Un brutto ricordo.

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Il giorno dopo aprii gli occhi e vidi che Justin mi stava ancora abbracciando nonostante fosse sveglio probabilmente già da un bel pezzo e avrebbe avuto altro di meglio da fare.

Gli chiesi:

- mi accompagni in bagno?
- emmh.. Certo.

Mi prese in braccio invece di farmi camminare e mi mise giù proprio davanti alla porta io entrai appoggiandomi al lavandino e mi fermai davanti a uno specchio, all'inizio non mi ero neanche riconosciuta. Non avevo mai visto una creatura più brutta: un occhio nero, la fronte e una guancia scorticate, tagli sulle labbra. Tutto era in risalto a causa della pelle pallidissima. Non immaginavo di avere quell'aspetto, chissà cosa pensava Justin vedendomi, io al suo posto sarei scappato.

- sono orribile.
- sei bellissima.
- lo dici perché mi vuoi bene.
- tu vedi dei lividi e dei graffi, io vedo degli occhi azzurri stupendi e un sorriso fantastico.

Era così gentile per sentirmi meno in debito avrei dovuto almeno fargli un regalo, in quel momento mi venne in mente il pacco del regalo per lui che gli avevo comprato così mi precipitai fuori dal bagno e feci quasi cadere Justin, dopo pochi passi caddi per terra perché ancora le mie gambe non riuscivano a reggermi.

- che succede?

Chiese allarmato, avvicinandosi a me.

-Dove tengono i miei bracciali la collana e tutte le cose mie che hanno trovato?
- forse in quell'armadio.

Indicò un mobile vicino la porta, cercai di alzarmi per raggiungerlo ma lui mi prese in braccio e mi adagiò nel letto stesa poi si allontanò e andò ad aprirlo.

-che devo prende..

Si bloccò di colpo e tirò fuori il mio regalo per lui. Una chitarra.

-Linz, cosa è?
- quando ho incontrato Jason ero appena uscita dal negozio di musica, spero ti piaccia credo che tu abbia del potenziale per diventare famoso e poi hai detto che ne volevi una giusto?
- Linz... grazie io... - poi si bloccò di colpo.- aspetta, quindi è colpa mia se Jason ti ha...

Si mise a piangere prima di riuscire a finire la frase mi corse incontro e si stese sul letto vicino a me singhiozzando così lo abbracciai e lui ricambiò ma ancora non aveva smesso di piangere.

**

Passammo una settimana tranquilla, Ronnie e Lea venivano a trovarmi quasi ogni giorno e i genitori di Justin erano sempre gentili con me, intanto Justin stava imparando con delle lezioni su internet a suonare la chitarra e si esaltava per ogni minima cosa che riusciva a fare anche se era sbagliata, mi faceva tanto ridere.
Ronnie mi aveva raccontato che anche i compagni di scuola avevano smesso di insultarci dopo aver scoperto cosa era successo con Jason anzi le chiedevano come stavo e molti che neanche riconoscevo mi erano venuti a trovare. A fine settimana mi sentivo già meglio i segni della lotta con Jason non mi facevano quasi più male ed erano quasi scomparsi, l'unico problema era che spesso avevo paura, mi tornavano in mente i suoi occhi e le sue mani e mi bloccavo con gli occhi spalancati terrorizzata Justin se ne accorgeva e mi teneva strette le mani perché se mi avesse abbracciato sarei morta dalla paura ancora di più pensando fosse Jason, dopo un po' questa sensazione terribile passava.
Ciò che comunque quella settimana ci fece penare di più fu aspettare la risposta da parte della polizia riguardo al caso della morte dei miei cari.
Quando il lunedì dell'altra settimana ci dimisero mi arrivò anche la chiamata da parte della polizia lo dissi a Justin e dall'ospedale ci precipitammo lì direttamente.

- l'uomo che state cercando è Matthew Russo, vi dice qualcosa?

Ecco di nuovo punto e accapo, le indagini non avevano portato a nulla perché io non conoscevo questo Matthew, sia Justin che il poliziotto lessero la mia espressione delusa sul volto.

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