Medesimo disinteresse

344 21 5
                                    

Aveva trovato davvero assurdo e ingiusto il comportamento di Snape nei suoi confronti, ma non aveva potuto controbattere.
Era stata ammutolita dal mago semplicemente con uno sguardo e questo era sufficiente per abbassare la testa e accettare l'umiliazione.
Impossibile sarebbe stato essere solo lontanamente all'altezza di Severus Snape in fatto di sarcasmo e pungente ironia.

Doveva stare zitta, mordersi la lingua e passare oltre e seppure questo non era ciò che sentiva di voler fare, se non desiderava passare il resto dell'anno in punizione a pulire calderoni, doveva semplicemente abbozzare.

Non tanto da Hermione Granger, ma comunque da ragazza ormai adulta che comprendeva quando era necessario intervenire e quando invece fosse meglio non farlo.
E l'accaduto di quella mattina -cinquanta punti in meno per essersi alzata senza permesso e altri venti per aver protestato con un semplice "no"- aveva richiesto molto autocontrollo da parte sua per non intervenire piccata.

Ma l'amarezza di essere stata nuovamente umiliata da un insegnante era tanta ed era stata davvero lì lì per sbottare.
Si chiese, mentre proseguiva per i corridoi verso la sala comune di Grifondoro, che cosa portasse una persona a diventare indifferenti nei riguardi del prossimo tanto da non sentire neanche il senso di colpa divorarlo.

Severus Snape non sembrava pentirsi dei suoi maltrattamenti.
Della sua lingua che frustrava incessantemente contro di lei e contro gli studenti tutti.
Era inflessibile in ogni contesto e non avvicinabile da nessuno se non si voleva incappare in qualche punizione memorabile.

Si chiese, ancora, se ci fosse un qualche briciolo di umanità in quell'uomo, un minimo di spassionato riguardo e affetto per qualcuno. Non sembrava averne neanche per se stesso, a dire il vero.

Sgarbato sempre, sarcastico tre quarti della sua giornata, sette giorni su sette, forse anche la notte mormorava nel sonno rimproveri e maldicenze contro i suoi studenti.
Parlava da solo, forse, riflettendo su risposte e offese che sarebbero potute servirgli affinché i suoi studenti lo detestassero ancora di più.

E anche qui: cosa portava una persona a volersi sentire disprezzato e odiato da chiunque lo circondasse?
Hermione aveva combattuto spesso il bullismo e i maltrattamenti nei suoi confronti per essere la secchiona, il topo da biblioteca con i denti da castoro e invece Severus Snape sembrava proprio studiare metodologie innovative per farsi sparlare dietro e additare come il bastardo, unto professore di pozioni.

Non sarebbe stato più bello essere amato  e compiaciuto per la sua bravura come insegnante?
Il disprezzo che tutti gli riservavano invece sembrava sfamarlo. Sembrava usare tutte quelle maldicenze come pozioni curative. Forse, anzi, certamente ne rideva e se ne compiaceva e se ne fosse stato capace avrebbe addirittura ringraziato i suoi studenti per il veleno che gli lanciavo quotidianamente contro.

Ma contro, e Hermione essendo parte dello studentato ne era perfettamente consapevole, a essergli lanciato addosso non era solo veleno, ma vere e proprie lame sottili e affilate.
Parole così sprezzanti, occhiate così gelide, gesti volgari e soprannomi vergognosi che Hermione veramente non sapeva come Snape riuscisse a non sentirsi sfiorato da tutto ciò.

Per aver sentito Ron parlare di lei al primo anno come saccente so tutto io insopportabile, dopo una piccola imitazione di come parlasse, si era sentita cadere il mondo addosso per essere sempre quella diversa e non accettata. Aveva passato l'intero pomeriggio a piangere chiusa nel cubicolo di un bagno!
Non comprendeva dunque come un uomo, mago comunque capace, fosse così impassibile e indifferente invece a offese di ogni genere.

Se non fosse stato un uomo iracondo,  fuori dalla portata di chiunque e impossibile da avvicinare solo per fargli anche una domanda riguardo la lezione, glielo avrebbe chiesto.
Magari prendeva spunto anche lei.

Ciò di cui era sicura, però, era che il livello di detestazione che lui provava per lei, lei glielo ricambiava con tutto il cuore e che semmai avesse avuto modo di prenderlo di petto un giorno lontano, non più sua studentessa, avrebbe usato la stessa ironia pungente e la stessa indifferenza nella reazione che sicuramente le sarebbe arrivata di contro.

Sapeva perfettamente che non sarebbe servito certo a farlo pentire o a rendergli la vita una commedia in cui recitare -anche perché aveva la vaga impressione che già fosse così- ma lo avrebbe fatto per il gusto di potergli finalmente rispondere in faccia tutta la sua frustrazione di anni passati nelle umiliazioni.

E questo non era certo da Hermione Granger: la nobile e coraggiosa Grifondoro dai sani principi e la solida morale, ma sentiva dentro di lei che fosse ciò che Severus Snape meritava.

Per ora bastava l'accorato disinteresse che li univa in quel luogo istituzionale quale era quello scolastico.
Era sufficiente. Se non avesse perso la pazienza prima.

Un altro capitolo della medesima storia (Snamione story)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora