Capitolo 8

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Passai la settimana seguente a indagare .Mi sentivo come un agente della CIA. Era forte. Gemma mi chiedeva in continuazione se fossi riuscito a scoprire qualcosa, la mia risposta era sempre la stessa:"Non posso darle informazioni di così grande importanza signorina Styles"

La verità? Ero nella merda fino al collo. Secondo me Louis si era in un certo senso insospettito. Lo stalkeravo praticamente. Ma io dovevo sapere ciò che nascondeva. Era il mio unico obiettivo al momento.

La svolta decisiva ci fu il Venerdì. Vidi il mio compagno scrivere su un foglio una " J". Subito la collegai con il Jake della foto. "Sono un genio" pensai.

Decisi allora di far cadere Louis in un trabocchetto in modo da farmi dire la verità.

"Louis di chi è quella J?" domandai fingendomi ignaro

" Fatti miei" rispose

" Facciamo una scommessa?"

" Cosa?" mi guardò chiaramente confuso.

" Se indovino il nome che inizia per J, tu mi parli della persona con quel nome?"

" Okay" disse convinto che io non ci sarei mai riuscito " hai tre tentativi. Divertiti, tanto è impossibile"

" Josh?"

" No"

" John?"

" Nemmeno" aveva una faccia soddisfatta.

" e Jake?" dissi compiaciuto.

Lui sbiancò di colpo. Mi dispiaceva averlo preso in giro, ma ormai non ci dormivo più. Avevo bisogno di svelare il suo segreto.

" Neanche" mentì

" Sei sicuro? L'ottavo comandamento l'hai dimenticato? Non dire falsa testimonianza"

" Okay hai vinto" si arrese.

Finalmente.

" Lui era un mio amico credevo" riattaccò

" Come credevi?" la storia si faceva interessante.

" Dopo che gli ho detto di essere..." si bloccò improvvisamente.

" Di essere?"mi stava facendo morire.

" Harry senti non posso dirtelo"abbassò la testa " Scusa"

" Io non giudico nessuno"dissi

" Te ne andresti come hanno fatto tutti"

" Louis te lo prometto. Rimarrò. So che non sono una persona molto confortevole e aperta. Ma ti puoi fidare di me" ignoravo cosa mi stesse nascondendo ma sembrava qualcosa di grande.

" Scusa non ce la faccio" si alzò lasciandomi impietrito. Mi ero illuso. Contemporaneamente suonò la campanella.

Mancavano ancora due ore. Le passai a tormentarmi. Non sarei mai riuscito a scoprire nulla. Ci ero così vicino, avevo sprecato un'opportunità che forse sarebbe stata anche l'unica. Che ingiustizia.

Arrivò la fine di quel supplizio chiamato scuola.

Entrai nel mio pick up con l'intenzione di tornarmene a casa quando il mio telefono si illuminò.

Messaggio da numero sconosciuto.

...di essere innamorato di lui.

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