Un medesimo slancio di pazzia

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Hermione, come promesso a Severus, aveva evitato di raccontare cosa era accaduto tra di loro il giorno prima a Harry.
Aveva la vaga impressione che lo sarebbe venuto a sapere, se lei avesse infranto la promessa e discutere con lui non era ciò che si era prefissata.
Anzi; rimanendo in biblioteca più a lungo e vedendo Harry e Ginny andare via mano nella mano, probabilmente a nascondersi da qualche parte nel castello, Hermione incominciò a prendere in considerazione la possibilità di approfondire il rapporto con Severus e magari chiedere lei a lui, qualche volta, di incontrarsi.

La cosa che più le premeva erano le parole di Harry, che comunque non riuscivano a rimanere in un angolo nascosto della sua mente.
Se avessero continuato dove sarebbero andati a finire?
Hermione si chiese se tutte le azioni che Severus le aveva permesso fino a quel momento, fossero campanelli di allarme del fatto che forse lei era di più.
Non le aveva mai chiesto esplicitamente di fare qualcosa, ma l'aveva sempre portata a fare di sua spontanea volontà quello che anche lui era evidente desiderare.

Hermione si portò alle labbra la penna con cui stava scrivendo.
Il giorno prima era rimasta tra le sue braccia per un tempo infinitamente lungo, baciando il suo collo, passando le dita tra i suoi capelli, dandogli piccoli baci sulle guance, leccando il suo orecchio. Cose che con i suoi precedenti partner non aveva mai fatto e su cui non si era mai soffermata.
Anzi, dopo il sesso con Krum o con Ron, si alzava dal letto e si infilava sotto la doccia.
Bagnati entrambi dei loro umori, erano rimasti su quel divano fino a sera tardi. Lei seminuda tra le sue braccia, il respiro caldo contro il suo collo e le mani poggiate leggermente sulle sue cosce.

Una situazione che probabilmente poteva essere ancora più intima di quello che avevano fatto poco prima.

«Signorina Granger, ma insomma!» Urlò Madama Pince, facendola riscuotere dal suo torpore.
La bibliotecaria era davanti a lei, con le mani sui fianchi e guardava con sconcerto il libro davanti a Hermione.
Lei abbassò lo sguardo, spalancando gli occhi.
Portandosi la penna alle labbra e rimanendo in uno stato catatonico, non si era accorta che dalla punta della penna piuma era caduto dell'inchiostro, sporcando il manoscritto su cui stava studiando.

«Mi dispiace infinitamente!» Disse Hermione recuperando la sua bacchetta e ripulendo tutto.
Ma Madama Pince aveva ormai l'umore guastato.
«Non mi sarei mai aspettata un comportamento così sconsiderato da parte tua!» E detto questo le strappò il libro da sotto il naso e con passo arrabbiato se ne andò lasciando Hermione immobile.

Sospirò, raccattando la sua borsa e dirigendosi verso la sezione di pozioni per trovare un altro libro da consultare e sperando che Madama Pince non sbucasse dal nulla e toglierle di mano anche quello.
La sezione di pozioni era in fondo alla biblioteca, molto lontano dalla porta principale e anche dalla bibliotecaria che Hermione vide camminare verso la reception.

La ragazza aprì la porta a vetri e si infilò nel primo corridoio interamente scaffalato e si diresse infondo, svoltando a destra e percorrendo il lungo corridoio fino alla fine della sezione.
Poggiò due dita sul primo dorso di un libro intitolato: scomposizione chimica di una pozione.
Poi continuò, leggendo i titoli che seguirono:

Pozioni curative.
Pozioni comparate alla chimica babbana.
Veleni e antidoti.

Hermione sfilò dal ripiano proprio quel particolare tomo. Sentì un leggero fruscio dietro di lei; stava per voltarsi terrorizzata pensando fosse Madama Pince, invece nella penombra della sezione e nel silenzio rotto solo dal ticchettare della pioggia sulle grandi vetrate, Hermione si trovò schiacciata contro il ripiano della libreria, senza possibilità di muoversi. Solo il suo profumo travolgente fece in modo che lei buttasse fuori l'aria dai polmoni, calmandosi istantaneamente.

«Perché devi essere così maledettamente silenzioso e.. teatrale?» sussurrò lei voltando di poco la testa per guardarlo.
Severus scivolò su di lei ancora, schiacciando il suo corpo contro gli scaffali.
Lui non rispose. Prese i suoi capelli, invece, spostandoli di lato. La bocca si insinuò nell'incavo del collo e mordicchiò lentamente.
Hermione socchiuse la labbra, abbandonò la presa dal libro e reclinò la testa di lato.

Merlino e Morgana...

Sospirò non appena la mano di lui si insinuò sotto la sua gonna e ancora, sotto l'elastico delle calze.
Spalancò gli occhi quando percepì di nuovo il leggero tintinnare delle famose palline e le dita lunghe di Severus che ne spingevano prima una e poi l'altra dentro di lei.
Le spinse molto profondamente.
Hermione trattenne a stento un gemito. La mano di Severus volò sulla sua bocca, premendo il palmo con decisione ma senza farle male.
«Ssh.. vuoi che ti sentano, signorina Granger?» sibilò seducente nel suo orecchio, sfilando piano le dita da dentro di lei. Dita che scivolarono sulle sue pieghe, sul suo clitoride e bagnate dei suoi umori si insinuarono sotto al suo maglioncino.

«Hai lezione con me alle ultime due ore. Penso che questo ti aiuterà ad essere sufficientemente pronta.» Hermione sentì la presa di Snape scomparire dalla sua bocca e persino il peso del suo corpo sembrò volatilizzarsi come se lui fino a quel momento non fosse stato lì.
Hermione lo vide appena in tempo girare l'angolo, il suo mantello svolazzare dietro di lui.
Rimase immobile, con le palline che si muovevano lentamente, sfregando contro le pareti della sua vagina.

Si morse forte un labbro, aggrappandosi al ripiano.
Avrebbe dovuto tenere dentro di lei quelle cose fino alle diciassette ed erano solo le undici del mattino.
La lezione della McGranitt che precedeva quella di difesa con Snape, sarebbe stata difficile da seguire e soprattutto temeva sarebbe stata molto lunga.

Un altro capitolo della medesima storia (Snamione story)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora