Tyler
Incubi
Nevermore AcademySgrano gli occhi e la guardo scioccato, mentre lei continua singhiozzare con la testa appoggiata al mio sterno e la faccia sepolta nella mia camicia, probabilmente sporca di trucco.
Non mi importa.«Cosa?» sussurro talmente piano che non so neanche se mi abbia sentito.
Alza finalmente la testa e mi guarda tristemente.
«H-ho ucciso una persona i-io non volevo farlo è solo ch- io» la sua voce è rotta da un pianto che non riesce a fermare.
«Vieni, ti porto in camera. Dafne assicurati che Enid stia bene» la prendo in braccio a mo' di sposa e lei non si oppone, credo non le importi per nulla in questo momento.
***
Apro la porta della sua stanza, anche se sarebbe vietato ma è l'ultima cosa a cui dovrei pensare adesso.
«Scusa» sussurra mentre la metto giù con delicatezza.
Le sorrido, spostandole qualche ciocca di capelli dal viso.
«Non importa Streghetta» storge il naso, «Che schifo di nomignolo» borbotta in modo adorabile.
Ci guardiamo negli occhi per un tempo indefinito finché lei non distoglie lo sguardo, abbassandolo al pavimento.
«Devi fare una doccia» riporta le sue iridi notte su di me e annuisce piano.
Scuoto la testa e le tolgo due lacrime nere di mascara che le avevano rigato le guance con le dita.Ha smesso di singhiozzare, ma non di piangere.
Rimane immobile, come se fosse in una specie di trans.
«Mercoledì» sembra non sentirmi, così la prendo per le spalle, preoccupato.
«Mercoledì? Mi senti?» sbatte le palpebre e mi guarda con gli occhi sgranati.«Sono solo un'assassina, solo questo» sussurra chiudendo gli occhi e stringendo i pugni talmente forte da fare sanguinare i palmi.
Sospirando le prendo lentamente fra le mie, «Che cos'è successo?» scandisco chiaro ma non brusco.
Non mi sembra il caso di spaventarla adesso.«Era una sirena» si siede sul letto e io la imito, «Mi importunava da tanto. Mi stava intorno, ci provava con me e quando è arrivato quasi a farmi del male gli ho spezzato il collo. Non provavo altro che soddisfazione..ma per poco perché poi l'indifferenza è tornata a sovrastare quella piccola parte umana che mi restava. Adesso ho delle specie di visioni dove vedo una ragazza che mi assomiglia che mi dice sempre frasi minatorie, sento delle voci, cose che non esistono e poi..quando potevo spegnevo le emozioni, così mi liberavo di quella sensazione orribile. Adesso però non posso più farlo e non riesco a sopportare tutto questo» per tutto il tempo guarda un punto indefinito sul pavimento.
Sospirando le circondo le spalle con un braccio, «Mi dispiace» tira su con il naso, «Tu non devi dispiacerti anzi. Ti ho fatto del male. È tutta colpa mia» attimi di silenzio.
Si alza lentamente e io faccio lo stesso.
«Grazie. Non so come hai fatto a sopportarmi» sussurra mentre altre lacrime le bagnano il viso, «Perchè non te ne sei andato? Non ho fatto altro che insultarti e farti soffrire. Quindi, se non vorrai più vedere il mio volto lo capisco» le poggio una mano sulla guancia, abbozzando un sorriso.
«Non ti dimenticherò mai Mercoledì. Non posso farlo» rispondo avvicinando il viso al suo.
«E perché? Non sai neanche se adesso tu sia ricambiato da me. Dafne mi ha detto che eravamo fidanzati.. più o meno» azzarda, «E ha ragione. Senti, è colpa mia okay? Odiami. Odio, ecco quello che dovresti provare verso di me» si alza sulle punte per potermi guardare meglio.
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Poker face (wednesday's story)
FanfictionLa noto infondo alla classe, la penna fra le mani che picchietta sul banco. Con aria assente guarda il foglio bianco che ha davanti. Aggrotto le sopracciglia, «Scusa, ci conosciamo?» lei alza di poco lo sguardo, incastrando le sue iridi ghiaccio all...