Meredith-1

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Semplicemente,non sai come ci sei finito in certe situazioni. Prendete me: sono in piedi avvolta in una coperta azzurra,a camminare per un soggiorno disastroso,e ringrazio di non vivere piú da mia madre. Sembra ci sia stata una festa. Molto bene,prima notte al college e prima festa. Dovunque guardi vedo solo birre frantumate,bicchieri sparsi,cicche di sigarette (o canne?) e...è ghiaccio sciolto o pipí quella pozzanghera? Preferisco non saperlo. Sento un rumore per le scale,mi giro e vedo un ragazzo mezzo nudo che scappa chiudendosi dietro la porta d'ingresso. Chissà chi si è fatto stanotte? Per quanto ne so,potrei essere anche io la risposta.
«Ohw,che casino. Scusa Mer,non dovevo invitare tutte queste persone.»
«Ormai è andata Izzie,inizia a ripulire mentre vado a mettermi qualcosa addosso.»
Izzie è una dei miei coinquilini. È al primo anno come me,ma in un solo giorno è riuscita a conoscere metà degli studenti del college,e a quanto pare ha avuto la brillante idea di invitarli tutti da noi la sera scorsa.
Con noi vivono anche George e Cristina. Lui sembra piú un orso di peluche che una persona,lei la conosco dal liceo ed è la persona piú cinica del pianeta,però mi piace,riusciamo a compensarci. Lei è la mia persona,è una cosa complicata da spiegare. Non so cosa facciamo esattamente l'una per l'altra,ma di sicuro non possiamo stare separate. Dormiamo anche nello stesso letto.
Quando entro in camera inizio a buttarle addosso tutto quello che posso,almeno così si sveglia. E poi,ci metto un po' prima di trovare dei vestiti decenti.
«Pretendo una sveglia piú delicata.» brontola Cristina.
«Ma una sveglia delicata non preparerebbe mai una colazione come la mia,quindi alza il culo e aiutaci a ripulire.»
Quando scendiamo troviamo Izzie e George che ridacchiano perchè hanno trovato sul divano un preservativo usato. Piú che divertita,io sono disgustata.
«Almeno avessero la decenza di chiudersi in una camera!»
«Izzie l'ha avuta.» Con quest'affermazione di George,sí che abbiamo riso tutti. Però non penso che Izzie sia stata con lui,mi sembra un po' gay. Forse dovrebbe tagliarsi i capelli.
Passiamo le successive tre ore a sistemare alla meno peggio il caos che la festa si era lasciata alle spalle,e così perdiamo le lezioni della mattina. Per pranzo ordiniamo una pizza. Penso che mangeremo pizza molto spesso,dato che nessuno di noi sa cucinare davvero bene. Izzie è quella che se la cava meglio,ma solo con i dolci. Per il resto,non sa nemmeno cuocere un hamburger.
Mangiando la pizza mi torna in mente il mio risveglio. La coperta azzurra,il corpo nudo sul pavimento freddo,il senso di beatitudine. Mi tornano in mente spezzoni della sera prima. Io che ballo completamente ubriaca e un ragazzo (che nel ricordo sembra piú un'ombra) che cerca di portarmi con lui,ma non riesco a camminare e quindi decide di passare all'azione direttamente in soggiorno,su quel divano accanto al quale mi ero svegliata,su quel divano dove Izzie e George avevano trovato il preservativo usato. E mi rendo conto che quella che non ha avuto la decenza di chiudersi in una camera sono proprio io.
Mi esce una mezza risata un po' di disgusto e un po' di disapprovazione nei miei stessi confronti. Sputo anche un pezzo di salame fatto poltigia. E Cristina capisce subito cosa ho realizzato;ovvio,è la mia persona.
Decido di non parlarne con nessuno finché non avrò capito con chi ho voluto fare la ragazza facile,almeno per vedere se ne sia valsa la pena. Dopo pranzo beviamo tutti una caffettiera ciascuno piena fino all'orlo,e io ne prendo anche una seconda. Devo farmi tornare in mente qualche dettaglio in piú, ma nemmeno il caffé amaro sembra far effetto sui giramenti di testa né tanto meno sulla memoria. Butto giú un paio di aspirine,ma ancora niente. Penso allora che forse dormendo un po' prima delle lezioni del pomeriggio migliorerà qualcosa. Lascio Izzie che fa una torta al cocco mentre George e Cristina litigano sul programma da guardare in tv,e salgo nella mia stanza. Mi guardo intorno: c'è odore di chiuso. Mi rendo conto che probabilmente se voglio passare qua anni felici devo fare in modo di non incollarmi in fronte la nomina di ragazza facile,o è finita. Poi crollo esausta sul letto.
Sono le 4 del pomeriggio quando Cristina viene isterica a svegliarmi.
«Cazzo dormi fino a quest'ora?! abbiamo lezione tra 20 minuti.»
Non chiedetemi dove trovo la forza di sciacquarmi la faccia e di trovare i libri,perchè non lo so nemmeno io. La strada fino al campus è una faticaccia,e arriviamo tutti sudati fradici. Direi che va sempre meglio. Un ragazzo tira dritto accanto a me urtandomi con la spalla,dicendo «Buona sera Stranamore!»
Stranamore...penso sia collegato a ieri notte. Cerco di non pensarci,perchè in fondo non è così male. Ma considerando che i miei amici mi fissano,decido che è meglio andare avanti da sola.
Qui è un labirinto. Non è difficile perdersi,e infatti...mi sono persa. Penso di essere finita nel corridoio di quelli dell'ultimo anno. Sembra strano,ma quasi intimidiscono. È come avere scritto in fronte che sei una matricola,e se hai questa scritta non faranno altro che squadrarti sempre dalla testa ai piedi. Nel mio stato di soggezione continuo a camminare,a testa bassa,nella speranza di trovare una strada per il mio piano,ma due amici attirano la mia attenzione. Uno era piú alto e muscoloso,biondino,con una barbetta difficile da descrivere (pizzetto,baffi e barba corta sul bordo della mascella),portava un giubbotto di pelle nero e jeans scuri. L'altro aveva i capelli neri,gli occhi intensi e blu mare,un sorriso da togliere il fiato. Sembrava piú posato del suo amico,portava una maglietta azzurra e dei vecchi jeans. Ma non era solo questo ragazzo super sexy ad avermi fatto rallentare,quanto le parole dell'altro: «E cosí,ora dovrò iniziare a chiamarti Stranamore,giusto?»

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