Diciotto

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Dopo che lo fai seguono dei minuti in cui sei in uno stato di trance. Non senti, non provi niente, solo il rimbombo del dolore, l'eco delle tue lacrime strozzate, il bruciore dei tagli, e ti rendi conto che sei uno spazio cavo, una stanza insonorizzata e ti sei rovinato con le tue stesse mani.
È sabato. Papà urla, lo fa da dieci minuti; mamma piange, lo fa da settimane. Senti il rumore acuto e penetrante di qualcosa che si rompe e pensi che sia papà che lancia i piatti contro il muro. Non è la prima volta che lo fa, lo fa spesso quando si arrabbia. A volte mamma non fa neanche in tempo a portarti in un'altra stanza e sei costretto ad assistere a tutta la sua ira. Ma questa volta sei stato furbo, ti eri già chiuso in bagno da ore a piangere, a impugnare un rasoio, ancora prima che papà tornasse a casa e mamma osasse parlare.

Per quanto forti le urla e i piatti che si frantumano siano, per quanto ti possano bruciare i vestiti contro la pelle, niente riesce a superare il rumore che il vuoto dentro di te fa.





























Taehyung – meglio tardi che mai – tornò con i caffè. Da allora l'atmosfera era stata silenziosa, nessuno dei tre aveva qualcosa da dire, tantomeno Taehyung, che notò come le mani di Yoongi e Hoseok si allontanarono velocemente e in maniera innaturale al suo arrivo. Tutti e tre avevano evitato di guardarsi a vicenda e avevano giocato ad una gara di silenzi: il primo a parlare doveva subire la perdita e un'umiliazione enorme. Giocarono finché Taehyung, stufo e dopo tanti ripensamenti, non decise di andarsene. L'aria era più leggera, fresca, potevano finalmente lasciare andare il respiro che stavano trattenendo.

"Sai, io ho solo lei. Potrei abbandonarla, ma non posso." Hoseok fu colui che ruppe il silenzio. Yoongi si voltò a guardarlo, Hoseok teneva il capo reclinato all'indietro e lo sguardo rivolto al soffitto.

"In che senso?"

"A volte penso che potrei anche morire," disse in un filo di voce, con vergogna, "Lascio lei, abbandono lei, però lei ha bisogno di me."

"Avere qualcosa da abbandonare, ti da il diritto di morire?"

Colto dall'ironia, Hoseok sorrise leggermente. Ci aveva pensato spesso se le sue convinzioni fossero fruttuose e sensate, a come sarebbe stato abbandonarla e a cosa avrebbe provato. Se hai qualcosa da abbandonare, non vuoi morire, non puoi, è lei che ti fa vivere, è tutto per lei, ma perché, allora, desiderava di morire?

"Non potrei mai abbandonarla."

"Non credi sia da egoisti pensarla così?"

Osservò Yoongi. Era titubante e deciso allo stesso tempo, il suo sguardo denotava una marea di emozioni intrecciate tra loro, Hoseok faceva fatica a decifrarne anche solo una. A Yoongi non interessavano le cose che interessavano lui eppure erano la stessa anima in due corpi separati, Yoongi voleva andare nel profondo, voleva sfidare, mettere in discussione, a Yoongi incuriosivano gli aspetti più strambi. Gli era grato per non fargli domande banali, per dargli lo spazio e la possibilità di esprimersi, per permettergli di farlo. Era contento che Yoongi fosse Yoongi, anche in situazioni come queste. Il sorriso che fece non c'entrava niente con la risposta alla domanda, riguardava solo il fatto che gli piacesse lui come persona.

"Sì, ma almeno sarei importante."

Yoongi sorrise in maniera buffa, quasi rise. "Certo che sei strano."

"Non è qualcosa da dire ad un ragazzo che ha la madre in ospedale."

"Sei tu che hai iniziato a parlare di morte." lo spintonò, " Voglio morire perché non sono importante, voglio morire ma non voglio abbandonare mia madre. Bla bla bla!"

𝐌𝐔𝐒𝐈𝐂 𝐌𝐀𝐑𝐀𝐔𝐃𝐄𝐑𝐒Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora