𝐌𝐔𝐒𝐈𝐂 𝐌𝐀𝐑𝐀𝐔𝐃𝐄𝐑𝐒

Trentadue

c'è un caldo che non si respira, vorrei solamente stare sdraiata al letto tutto il giorno, invece per ancora un paio di giorni mi tocca studiare 🥲
(se tutto va secondo i piani, dopo questo mancano un capitolo e l' epilogo alla fine!)

Quando irruppero dentro la stazione di polizia era già buio da qualche ora. Era fine novembre, il sole ormai calava alle cinque del pomeriggio, la gente indossava i cappotti e maglioni in lana. L'inverno a Seoul arrivava sempre prima del tempo. Hoseok e Yoongi corsero come due maratoneti fino alla centrale, solamente una volta entrati si diedero l'opportunità di prendere un respiro. Erano affaticati, sudaticci, il cuore gli bombardava nel petto e spostavano la testa da una parte all'altra in cerca dei due mocciosi che si erano messi nei guai. Appena videro due teste scure sedute ad un tavolo gli occhi si spalancarono e si avvicinarono velocemente.

"Che cazzo avete fatto?!"

Yoongi finalmente fu in grado di prendere un sospiro di sollievo, anche se si tradusse in ostilità, forte aggressività nel tono di voce, nonostante l'accenno di una nota allarmata. Hoseok, tanto preoccupato quanto lui, solo meno aggressivo, cercò di placarlo posando una mano sul suo braccio, che ben presto fece scivolare appena si ricordò del luogo in cui si trovavano. I due ragazzi alzarono il volto per guardarli con due occhi pieni di timore e angoscia, e ogni filo di rabbia e apprensione che lui ebbe per loro si trasformò in semplice, banale dispiacere. Taehyung aveva il labbro spaccato, una piccola macchia di sangue secco sulle estremità, mentre Jungkook aveva una guancia rossa e gonfia.

Hoseok si sedette su una sedia libera accanto a Jungkook, afferrò le sue mani da sotto il tavolo e le strinse forte, in un tentativo di infondergli conforto e sicurezza di poter confidarsi con loro. "Che è successo?" chiese con un tono più dolce e sollecitante rispetto a quello di Yoongi.

Dopo aver lasciato andare un sospiro, Yoongi si sedette al lato opposto, accanto a Taehyung. Gli occhi e le labbra di Jungkook tremavano, era ovvio non sarebbe stato lui a parlare per primo. Taehyung diede un'occhiata a Yoongi per poi spostare lo sguardo con uno sbuffo.

"Niente." rispose.

"Questo non è niente," fece ancora Yoongi con aggressività, prendendo il ragazzo dal mento e spostandolo verso di lui, mettendo in luce la ferita. Taehyung se lo scrollò di dosso con uno schiaffo e, ostinato, continuava a tenere lontano lo sguardo. Se Taehyung era così testardo, potevano contare sul fatto che il ragazzo accanto a lui gli avrebbe detto come erano andate realmente le cose. Almeno, prima che arrivassero i loro genitori e li avrebbero portati via con sé. Prima che avrebbero avuto le ore contate.

"Stavamo facendo un giro in macchina." cominciò Jungkook con un lieve singhiozzo. Era chiaro che non era successa una roba così innocente, Hoseok lo osservava in attesa.

"Stavamo sparando con un fucile a palline sui muri. Giuro, non abbiamo fatto male a nessuno, erano solo palline! Ma la polizia è arrivata e ha iniziato a starci alle calcagna, ci ha fatto scendere con le pistole puntate e ci hanno fatto sdraiare con la faccia per terra."

Aveva iniziato in fretta, mangiandosi le parole, man mano la sua voce si era affievolita sempre di più finché a fermarsi. Non aveva il coraggio di continuare. Avevano capito tutti come andava a finire il racconto, lo si poteva vedere dalle loro facce martoriate, e ammetterlo a voce alta sarebbe stato troppo umiliante.

"E quei due figli di puttana ci hanno gonfiato di botte." Però, Taehyung aveva altri piani, e aveva deciso che il racconto si doveva concludere, e doveva essere lui a farlo, facendo sentire a tutti l'ingiustizia che avevano subito. Alcune teste di poliziotti lì presenti si erano girati verso di loro, data la voce elevata, e lui rincarò la dose, offrendogli uno sguardo di sfida.