Quindici

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Lo trovava ironico e lo lasciava esterrefatto come, ogni singola sera, allo stesso identico orario, provava questa sensazione.

Palpò le tasche dei suoi jeans, rovistò in quelle della sua felpa, cercando un pacco di sigarette, trovando solamente un accendino al suo posto. Si morse le labbra, trattenendo l'impulso di bestemmiare, e spostando il capo da tutte le parti, ancora alla ricerca di qualcosa.

"Capita anche a te?" esordì d'un tratto, "Di sentire una morsa nel petto dal nulla senza motivo?" spiegò, dopo che Hoseok gli ebbe chiesto di cosa stesse parlando.

A quanto pare, Hoseok non poteva stare lontano da lui. Quasi ogni sera lo raggiungeva sotto casa e insisteva col tenergli compagnia. Yoongi scendeva e camminavano verso le altalene. Yoongi lo trovava il posto migliore da occupare e da far sentire meno solo. Quella sera era arrivato preparato: Hoseok sorseggiava una delle lattine di birra che aveva comprato al mini market sotto casa Min.

Appena Yoongi gli fece la domanda, allontanò subito la lattina e fiondò il capo verso di lui, spinto da un impulsivo riguardo.  "Parli dell'ansia?" Deglutì male, perché una fitta al petto lo fece accovacciare e strizzare gli occhi, stringendo con forza il tessuto della maglietta. Fu il turno di Yoongi di avvicinarsi allarmato.

"Che è successo?"

"Quello che succede a te." Yoongi lo spinse da una spalla, mormorando un insulto nei suoi confronti sotto le risatine racchie di Hoseok. Stava scherzando ovviamente, ma continuò a tenere la mano sul petto,  curioso di vedere se riuscisse a provare anche lui la cosa di cui Yoongi parlava.

Quando Yoongi tornò comodo sull'altalena, rovistò nelle tasche della felpa nera consumata, tirando fuori due blister quasi del tutto pieni. In uno mancavano quattro pillole, nell'altro solo due. Guardava Hoseok dritto negli occhi, sbandierando i medicinali.

"Prima di andare a dormire dovrei prenderne due di queste e una di questa. Dovrei stare meglio grazie a loro, e per un periodo ci avevo anche creduto. Ma adesso il solo pensiero di doverle prendere mi fa stare fisicamente male."

Tra tutte le qualità che caratterizzavano il caro Hoseok, essere di sostegno non rientrava tra queste. Trovare delle parole di conforto e saperle usare nei momenti opportuni non era mai stato il suo forte. Rientrava meglio nella parte dell'ascoltatore, non perché gli interessasse o ci tenesse a far sentire le persone come se valessero qualcosa, ma perché non poteva fare altro. In assenza di parole, aveva imparato a padroneggiare l'arte dei sorrisi di supporto: dovevi incurvare leggermente un angolo delle labbra e aggrottare con poca forza la fronte e il gioco era fatto; faceva tutto la faccia. Però, adesso non c'era nulla di ciò nel suo volto. Hoseok scoprì che quando era davvero interessato a qualcosa, la sua faccia non reagiva. Restava impassibile, nel miglior modo di restare in attesa.
Yoongi se ne accorse. La strana reazione lo lasciò confuso. Nel suo viso spuntò un cipiglio e mise le mani in tasca.

"Puoi dirlo che sono un coglione svitato che non fa niente per aiutarsi."

Se l'interesse non aveva alcuna faccia, la curiosità si avvicinava di più ad una espressione. Hoseok inarcò un sopracciglio, "Perché non vuoi stare bene?" gli domandò. Non sembrava una domanda fatta per puro e genuino interesse nei suoi confronti, piuttosto per la meschina curiosità di conoscere la risposta – e ciò aumentò, con intrigo, il sospetto del produttore.

"Perché, tu come stai Hoseok?" glielo chiese come se già sapesse la risposta.

"Non è questo quello che ti ho chiesto."

Era testardo da risultare frustrante. Yoongi sbuffò, alzando gli occhi al cielo e facendo cadere le braccia lungo i fianchi.

"Non so come si fa", gli rispose alla fine, "Non fa per me."

𝐌𝐔𝐒𝐈𝐂 𝐌𝐀𝐑𝐀𝐔𝐃𝐄𝐑𝐒Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora