Spiegazioni.

1.5K 93 0
                                    

- Entriamo?

Eravamo davanti l'aula della punizione da circa cinque minuti ma Justin non si decideva ad entrare.

Mi prese per la mano e sussurrò - stai sempre dietro di me, in genere i ragazzi dell'alula delle punizioni non sono molto affidabili.
- Per favore Justin, dimentichi con chi stai parlando! Sarò stata in punizione minimo trenta volte nella scorsa scuola!-dissi sorridendo con tono sicuro per farlo stare più tranquillo, ma non ci riuscii infatti lui aveva ancora la stessa espressione preoccupata.

Invece io davvero non avevo paura chiunque fosse lì dentro non mi spaventava.
Capii che se non fossi stata io a fare il primo passo saremmo restati tutto il pomeriggio là e il preside si sarebbe arrabbiato ancora di più.
Aprii la porta ed entrai, Justin mi seguì subito dopo.
Poteva esserci chiunque quel giorno in quell'aula ma non lui, non Jason.
Perché mi capitava tutto a me?

- ciao splendore.-disse Jason.

Rimasi di sasso prendendo seriamente in considerazione l'idea di fare dietrofront uscire e tornare magari un altro giorno.

- Voi due potete sedervi lì in fondo. - era la voce di un professore ce mi fece tornare alla realtà e mi diede il coraggio di andare avanti.

Io e Justin ci sedemmo in silenzio e aprimmo un libro per studiare.
Ogni volta che Jason si girava dietro per guardare cosa stavano facendo gli altri Justin mi stringeva ancora più forte la mano che ancora non mi aveva lasciato da quando eravamo entrati.

- di cosa ti preoccupi? Finché c'è il professore non ti possono fare del male!-dissi sussurrando in modo che nessuno mi sentisse.

Ma parlai troppo presto, in quel momento il professore si alzò dalla cattedra e disse:

-scusate devo andare a portare questi in segreteria, torno subito e se scopro che avete fatto chiasso vi aggiusto io!

Se ne andò e ne momento in cui la porta si richiuse alle sue spalle tutti iniziarono a chiacchierare e si alzarono in piedi, lo feci anche io e mi allontanai dal banco; Justin mi seguì tenendo ancora forte la mia mano.

- Allora? Come siete finiti qui? -era Jason alle nostre spalle con il suo solito tono agghiacciante.

Né io né Justin rispondemmo.

- Ah giusto Linz non parla per scelta morale e tu Justin? Qual è la tua scusa?
- Non sono obbligato a dirti niente.-disse Justin con tono secco.

A quel punto mi accorsi che altri due amici di Jason erano arrivati dietro di lui e tutti erano in silenzio a sentire la conversazione incuriositi.

- Perché mi rispondi così freddo? Io e te siamo amici.
- Non credo proprio, tu sei solo un pallone gonfiato e non sai come si trattano le persone.
- Un pallone gonfiato? Ma per favore senti chi parla! Il signor "ehy mia madre e mio padre si possono permettere l'intero Empire State Building" sei solo un bambino viziato!

Justin fece un passo avanti come per mollargli un pugno poi si fermò di colpo.

- Cos'è? Vuoi fare a botte di nuovo? Non ti è bastato come è finita l'ultima volta? -intimò Jason.
- Cosa? Vi siete già picchiati?- chiesi io guardando Justin, lui abbassò il viso e non mi rispose.
- Ci siamo picchiati? Ma non essere sciocca! Lui non sa picchiare, ha solo subito.- Jason scoppiò in una fragorosa risata.
- vedi quella cicatrice sull'occhio? E' per fargli ricordare di non mettersi mai contro di me, per farlo pentire di ciò che ha fatto!
- Hai quasi aggredito un bambino! Non mi pentirò mai di averti affrontato quel giorno!- urlò di rimando Justin.
- Allora ti pentirai di avermi affrontato ora.

Like a Skyscraper.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora