La casa di serpeverde si era sempre fondata sul lignaggio. I maghi purosangue, tutti scandalosamente imparentati tra di loro e ricchi da far schifo stavano al vertice di una gerarchia non ufficiale ma visibile agli occhi di tutti e poi i pochi altri, discendenti da famiglie miste stavano al di sotto di loro, condannati- non per scelta- a una vita da comparse e da emarginati. Era un concetto semplice per quanto perverso: più la tua famiglia era ricca e influente e più il tuo sangue era puro, più importanza potevi pretendere all'interno di quel micro ecosistema elitario. Barty Crouch Jr questo lo sapeva bene, era cresciuto sentendosi ripetere quelle poche nozioni come una nenia e in quel momento più che mai la voce dura e inespressiva del padre sembrava ripetergliele in loop mentre prendeva il suo posto alla grande tavolata verde. Quando il cappello parlante aveva decretato senza la minima esitazione la sua appartenenza alla casa si era goduto il suo piccolo momento di gloria, concedendosi di silenziare le parole del padre per qualche istante.
No, non era una delusione, non questa volta.
Aveva stretto mille mani, tutte quante di gente desiderosa di fare conoscenza con lui e il suo portafogli e per un po' aveva pure provato a fingere che quelle attenzioni gli piacessero. La verità era che l'ipocrisia di quelle persone lo soffocava, gli ricordavano troppo suo padre e le gente che lui amava frequentare.
Ipocriti bastardi.
Il suo vecchio prima che partisse gli aveva rivolto un amorevole promessa che adesso più che mai sembrava una condanna. <<Ti sentirai come a casa>> gli aveva detto e con orrore Barty si rese conto che era proprio così.
Dopo di lui dovettero attendere qualche minuto prima che qualcun altro venisse smistato in Serpeverde.
Barty non fece troppo caso al suo nome, troppo concentrato sui suoi pensieri ma quando gli si sedette accanto non poté fare a meno di osservarlo. Era una di quelle persone che si riconoscono in mezzo ad una folla, quelle che segui con lo sguardo per strada perché hanno quel qualcosa per cui non riesci a farne a meno. Aveva i capelli neri, tagliati troppo corti in un tentativo mal riuscito di domarne i ricci, tratti del viso affilati che stonavano con la sua età e due occhi grigi come lui non ne aveva mai visti. La durezza del suo sguardo lo invecchiava ma affascinava Barty, che si chiese cosa servisse per spezzare così la spensieratezza di un bambino, cosa avesse dovuto passare per ridursi ad essere un adulto in un corpo ancora così giovane. Si disse che,infondo, forse lui stesso era lo specchio di quel ragazzino, che forse le ferite che hai dentro sono quelle che non puoi nascondere.
Gli occhi sono lo specchio dell'anima
aveva detto qualcuno e Barty pensò di non avere mai sentito una stronzata più vera di quella.
Continuò a fissarlo in cerca di qualche tratto familiare ma non trovò niente. Sapeva di doverlo conoscere, nella sua testa si presentavano immagini di cene eleganti a casa di suo padre, ospiti illustri che si presentavano con le loro famiglie.
Una piccola scintilla di comprensione gli attraversò la mente. Un ricordo. C'erano due fratelli, entrambi con gli stessi occhi grigi e gli stessi folti capelli neri. Era qualcosa di distante però, un'immagine completamente diversa dal ragazzo che si trovava davanti in quel momento. E ancora lo colpì la malinconia nel pensare a cosa doveva essergli successo per ridursi così, seguita dall'ironia di chi è più che consapevole di cosa succede in quei casi. A volte semplicemente si cresce in ambienti tossici, che ti divorano lentamente finché ti guardi allo specchio un giorno e non sai più chi hai davanti.
- Hai finito di guardare? - la voce del ragazzo era tagliente ma calda e limpida, l'unica superstite di una trasformazione troppo prematura quanto forzata.
- Cercavo di ricordarmi chi sei - disse allora Barty con una sincerità che stupì anche lui. L'altro non sembrò toccato quanto irritato dalla sua schiettezza
- Regulus Black -. Gli rispose in tono piatto distogliendo lo sguardo subito dopo con un movimento meccanico che lasciava trasparire una leggera tensione. Barty spalancò gli occhi soddisfatto.
- Mi ricordo di te - Vide l'altro esitare, bloccandosi momentaneamente ma durò solo un attimo e quando si riscosse sembrò ricordarsi della parte che doveva interpretare perché gli rivolse uno sguardo infastidito e si girò verso il tavolo di grifondoro chiudendo definitivamente la conversazione.
Barty seguì il suo sguardo fino ad una persona e gli parve di capire.
Regulus Black stava guardando un ragazzo che era la sua copia sputata, più grande, più ribelle e sicuramente più felice. Suo fratello incrociò il suo sguardo per un solo istante e il sorriso gli cadde sostituito da un'emozione che Barty conosceva bene. La delusione era un boccone amaro da digerire ma Regulus Black se la fece scivolare addosso come pioggia e mentre fissava il fratello che ora parlava con i suoi amici come se niente fosse, come se lui non esistesse, si ripetè che infondo non gli importava e forse, solo un poco, riuscì anche a convincersi.
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𝕾𝖑𝖞𝖙𝖍𝖊𝖗𝖎𝖓 𝕳𝖔𝖓𝖔𝖗 ~ 𝒜 𝑀𝒶𝓇𝒶𝓊𝒹𝑒𝓇𝓈 𝐸𝓇𝒶 𝒮𝓉𝑜𝓇𝓎
FanficStoria in continua - ma lenta - revisione ᴿᵉᵍᵘˡᵘˢ ᴮˡᵃᶜᵏ ᴱᵛᵃⁿ ᴿᵒˢⁱᵉʳ ᴮᵃʳᵗʸ ᶜʳᵒᵘᶜʰ ᴶʳ "υη ¢αттινσ è ѕσℓσ υηα νιттιмα ℓα ¢υι ѕтσяια ηση è мαι ѕтαтα яα¢¢σηтαтα" -----------------------------------------------