Avvertimenti.

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I seguenti giorni passarono normalmente, a casa non parlavo mai né con Ronnie né con Lea. Qualche volta zia mi chiedeva come andava con il dottor Collins e io le rispondevo "bene" nonostante non andassi più ai nostri appuntamenti.
Tyler a scuola cercava di passare il più tempo possibile con me e tutte le ragazze della scuola, compresa Ronnie, sembravano odiarmi perché il capitano della squadra di basket aveva occhi solo per me.
Quando vedevo il ragazzo del frappé e del libro in testa che si avvicinava cambiavo corridoio. Dal quel giorno in cui ero finita con il nascondermi in uno sgabbuzino ero stata molto più attenta a guardarmi intorno per non incontrare nessuno di spiacevole.
In classe mi sedevo sempre lontana da tutti, tranne nell'ora di chimica dove ero costretta a stare con quel Paul perché "ognuno deve avere il proprio compagno di laboratorio" diceva il professor Collins, forse era solo un modo per farmi trovare un amico ma ancora dovevo decidere se Paul fosse un bravo ragazzo o no. Comunque da quando si era sparsa la voce che Tyler mi aveva invitato alla sua festa anche lui cercava di stare al suo posto, mi tartassava di domande ma non aveva mai provato ad avvicinarsi a me più di tanto.
Mancavano solo un giornio alla festa di Tyler, a me non importava molto ma tutti erano eccitatissimi. Sentivo dire tra i corridoi "sarà una festa epica", "la festa dell'anno", "chi non è stato invitato non vale nulla" a quel punto mi chiesi se Justin fosse stato invitato, magari sarei riuscita a parlare di nuovo con lui.
Non ero per niente abituata a quella situazione, in genere erano i ragazzi a venire da me invece questa volta ero io che dovevo cercare lui, anche se sapevo che sarebbe stata una pessima idea per entrambi.

**

- ciao, carina.

Sobbalzai, qualcuno mi aveva semplicemente sussurrato nell'orecchio, aveva sussurrato come l'ultima volta che ci eravamo visti.
Riconoscevo quella voce. Era dietro di me.

- Sai la mia proposta è ancora valida.

Speravo solo che se ne andasse, invece sembrava che volesse una risposta.

- Ops, che sbadato! Non mi sono ancora presentato, mi chiamo Jason.- mi fece un sorriso malizioso.

Questa volta non avevo nulla in mano da tirargli in testa, niente frappé, niente libri. Eravamo nella palestra della scuola aspettando che iniziasse la lezione di ginnastica.
Peccato che non mi ero armata di racchetta da tennis e pallone da basket.

-Sai questi pantaloncini ti donano.

Si mise di fronte a me

- Visto? Sto imparando. Questa volta sei disarmata e io ancora non ti ho toccato neanche un braccio, ho le mani a posto.- sorrise di nuovo, poi allungò la mano come per abbracciarmi ma io la afferrai per bloccarla e gli lanciai un'occhiata di sfida.

- Adesso fai la dura eh? Bene. Non scaldarti troppo, volevo solo sapere se domani ci sarai alla festa di Tyler.

Rimasi in silenzio.

- Certo, ovviamente se ti degnerai di rispondere.

Si accorse che non avevo nessuna voglia di parlare con lui, si liberò dalla mia presa e mi mise una mano leggera sulla spalla, poi gentilmente mi fece indietreggiare fino al muro, lontano dagli occhi dei nostri compagni di classe.

- Comunque io andrò, ci sarà da divertirsi.

Sorrise e avvicinò il suo volto al mio, abbassai la testa.

-Ho fatto una promessa a me stesso sai?

Mi prese dai polsi e li strinse nella sua mano, lui era alto e muscoloso, le sue mani non erano da meno. Io bassa e troppo magra quindi diciamo che riusciva a tenerli facilmente nella sua presa. Non cercai di liberarmi, sapevo che non ci sarei riuscita e sarei sembrata una debole così feci l'unica cosa che mi venne in mente in quel momento per prendere tempo chiesi:

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