VI

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<<Chia, tranquilla vedi che riuscirai a vincere la sfida, sei fortissima>> rincuorai un minimo la mia amica, la quale era appena tornata dalla sala relax con una busta rossa, Todaro l'aveva messa in sfida.
<<Non voglio uscire, non adesso almeno, devo ancora far vedere a tutti chi sono e soprattutto che non sono come dice lui, costruita>> disse la ragazza piangendo tra le mie braccia.
Passarono altri 15 minuti ed io purtroppo dovetti lasciarla da sola con le altre, dovevo andare a lezione.

Feci la strada con Francesco, io e lui diventammo davvero buoni amici, posso dire quasi un fratello maggiore.
Parlammo di tutto quello che stava succedendo tra lui e Sarah, di come lui si fosse allontanato da lei senza nessuno apparente motivo, o almeno c'era ma non voleva dirlo alla ragazza in questione. Io gli consigliai di parlarle e chiarire una volta per tutte, entrambi soffrivano in questa situazione.
Salutai il mio amico e mi diressi in sala 2, dove avrei tenuto la mia lezione con Giovanni Sciabbarrassi.

<<Buongiorno>> salutai educatamente <<Buongiorno a te, sei pronta?>> iniziammo scaldando prima la voce e poi mi fece vedere tutti i brani che avrei dovuto prepare, mi venne quasi un colpo quando lessi il titolo di una delle canzoni.
<<Il tuo professore mi ha espresso una preferenza su 'Listen before I go' di Billie Eilish, so che è una canzone difficile per te..riuscirai a cantarla?>> mi chiese gentilmente <<Uhm non so, è una canzone che mi riporta ad un periodo molto complicato della mia vita, poche canzoni mi fanno piangere, e questa è proprio una di quelle>> <<Che dici, vogliamo provarla?>> sospirai, rassegnata dal fatto che avrei dovuto cantarla <<Posso...posso provarla al piano?>> domandai <<Certo, secondo me è una buona idea, poi chiederemo anche a Rudy per la conferma>>.

