Dodici

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scusate i due mesi di assenza, diciamo che ho passato momenti migliori di questo 😄nonostante ciò, un esame tolto e un nuovo capitolo sfornato! 😽

TW!! sono presenti scene di violenza

L'utilitaria sfrecciava per le strade della periferia. Era sabato, Hoseok voleva stare il più lontano possibile da casa, dalla città, da tutto ciò che lo riguardava. Si dilettava a cantare una canzone di Frank Ocean, roteava una mano su se stessa fuori dal finestrino e godeva dell'aria fresca che gli colpiva la pelle; Yoongi nel frattempo teneva il ritmo picchiettando le dita sullo sterzo.

Yoongi pensava a quanto fosse buffo che proprio come era servito solamente un bacio per fargli mettere da parte tutto il rancore che provava nei confronti di Hoseok, era servito Hoseok per fargli mettere da parte il rancore per suo padre. Finalmente si stava rilassando. Sedeva su quel sedile con un cuore leggero, privo di massa, come dotato d'ali. Gli penetrò il petto pensare che quella tranquillità, una volta rimesso piede in casa, sarebbe svanita. Strinse le labbra e tentò di mandare giù il nodo in gola. Scappare da casa non era il problema, lo era ritornarci.

"Keep a place for meeee˜ For me!"

Non appena scattò il verde, Yoongi ripartì dritto. Accellerò. Hoseok decise di portare avanti la playlist e la calma melodia si spezzò in una più ritmata, penetrante, dritta fuori dagli anni '80.

"Adoro questa canzone!" disse con un fare rinvigorito. Regalò un'occhiata a Yoongi prima di abbassare totalmente il finestrino, lasciando così che una folata d'aria, umida e forte, entrasse dentro il veicolo e spazzasse via qualsiasi tipo di perplessità. Hoseok se ne beò con le palpebre chiuse e un sorriso alleggiargli in viso, i capelli svolazzavano sopra le ciglia e coprivano la visuale, eppure, noncurante, uscì lo stesso la testa dal finestrino. Yoongi gli diede un'occhiata e si morse le labbra assecondandolo. Non capiva cosa fosse la frescura che provava all'interno delle costole, possibile che il vento fosse entrato fin lì dentro? Lo stesso che sfiorava il sorriso svogliatamente esaltato di Hoseok mentre cantava. Yoongi premette il piede sull'acceleratore e con una mano alzò il volume della musica. Il ballerino si sporse ancora di più, fino ad avere metà busto al di fuori ed avere tutti i capelli lontano dalla fronte.

"Più veloce, hyung!" urlò, ridendo come un matto, incosciente, non badando affatto ai pericoli. Forse è questa la libertà che si prova quando non si conoscono i rischi, quella libertà che ti fa gridare spaventosamente e ti fa allungare le braccia al mondo, invitandolo in un abbraccio. La sua camicia colorata era finita sopra il suo addome, le ginocchia erano bloccate abilmente al sedile. Yoongi cercò di ignorare quel pizzico di apprensione e di darla vinta al filo di alcol dentro di lui e, di fatto, schiacciò fino al limite l'acceleratore, sopraffatto dalla sovraeccitazione. Sfrecciò fra le strade come se fossero in una gara, come se il tempo li stesse inseguendo e loro dovessero seminarlo, dimenticando che erano totalmente soli in quelle notturne strade buie.

"She took my heart filled with nothing but pain~!"

Hoseok si stava comportando come qualcuno che non aveva nulla da perdere e sembrava così gioioso di esserlo. Ecco di nuovo che Hoseok smontava le sue convinzioni: fino ad allora Yoongi aveva pensato che poteva esistere solo disperazione e solitudine nel non avere niente per cui rimanere in vita, ma forse, era la libertà più grande che si potesse raggiungere. Si mette da parte la paura - o meglio, non esiste proprio, puoi tendere una mano al vento e tagliarlo con le dita. A guardarlo, in Yoongi nacque una sensazione che non aveva mai provato. Una estrema voglia di sbocciare in una forma più radiosa e di correre via, il più lontano possibile, finchè non avrebbe avuto più bisogno di una casa.













Si erano accostati giusto sotto un lampione, in un vicolo buio, alle loro spalle il muro era pieno di graffiti e di fronte a loro c'era un parco. Era strano come i stessi luoghi che di giorno sono pieni di vita e colori di notte siano soli, senza un motivo di esistere, solo perché non c'è nessuno che li frequenta. Sono le persone che passeggiano, le nonne che chiacchierano sedute sulle panchine, i bambini che dondolano sulle altalene e ridono sopra lo scivolo che tengono in vita un parco. Dipende tutto da quanta vitalità emanano gli altri, è l'insieme di vite che lo abitano che gli dona un senso. La luce illuminava in pieno i volti dei due ragazzi, Yoongi poteva notare il leggero rossore sulle guance di Hoseok e le due gocce di sudore che scendevano lungo la sua fronte aggrottata. Gli strappò un lieve sorriso. Erano appoggiati al cofano dell'auto, sotto il cielo nero, la vita era in standby e loro sprecavano il tempo a osservare le stelle. Yoongi aveva imparato a sopportare la sua presenza, litigavano di meno, meno spesso si trovava in disaccordo, aveva cominciato ad apprezzare il silenzio della sua compagnia, ormai aveva affinato le sue abilità ed era arrivato a saper allineare i suoi stati vitali a quelli dell'altro.

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