Capitolo 2

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Ho già vissuto questa situazione.

Mio nonno Ernest. Lui era tutto per me, il mio punto di riferimento, ciò che sarei voluto diventare crescendo. Un uomo forte, umile, ma soprattutto altruista: era sempre pronto ad aiutare il prossimo anche a costo di rischiare la vita.

A soli 65 anni per uno stupido scherzo di alcuni ragazzini della mia città ci ha lasciato. Quei deficienti approfittarono del suo cuore immenso fingendosi in pericolo perché incastrati tra le inferriate di una chiesa abbandonata .Ernest corse subito in loro soccorso senza nemmeno pensarci due volte ma un masso enorme si staccò dalla facciata dell'edificio finendo sul mio amato nonno.

Quando ci giunse la notizia del suo coma io stavo suonando la chitarra donatami da lui al mio compleanno che coincideva con il suo. In quel momento capii cosa fosse il dolore. Ero devastato.

Morì il giorno seguente.

Io,lui e mio padre eravamo legatissimi. Ci univa uno di quei rapporti che sembrano destinati a durare per sempre. Beh ovviamente per noi non fu così .

Se io ero triste , mio padre lo era il triplo. La sua vita finì insieme a quella di mio nonno. Man mano che il tempo passava mio padre si allontanava sempre più da me , mia sorella Gemma e mia madre Anne. Le cose tra lui e la mamma non andavano bene già da mesi forse perché lei aveva perso il suo lavoro,ma un giorno, il 14 marzo, senza preavviso sparì nel nulla. Tutte le sere aspettavo il suo ritorno seduto sulle scale, ogni tanto mi alzavo e sbirciavo dallo spioncino cercando nel buio la sua sagoma. D'allora non l'ho mai più rivisto.

Noi tre avevamo organizzato di girare tutta l'Inghilterra a bordo di un pick up, quello che poi sarebbe diventato il mio. Ero veramente entusiasta di viaggiare con loro, lo desideravo più di ogni altra cosa. Saremmo dovuti partire appena finita la scuola. Ma il destino era stato crudele e bastardo come l'Harry che diventai negli anni seguenti.

On The Road AgainDove le storie prendono vita. Scoprilo ora