La ragazza iniziò a pigiare i primi tasti del pianoforte ma si fermò all'istante, le sue mani tremavano <<Ce la puoi fare, Bea>> sussurrò il vocal coach.
La mora prese coraggio, cominciò a suonare le prime note e cantare la prima strofa.
I suoi occhi erano già lucidi, tutte le immagini degli anni passati le passarono davanti agli occhi, come se fossero un film.
Una lacrima scorse giù per tutta la guancia, sbavando il mascara che indossava quella mattina.
Stava cantando, ma stava cantando male, senza prestare attenzione all'intonazione, pensava solo a tutto il dolore di quegli anni.
Le sue mani si sollevarono velocemente dai tasti del pianoforte, la sua voce si interruppe all'improvviso, non riusciva a guardare negli occhi Sciabbarrassi, era come paralizzata.
<<Scusa>> disse quasi sussurrando <<Va tutto bene, tranquilla, so che per te è davvero difficile cantare questa canzone, ma piano piano ci riuscirai>> <<Voglio farlo, credo che se riuscirò a cantare questa canzone forse potrò togliermi un peso da dosso, poter davvero ricominciare a vivere>> disse decisa.
Ma tutta quella determinazione scomparve quando si ritrovò nuovamente a cantare, questa volta però, si concentrò maggiormente e venne fuori qualcosa di decente.
Cercava di non piangere, di non mostrarsi debole agli occhi altrui, ma purtroppo i suoi occhi azzurri la tradivano, erano contornati dal rosso.
Rimase un'ora in quella sala, a provare e riprovare, gli occhi lucidi fissi e qualche lacrima versata.
Il vocal coach le diede il via libera, dicendole che per quella giornata poteva bastare.
La mora tornò in casetta ed andò di fretta e furia in camera sua, evitando chiunque le chiedesse cosa fosse successo.
Si nascose nel bagno della sua stanza e pianse, pianse tanto, tutto il dolore che si era tenuta dentro in quelle ore di lezione.
<<Bea, Bea apri, sono io>> la ragazza riconobbe quella voce ma non aprì la porta, non voleva mostrarsi in quelle condizioni davanti al ragazzo.
Continuava a singhiozzare, come se quel pianto fosse infinito <<Bea per favore>> Salvatore continuò a bussare, ma lei non gli avrebbe aperto la porta, non ci riusciva, la vista le si era appannata e non aveva le forza di alzarsi dal pavimento di quel piccolo bagno.
<<Bi, voglio solo sapere come stai, per favore, aprimi la porta>> così, passandosi una mano sugli occhi per scacciare via qualche lacrima, la ragazza si spostò dalla porta ed il romano si fiondò all'interno, abbassandosi al livello della mora e prendendola tra le sue braccia.
Entrambi erano seduti per terra, lui continuava a baciarle la fronte dicendole che fosse tutto ok e quei piccoli gesti riuscirono a calmare un minimo la ragazza <<Vuoi andare in giardino? Magari un po' d'aria fresca ti farà bene>> suggerì accarezzandole i capelli ed asciugandole le lacrime, in risposta la napoletana annuì.
Raggiunsero il giardino sul retro, quello era diventato quasi il loro posto.
<<Mi vuoi dire perché stai così?>> domandò il ragazzo piano, continuando a toccare i suoi capelli lunghi <<Devo cantare una canzone>> furono queste le prime parole della ragazza <<Quale?>> <<Listen before I go di Billie, credo tu sappia di cosa parla>> il ragazzo annuì e forse capì il motivo di quella sua reazione <<È una canzone importante per me, descrive a pieno un periodo della mia vita, ero appena uscita da una relazione tossica e subito dopo ci fu la morte di mamma. Arrivò tutto insieme, tutto quel dolore in una sola volta, volevo lasciare tutto e lo stavo per fare, ma poi pensai a mio fratello, non avrei mai potuto fargli una cosa del genere, non avrei mai potuto lasciarlo da solo>> bastarono queste parole a far capire al ragazzo di cosa stesse parlando che, senza pensarci due volte, la abbracciò forte, mostrandole che lui c'era e ci sarebbe stato in qualsiasi momento.
La ragazza nascose il viso nell'incavo del suo collo e sospirò.
<<Sei tanto forte tu, lo sai vero?>> ma Beatrice non gli credeva, una persona forte non starebbe qui a piangere davanti a qualcuno, a mostrare le proprio fragilità.
<<Bi, guardami>> lei lo guardò negli occhi e lui le prese il viso tra le mani <<Tu sei fortissima, d'accordo? So che in questo momento starai pensando il contrario, ma non è così. Mostrarsi fragili non è sinonimo di debolezza>> le sussurrò passandole i pollici sulle guance, asciugando le ultime lacrime rimaste.
<<Grazie>> ammise sinceramente <<Non ringraziarmi, devo ringraziare io te>> ma la ragazza non capì perché avrebbe dovuto farlo, infatti lo guardò confusa <<Per esserti fidata di me, per esserti aperta con me e per avermi fatto entrare nel tuo mondo>> spiegò il ragazzo. A quel punto la ragazza si rese conto che quella era la prima volta in cui si era aperta così profondamente con qualcuno, nemmeno con i suoi migliori amici ci riuscì.
Sorrise, fece un sorriso sincero ed in quel momento capì che, forse, si sarebbe potuta fidare di qualcuno veramente, che quel qualcuno non le avrebbe fatto del male come in passato, che non le avrebbe spezzato il cuore.

Spazio Autrice.

Capitolo triste? Perché no? un bel piantino ci sta sempre.
Piano piano uscirà la storia della nostra protagonista, ma forse già da qui si può intuire quanto abbia sofferto.

⚠️Mi scuso per i temi trattati, davvero, ma prometto che questa sarà la prima ed ultima volta che ne parlerò in questa storia, non voglio urtare la sensibilità di nessuno.

Se vi va lasciate una stellina e vi voglio bene⭐️🤍

-F

il male che mi fai || petit Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora