Tyler
È colpa mia...
Sharptooth ClinicÈ colpa mia.
È soltanto colpa mia, soltanto mia.
Sapevo che cosa potesse accadere, quello che è successo, lo sapevo, eppure ho sbagliato, pensando prima a me stesso che a lei.
Non riesco ad immaginare che tutto quello che hanno fatto a me, lo faranno anche a lei.
Ma dalle urla che ho sentito prima, direi proprio di sì.
«Ti avevo detto che non si scappa dalla Sharptooth» cerco di liberarmi dalla camicia di forza che indosso, senza alcun risultato.
«Beh, però sicuramente ti ricordi come io e Dafne siamo stati gli unici capaci di fuggire da questo maledetto posto» rispondo con un ghigno, «Non fare lo stronzo, peggiori soltanto le cose così» «Non girarci intorno, cosa volete farmi Clark? Anzi, cosa volete farle» questa volta è lui che ghigna, guardandomi come se fossi l'essere più insignificante di questa terra.
«Non lo so, non è mio dovere saperlo» risponde freddo, «Ci credo quanto credo che questa sia una clinica di riabilitazione» ribatto sarcastico.
Stringe il mio braccio più forte, «Non lo so. Ora basta o ti tappo la bocca con le cattive maniere» «Non sarebbe comunque peggio di tutto quello che mi avete fatto».
***
«Oh, ma quanto tempo. È un piacere rivederti Centodieci» sbuffo, «Chiudi la bocca Rosalinde» la donna fa cenno di lasciarci soli.
«Beh? Non hai altri esperimenti da fare oggi? Che modo hai trovato per farmi soffrire, sono curioso» incrocia le braccia, ghignando.
«Effettivamente, un modo esiste. Ed è molto più potente di tutto quello che ti abbiamo fatto qui dentro fino ad ora» alzo un sopracciglio, «Sono tutto un fremito» la sfotto sedendomi sull'unica sedia presente, che sicuramente avrà qualche sensore di dolore o roba così.
«Beh, il modo migliore di fare soffrire te...è fare soffrire Lei» scandisce lasciandosi andare ad un sorriso tagliente, stringo i pugni, fulminandola con lo sguardo.
«Cosa le avete fatto?» sibilo, «Nulla di che, sai, si deve ancora abituare al dolore. Il peggio verrà più in là, non temere. Soffrirà almeno il doppio di quanto hai sofferto tu, e sai perché?» la guardo con una rabbia mai provata, «Perchè?» si guarda le unghie, «Beh, perché è legata a te, prova il tuo dolore, tu provi il suo. In breve, tu soffrirai ogni volta che noi le faremo del male e beh...viceversa. Un ibrido, un Hyde, un po' di amore e puf! Dolore».
Mi alzo in piedi, pronto per farle del male, ma lei mi allontana con una sola mano.
Magia.
«Tu. Sei un Strega Oscura, vero?» mi alza il mento con un dito, «Bingo» sorride, camminando per la stanza con noncuranza.
«Stronza. Se lo Sharp-» «-Non lo hai ancora capito?» mi interrompe ridendo, «Lo Sharp, sono io» sgrano gli occhi.
«Chi meglio di me, infondo...» prende una sedia e si posiziona davanti a me.
«La Sharptooth fu fondata più di cento anni fa dai miei antenati. La tradizione è andata avanti nel corso del tempo, ed ora è arrivato finalmente il mio turno. Avanti Tyler, non era poi così complicato» fa una pausa, «Il punto però non è questo».
«E quale? Perché avete rapito me, Mercoledì, Dafne e tutti gli altri prigionieri?» alza gli occhi al cielo, «Ovvio, per rinchiudere il potere di ognuno di voi qui dentro. Comandarvi, domarvi, usarci a scopi personali. E sì, forse anche soltanto per divertimento. Ma... Mercoledì è un caso a parte» il mio cuore salta un battito quando sento il suo nome.
«Parla» ringhio, «Beh, lei è un ibrido, questo è chiaro. Ma il sangue che scorre nelle sue vene è anche il tuo, ormai. E un ibrido fra un Hyde e un Corvo non la aveva ancora vista nessuno. Il problema, che potrei sostituire con un "wow" sta nel fatto che lei è un essere superiore a tutti qui dentro. Me compresa, dunque...tu non hai fatto altro che offrirmi su un piatto d'argento quello che aspettavo da sempre. Un caso speciale, qualcosa di mai visto. Quindi quello che ti devo è un sentito grazie, Tyler» «Vedo che inizi a chiamarmi per nome, incredibile» «E tu hai iniziato a darmi del tu, cosa che ti permetto di fare perché oggi mi sento buona».
«Certo, cosa intendi per buona? Che hai fatto soffrire le pene dell'inferno a Mercoledì? Questa è la tua bontà, beh, devo dire che la trovo alquanto bizzarra, sai?» rotea gli occhi, «Dettagli. Quello di oggi era solo un piccolo assaggio di quello che la aspetta. Ovvero una vita di sofferenza e di dolore. E questo per colpa tua, dolce innamorato» «Vaffanculo» ribatto infuriato, essendo consapevole che non posso farle alcun male.
«Cosa le hai fatto?» ride appena, «Le ho soltanto ricordato cos'è. Una assassina»
Non ti ho mai amato gentleman
Strizzo gli occhi e cerco di scacciare dalla mente i ricordi della Mercoledì senza emozioni.
«Lei non è una assassina razza di maniaca» sbuffa, facendo ancora il giro della stanza sterile e grigia, vuota di qualsiasi arredamento.
«Oh, invece sì. Probabilmente non ti ha raccontato delle emh..dodici vite spezzate per colpa sua».
Dodici?!
«Cosa?» sussurro scioccato, «Esatto. Che delusione eh? Ma sai una cosa? Quella Mercoledì per me era assolutamente perfetta»
No, no no no.
Fa che non...«Non lo hai fatto» sorride, «Oh, e invece sì. Fra circa mezz'ora tornerà come prima, e l'amore per te svanirà, come il resto delle sue emozioni. Ops» spiega con tono innocente.
«Perché?» «Perché? Perché in questo stato non starà qui a lagnare e piangere come una bambina e sopporterà il dolore come se non fosse niente. E poi ammettilo, le sue battute erano uno spasso» mi strizza l'occhio.
«Ma la mia scena preferita è stata quando si è buttata da quella torre, pensando davvero che sarebbe morta. Patetico, davvero patetico» Clark e Devis -le due guardie- entrano di nuovo.
«Portatelo via» ordina severa, «Sei davvero una stronza. Fottiti» mi saluta con un cenno della mano mentre vengo riportato nella mia cella.
***
«Divertiti a stare qui dentro. Ci vediamo presto» vengo lasciato solo, e appena sono certo che i due siano andati via, mi avvicino alle sbarre di ferro che mi separano da Mercoledì.
«Mercoledì!» sussurro, ma non ottengo risposta.
Mi dà le spalle, è immobile, «Sono io. Dì qualcosa, avanti» lentamente si volta a guardarmi.
«Beh, che cosa vuoi? Una foto?» ribatte sbuffando.
Quella strega maledetta.
«Mercoledì, ricorda chi sei ti prego» si siede sul letto, accavallando le gambe con nonchalache
«Nah, sto così bene così. Ops, non posso stare bene» ghigna, «Ma guardati, sei patetico. Cosa credi? Di potermi far tornare indietro? La risposta è: no, non ci riuscirai».
Merda.
«Invece sì. Provaci» «No. Non mi interessa, così è più divertente, d'ora in poi niente e nessuno mi impedirà di fare quello che voglio» sorride tagliente.
E adesso? Cosa faccio?
Spazio autrice:
Ciao a tutti!
Sono riuscita a pubblicare in modo regolare, meglio dai.
Rega, la verità è finalmente stata svelata, ma adesso abbiamo un grande problema da risolvere. Povero Tyler, sempre a lui tocca (un momento di silenzio per lui).
E nulla, se il capitolo vi è piaciuto lasciate un commento o una stellina,
Baci,
Chiara 🦋
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Poker face (wednesday's story)
FanfictionLa noto infondo alla classe, la penna fra le mani che picchietta sul banco. Con aria assente guarda il foglio bianco che ha davanti. Aggrotto le sopracciglia, «Scusa, ci conosciamo?» lei alza di poco lo sguardo, incastrando le sue iridi ghiaccio all...