fatto sentire vulnerabile ma ora stava bene. Ora era al sicuro.

𝕾𝖑𝖞𝖙𝖍𝖊𝖗𝖎𝖓 𝕳𝖔𝖓𝖔𝖗 ~ 𝒜 𝑀𝒶𝓇𝒶𝓊𝒹𝑒𝓇𝓈 𝐸𝓇𝒶 𝒮𝓉𝑜𝓇𝓎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora