Undici

45 4 3
                                    

Il ticchettio dell'orologio dilagava per tutta la stanza.

Hoseok era sdraiato sul materasso, le braccia tese in avanti a osservare le mani.
Aveva sempre considerato le sue mani decenti. Non poteva esattamente dire di "apprezzarle", però, ecco non ci trovava niente di brutto, no? Erano classiche mani appartenenti ad un essere umano, non c'era nulla di speciale in esse.
Osservandole meglio, poteva affermare che – se proprio avesse dovuto dare un parere – non erano niente male per essere sue. Erano affusolate e delicate come quelle di una donna, le falangi erano molto lunghe e senza alcun filo di grasso, persino gli anelli gli stavano larghi.

Rifletteva su come, al contrario degli anelli che gli scivolavano dalle dita, le vita gli stesse particolarmente stretta in quel momento. Stretta come un filo spinato attorno al collo, doveva allentarla per impedirle di farlo sanguinare. È in quella condizione che tutti i rumori giungono alle orecchie tramite un amplificatore: il ticchettio dell'orologio non sembra più essere solo un ticchettio ma aveva più la forma di un boato e la folata di vento contro il vetro della finestra assomigliavano a manate.

Percorso da un brivido, Hoseok sbatté i palmi delle mani sopra la faccia. Le frasi risuonavano moleste e ininterrotte e non volevano saperne in alcun modo di zittirsi. Aveva baciato Yoongi. Il problema non era nemmeno aver baciato un ragazzo, era aver baciato Min Yoongi. Min Yoongi del cazzo. Lo vedeva ogni volta che chiudeva gli occhi e provava ad appisolarsi, ogni volta che mangiava, ogni volta che prendeva il telefono, ogni volta che si faceva i cazzi suoi. E per giunta lo sentiva, proprio sopra le sue labbra, proprio come se lo stesse rivivendo.

Si girò di petto, abbracciando il cuscino sprofondò la faccia su di esso e poi lasciò un pesante sospiro. Ormai non se ne parlava più di riaddormentarsi, o di vivere la sua vita come prima. Si era rovinato con le sue stesse mani, la colpa era unicamente sua, era stato lui a provocarlo e baciarlo. Echi della conversazione avvenuta tra loro lo avevano tormentato ossessivamente negli ultimi giorni come un vortice di cianfrusaglie in costante circolo. Il rintrono delle lancette si attorcigliò attorno alla sua testa e la avvolse in una forte morsa.

Il problema dei ricordi è che non puoi mai seriamente sbarazzartene. Quando finisci di vivere un attimo, questo automaticamente viene assorbito dalla tua testa e resta per sempre lì, che sia percepibile o meno, che sia nascosto in un angolo oscuro o replicato costantemente. Assomiglia ad una persecuzione, e se Hoseok aveva imparato qualcosa dalle sue esperienze paranoidi in passato, era che puoi allo stesso tempo essere il bersaglio di qualsiasi cosa a cui dai troppa importanza e che trascuri.
Hoseok alzò la testa, appoggiando il mento sul cuscino, fissando un punto indefinito del muro e prendendo un grosso respiro. Dopo aver dato un'ultima occhiata alle sue mani, aver arricciato il naso alla vista delle cuticole rovinate, delle unghie mangiucchiate e delle nocche screpolate, chiuse le palpebre. Aveva toccato il viso di Yoongi con quelle mani, e allora ricordò la sensazione delle sue labbra sopra le proprie. Questo significava che gli... piaceva? Il pensiero fu tanto imbarazzante che dovette nascondere nuovamente il viso sul cuscino e sbattere i piedi sopra il materasso per scacciarlo. Se avesse premuto abbastanza forte per abbastanza tempo, sarebbe morto soffocato e il ricordo non l'avrebbe più tormentato. Quando non ce la fece più a stare senza respirare, sollevò il capo con un grosso sospiro.

Aveva baciato Min Yoongi e non poteva più tornare indietro. Doveva accettare la cosa.













Quando Yoongi si ritirò a casa quel giorno, la porta era aperta e le luci erano già accese. Il che era strano, significava che suo padre fosse già in casa. Era passato così tanto tempo dall'ultima volta che l'ebbe visto che aveva perso il conto dei giorni, non si ricordava nemmeno il suo volto. Non ne rimase piacevolmente sorpreso, gli ci era voluto del tempo per riabituarsi alla nuova atmosfera di casa sua, aveva trovato nella soggiogante solitudine una fedele compagna e nelle birre e sigarette delle amiche, sebbene cattive. Non era contento di avere di nuovo suo padre tra i piedi, la sua presenza lo inaspriva. Suo padre con la sua ingombrante presenza, i suoi ossessivi rumori, il suo pesante respiro, la sua tosse da fumatore, il raschiare la gola, il chiassoso masticare, i sussurri nelle chiamate al telefono.

𝐌𝐔𝐒𝐈𝐂 𝐌𝐀𝐑𝐀𝐔𝐃𝐄𝐑𝐒Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora