Yoongi era tornato a lavoro. Facciamogli un bell'applauso! Il capo non l'aveva presa bene, naturalmente. Negli ultimi due giorni aveva subito più dispetti che in quattro mesi che era lì. Poteva giocarsela con la carta della salute cagionevole, ma un luogo di lavoro è pur sempre competitivo, e i tuoi colleghi non si fanno scrupoli nemmeno se sei in fin di vita. Si poteva considerare fortunato che erano solo piccoli chiodi: un espresso lungo al posto di un americano freddo, un mocaccino al posto di un cappuccino, una fetta di torta della nonna al posto di una crostata alla ciliegia. Era stato frustrante, ma doveva aspettarselo. Doveva considerarsi fortunato che non l'avevano licenziato. In fin dei conti, Yoongi si era abituato a quel posto, anche se con qualche difficoltà e spiacevolezza. Chi non sente di appartenere da nessuna parte si ambienta velocemente in ciò che trova, finché non diventa troppo ingombrante per restarci ed è costretto ad andarsene. Tutti noi abbiamo un ruolo, dei luoghi temporanei in cui stare.
Tuttavia: non solo era tornato a lavoro, aveva ripreso a frequentare i suoi amici. Chapeau per Yoongi! L'atmosfera era un po' fredda. Non per qualcosa che riusciva a palpare, ma una sensazione sottopelle che gliela faceva accapponare. Non gli rivolgevano la parola pimpanti come prima, non erano stati entusiasti di vederlo come uno spera, non lo guardavano in faccia quando parlavano. Yoongi era un intruso - ma anche questo doveva aspettarselo: cosa pretendeva dopo che non si era fatto sentire per due settimane? Si sentì in colpa e in dovere di rimettere i tasselli al loro posto.
Si guardò attorno, non vide Namjoon da nessuna parte.
"Namjoon dov'è?"
Calò il silenzio. Lo guardarono come se avesse detto un'atrocità. "Ora ti importa?"
La temperatura si era abbassata di dieci gradi. Lo sentiva solo Yoongi? Raggelò.
"Taehyung." sibilò Jimin, ammonendolo, dandogli una gomitata. Taehyung si ricompose, rimase sempre con lo sguardo torvo e Yoongi non riusciva a parlare.
"Negli ultimi giorni è stato impegnato con il contratto e le registrazioni."
Giusto. Normale. Doveva immaginarlo.
"Come si chiama la casa discografica?"
"La Hit Records, di Kim Beomseok. è stato suo figlio, Kim Seokjin, a ingaggiare Namjoon." spiegò Jimin. Conosceva la Hit Records per sentito dire, avrebbe cercato meglio Kim Beomseok più tardi, e questo tale, Kim Seokjin, non gli diceva niente.
"Onestamente, non capisco come abbia trovato Joon hyung."
"L'avrà beccato su Youtube o Soundcloud, o addirittura qui. Sai come fun-"
"Hoseok." Jungkook interruppe Yoongi, "Gli ha parlato di lui."
Yoongi rimase esterefatto. "Hoseok?"
"Lo ha incontrato una sera con Yoongi e gli ha parlato di noi. Poi loro, ovviamente, sono rimasti colpiti da Namjoon, e come dargli torto."
"Aspettate-" Yoongi si protese in avanti. Era stato Hoseok? Hoseok aveva fatto pubblicità a Namjoon? Era grazie a Hoseok se ora Namjoon aveva una carriera spianata davanti a sé?
"Queste cose le sapresti anche tu se non fossi sparito." venne interrotto di nuovo, stavolta da Taehyung.
Yoongi era paralizzato, non sapeva che dire. "Non sono stato bene", balbettò, insicuro, impaurito dall'inevitabile lite.
"Namjoon ha ottenuto una grande opportunità e tu non ti sei fatto sentire. Un vero amico è felice del tuo successo."
Yoongi li guardò pietrificato, con il cuore a mille e un buco nello stomaco farsi sempre più profondo. Tutto ciò che provava era umiliazione, colpa, come se fosse l'artefice di un crimine imperdonabile. Fino a quale giorno fa l'invidia lo rendeva rabbioso, adesso la vergogna lo rendeva mansueto. Fu così preso dalla sua di sofferenza, era così convinto che l'invidia avrebbe divorato solamente le sue viscere, che non aveva per niente tenuto in considerazione che poteva ferire anche altre persone.
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𝐌𝐔𝐒𝐈𝐂 𝐌𝐀𝐑𝐀𝐔𝐃𝐄𝐑𝐒
Fanfiction[sope] "E cosa fai?" Yoongi sbatté più volte le palpebre. "Uh? Cosa faccio?" "Sì, Yoongi. Cosa fai quando non dormi?" Non aveva idea quando tutto avesse iniziato a peggiorare. "Canzoni." L'umile desiderio di Hoseok era di emergere nella scena hip-h...