Ventuno

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sono ricominciate le lezioni, purtroppo non riuscirò a essere attiva come adesso (ho pronti questo e il prossimo capitolo, quindi aggiornerò presto), però prometto che cercherò di mantenere lo stesso entusiasmo nello scrivere! un bacio 😽

"Tua mamma?"

Yoongi non poteva rifiutare dopo che Hoseok glielo aveva domandato in quella maniera, alla giusta distanza, con un paio di occhi che luccicavano di speranza e un piccolo sorriso sulle labbra.

Hoseok non trattenne il sorriso, aveva notato come prima cosa l'uso di mamma e non madre.

"Ha preso i farmaci e dorme. E..." Immaginava cosa volesse dire, a chi si stesse riferendo, dal solo oscurarsi dello sguardo e dall'ammutolirsi in fretta, dall'esitare, e dallo sperare che Yoongi non incalzasse. Ma dimenticava che Yoongi non era come lui, anche se i loro sangue erano fatti delle stesse cellule, lui era perspicace, coglieva le sottigliezze, intuiva i malesseri, era leggero come una folata d'aria, e non avrebbe chiesto niente che Hoseok non voleva che lui sapesse.

Yoongi non doveva aver mai messo piede dentro casa di un ricco. Era ammaliato dai mobili moderni in legno, dai soffitti alti, dai divani a isola in pelle bianchi, dai tavoli in marmo, dalla televisione 80 pollici. Hoseok lo trovava adorabile. Ma ciò che lo fece davvero fermare fu una libreria possente in salone. Centinaia di libri di fronte ai suoi occhi. Hoseok si piazzò accanto a lui, gli fece compagnia nell'osservarla

"Quanti libri sono?" Yoongi chiese con meraviglia.

"Ottocentoquarantadue." Hoseok rispose prontamente, dopo si ricordò dei due libri che aveva comprato settimana scorsa e di quello che stava leggendo in camera sua. "Ottocentoquarantacinque." Si corresse.

"Cazzo!" Yoongi scoppiò a ridere dallo shock. "È il mio sogno averne così tanti, ma non riesco neanche a guardare un film per dieci minuti di seguito, figurati leggere."

"Mica li ho letti tutti io, alcuni risalgono ai tempi dei miei bisnonni. Mia mamma amava leggere."

"Le devo chiedere il suo libro preferito." fece Yoongi, "Ricordamelo la prossima volta che la incontro."

Hoseok non sapeva spiegare cosa provava a sentire Yoongi rivolgersi con questa confidenza e affetto a sua mamma, era come se un fuoco fosse germogliato dentro il suo petto, però non un fuoco irruente, uno dolce, che sapeva dell'abbraccio di qualcuno che ti vuole bene.

"Con la musica va." Disse il produttore stirando le labbra in una linea retta. Non c'è neanche bisogno che dica che Hoseok voleva saperne di più e domandare, ma scelse di evitare: aveva una cosa o due da imparare da Yoongi e decise di imitarlo per una volta, non nelle cose che lo rovinavano ma in quelle che facevano bene agli altri.

"Si sentiva la tua mancanza al Sottoscala, tutti chiedevano di te."

Yoongi sorrise amaramente e sbuffò, "Certo, come no."

"Ti giuro!" Hoseok sgranò gli occhi, "Ci torturavano, volevano sapere se eri scomparso di nuovo o eri tornato in libertà vigilata."

"Libertà vigilata!"

"Ce ne siamo inventati di scuse: ha la febbre, sta lavorando a qualche canzone, è impegnato col lavoro, si è fatto una vacanza a Jeju."

Yoongi rise scuotendo la testa, osservò Hoseok andare in cucina e aprire il frigo, prendendo una bottiglia di soju assieme a due bicchierini, lo seguì e si sedette su uno sgabello.

"Magari stessi lavorando a qualche canzone, l'unica cosa che sono riuscito a fare è buttare giù qualche barra." Yoongi strinse gli occhi in una smorfia quando ingoiò il soju.

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