CAPITOLO 2 [Un incontro casuale]

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‼️ ATTENZIONE: LINGUAGGIO ESPLICITO, SCENE VIOLENTE E SCENE DI SESSO ESPLICITE‼️

Le persone hanno sempre paura di qualcosa o di qualcuno, è normale avere paura, temere che fatti indesiderati accadono, incubi che divengono realtà. A me non era concesso avere paura, era una delle tante caratteristiche che mi avrebbe resa solo debole, e mio padre me lo diceva sempre "Ariadny la paura è per i deboli", la paura tante volte mi rincorreva ma io correvo ancora più veloce finché non arrivai alle porte dell'inferno alle quali mi attendeva impaziente il dolore e io corsi ad abbracciarlo e per quanto stessi soffocando, per quanto il mio cuore stesse sanguinando, per quanto io fossi terrorizzata non mi staccai.
La paura è per deboli Ariadny.

Ritornai a incorniciare quegli occhi che se prima mi incuriosivano in quel momento gli detestavo.
<<Scusami? Ero distratta, non c'era bisogno di rivoltarsi così.>> dissi agitando le mani in aria nonostante avessi il cuore in gola. Non sapevo nemmeno io il motivo per il quale lui mi facesse sentire così agitata, avevo paura di risultare impacciata, quando a me, in realtà, non me ne era mai fregato niente. Fino a quel momento.

<<Questo é il suo lavoro, non dovrebbe distrarsi, bisogna abituarsi a clienti come me, non si sa mai chi potrebbe capitarle davanti.>> disse posizionando i suoi occhi con insistenza prima sulle mie labbra, e poi di nuovo nelle mie iridi, neanche una giostra mortale avrebbe potuto provocarmi così tanta adrenalina nel corpo. Non potei fare a meno di deglutire, ma dopo aver fatto pace con la mia mente, ripresi a parlare.

<<E lei chi sarebbe? per venire qui e giudicarmi così? Lei non è nessuno. Per me.>> forse ero stata troppo dura ma cavolo ero già stressata ed era arrivato il sig. prevenuto strafottente in camicia e cintura di pelle. Continuava a guardarmi, ma quella volta più intensamente, come se volesse scavarmi dentro e io ho sentito il cervello andarmi in tilt, all'improvviso le gambe mi tremavano.
No Ariadny, un uomo non può certamente farti questo effetto, tu devi essere temuta non devi temere. 

Continuavo a ripetermi la stessa frase, continuavo a ripetermi che era cento volte meglio avere le mani sporche di sangue, che essere la vittima.

<<Per ora, per ora piccola hell.>> si alzò e uscii dal bar senza voltarsi indietro. Ignorando completamente il caffé che nel frattempo gli avevo preparato.

Com'era che mi aveva chiamata? Piccola hell? Inferno? lo odiavo già, quella volta lo guardavo diversamente. Era tutta una coincidenza? Il nostro incontro era stato così casuale? Non ne ero più tanto sicura ma mi misi in testa che l'avrei scoperto, ormai per me le vacanze estive erano finite anche se mancava ancora più di un mese. Un uomo apparentemente misterioso che mi definisse l'inferno in persona senza nemmeno conoscermi, beh ce ne voleva di fegato, o magari non era poi così misterioso, ma di certo era fastidioso.
<<Ehi chi era quel bel manzo con cui parlavi prima? sembrava una conversazione seria.>> disse Cristine facendomi l'occhiolino e tirandomi qualche spallata.

<< Bello quanto antipatico, te lo garantisco, credo che per un attimo avrei voluto strangolarlo.>> dissi sospirando sonoramente e prendendo il caffè che non si era degnato nemmeno di sfiorare.

<<Che ti ha fatto?>> mi chiese facendomi uno scanner completo, ormai si sapeva che chiunque entrasse in quel bar poteva essere un tipo come Paolo. 

<<Un caffè grazie, è sorda o vuole un disegnino?>> imitai la sua voce e Cristine scoppiò in una risata fragorosa e nonostante ci stessero fissando tutti, io feci lo stesso.

<<Beh, un tipo impaziente e al quanto irritabile da quel che ho capito.>> disse la mia amica. Io annuí e continuai a lavorare, dopo sei ore ero fuori da lì finalmente e la fortuna a quanto pare era dalla mia parte dato che non incontrai mr. pervertito, arrogante e sfacciato, o gli avrei sbraitato contro come una matta, il mio livello di pazienza era a un passo dal superare il limite, se non fosse stato per il fatto che mi stava arrivando il ciclo. Il mio secondo inferno tanto per cambiare.

In the name of LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora