Capitolo 12: 𝒾𝓁 𝓅𝓇𝒾𝓂ℴ 𝒶𝓅𝓅𝓊𝓃𝓉𝒶𝓂ℯ𝓃𝓉ℴ

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Pov: Russia

Ero molto ansioso, questa sera sarei andato a cena fuori con America e non sapevo cosa mettermi!! Ok, ok... lo so, sono solo le 11 di mattina PERÒ SONO ANSIOSO!!! Immaginatevi voi a dover uscire con la vostra crush, però prima gli avevo chiesto se voleva fare una passeggiata con me ESATTAMENTE TRA 30 MINUTI!!! Iniziai a correre in panicato per la stanza e a prende i primi vestiti che mi capitarono sotto mano, e andai in bagno a prepararmi. Come maglietta avevo preso una nera con sopra un teschio, come felpa da legare alla vita una grigio scuro, jeans neri e scarponi visto che ieri notte ha nevicato, dei guanti senza dita e come tocco di classe il mio amato cappello.

Guardai l'orario e notai che tra 5 minuti dovrei essere al parco, vabbè tanto è dietro casa «CIAO PAPÀ» urlai mentre uscivo «fermo lì ragazzo!» disse mio padre, io mi immobilizzai e mi girai a guardarlo «s-si?» dissi titubante, lui mi squadrò da capo a piedi avvicinandosi a me «dove vai?» mi chiese diffidente «a farmi una passeggiata qui dietro nel parco» risposi cercando di essere convincente, mio padre incrociò le braccia e socchiuse gli occhi diffidente, poi si rilassò e mi accarezzò il cappello «va bene dai però torna per pranzo» io sorrisi «ok» lo salutai e uscii di casa, guardai l'ora «11:32 CAZZO!» esclamai, iniziai a correre per il parco "speriamo che non se ne sia andato" continuavo a pregarmi dentro.

Arrivai a '37 e iniziai a guardarmi in giro però non lo trovai da nessuna parte, era mezzogiorno meno dieci e mi sedetti su una panchina ormai stanco per aver corso per tutto il parco "ora penserà che l'ho solo preso in giro!!!" Mi rimproverai, una persona mi si chinò davanti e cominciò a guardarmi «Russia?» mi risvegliai dai miei pensieri e lo guardai, era America.... «ci sei?» mi chiese sventolando una mano davanti ai miei occhi, mi alzai e lo salutai con un'abbraccio «scusa pensavo te ne fossi andato» lui mi guardò diffidente «Mhm, in realtà sono appena arrivato, i miei mi hanno trattenuto» mi disse staccandosi da me e squadrandomi da capo a piedi «anche mio padre mi ha trattenuto un po'» lui si girò e cominciò a camminare, mi guardava di continuo come se potessi prendere un coltello e fargli del male «che succede? C'è qualcosa che ti preoccupa?» gli chiesi guardandolo, lui alzò lo sguardo e mi guardò dritto negli occhi «no, tutto apposto» mi stava scrutando come se fossi una spia «allora?» America spostò lo sguardo sulla strada dritta di fronte a noi mentre io abbassai la testa e guardai l'orologio «c'è qualcosa che ti preoccupa?» mi chiese avvicinandosi a me «no perché?» alzai lo sguardo su di lui  «non lo so, guardi l'orologio» io mi portai una mano dietro la testa imbarazzato e sorrisi «mio padre vuole che sto a casa per pranzo quindi cerco di essere puntuale» lui sempre formale e con la sua camminata da soldato annuii «comunque non c'è bisogno di essere così formali eh» dissi scherzoso, lui riprese a camminare come una persona normale ma ancora era diffidente da me «è difficile da dire quando si è fuori col figlio del tuo peggior nemico» disse lui mentre continuava e tenere gli occhi sulla strada «lo so che sembra strano che io ti abbia invitato fuori ma solo per parlare, sai no? Come... amici» lui sgranò gli occhi sorpreso e con un filo di voce disse «a-amici...?» e io annuii con un lieve sorriso sulla bocca e le guance leggermente blu «si, amici...» dissi abbassando la voce, stavo con la testa fra le nuvole pensando a me e America che ci baciavamo, che ci coccolavamo e che scopavamo ma non mi resi conto del pericolo che stavo correndo....
«ATTENTO RUSSIA!!!» mi urlò America prendendomi per un braccio e tirandomi verso di lui, una macchina mi passò dietro e lui... mi aveva appenò salvato la vita... un signore da lontano ci urlò «hey!!! Insomma è tutta una finta!! TU E IL FIGLIO DEL SOVIETICO SCOPATE MENTRE NOI MORIAMO DI FAME?!» ci urlò quel signore avvicinandosi a noi, sembrava un cinquantenne dalla pancia che aveva e dalla barba, poi notai come eravamo messo io e America e lì capii perché ce lo stava urlando, io e lui stavamo praticamente attaccati come in un abbraccio «no, mi lasci spiegare» disse America staccandosi da me e avvicinandosi al signore.
America continuava a parlare al signore di cosa fosse successo in realtà ma poi finimmo in un vicolo buio, il capitalista tirò fuori un coltello e lo ficcò nella pancia del signore per più volte, io guardavo spaventato la scena ma anche affascinato da America «vede, tutto questo non è reale» lui si girò e mi prese per mano tirandomi via dal vicolo e nascondendo l'arma, mi girai e lo guardai stupito, e lui con un lieve sorriso mi disse «o questo o io e tuo padre saremmo morti dalle proteste» io abbassai lo sguardo e annuii lentamente «comunque grazie... per prima...» lui sorrise e mi accarezzò il cappello «ora siamo pari ragazzo» perché par- AAAAH PER QUELLA VOLTA IN ASCENSORE ECCO PERCHÉ, ora sono intelligente.

🅝🅤🅛🅛🅐  🅒🅘 🅢🅔🅟🅐🅡🅔🅡🅐 🅜🅐🅘               ♫♥RusAme☾❦Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora