Medesimi luoghi

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Hermione aveva raccontato tutto a Harry e lui pazientemente aveva ascoltato, in parte incredulo di sentire dalla sua amica caratteristiche di Snape che non avrebbe mai pensato potessero esistere in un uomo come lui.
«A questo punto il passo per andarci a letto sarà breve, Herm.» Sussurrò Harry prendendo vagamente appunti sulla lezione di storia della magia che stavano seguendo.
«Non saprei sinceramente. Credo che per lui questo potrebbe andare anche oltre a tutto ciò che abbiamo fatto ora.» Hermione rimase in silenzio per un attimo; «credo che persino un semplice bacio da lui, potrebbe essere anche più difficile da avere rispetto alla condivisione del letto.»
Harry scrollò le spalle.

«Sei sicura, Herm? Non vorrei essere di parte, perché io e Snape non abbiamo un rapporto idilliaco, ma da quello che mi hai raccontato mi dà la vaga impressione che lui non sia mai stato voluto.. voglio dire,» Harry si accostò maggiormente a lei «potresti illuderlo con i tuoi atteggiamenti e i tuoi desideri. Potreste arrivare a qualcosa che per lui magari va oltre alla semplice attrazione. Mi dà l'idea di una persona che in amore ha sofferto molto e non solo.. e che Merlino mi abbia in gloria dopo aver detto una cosa simile!»

Hermione rimase a guardare Harry fin quando il suo volto non divenne un ammasso informe.
Non si era mai soffermata sulla possibilità che Severus potesse aver avuto una situazione sentimentale molto dolorosa. Una vita difficile era chiaro dal suo carattere, ma in amore era un altro paio di maniche.
Lo conosceva da così tanti anni eppure di lui non sapeva niente. E quel poco che sapeva, non le dava neanche adito a pensieri più articolati al riguardo.
Severus Snape non si sarebbe mai esposto con lei, riguardo a qualcosa di estremamente personale.
Ricordava ancora il giorno in cui chiese a Severus di Remus e del loro rapporto.

Hermione ebbe improvvisamente una brillante idea. La campanella era appena suonata. Raccattò le sue cose e lasciando Harry in piedi dietro al suo banco, uscì di corsa dall'aula di storia della magia.
Probabilmente l'unica persona in tutta la scuola che conosceva perfettamente Severus Snape, era Albus Silente.

Dubitava fortemente che il preside intavolasse una discussione con lei riguardo il passato di Snape, ma era l'unico che per quanto ne sapeva, aveva sempre una risposta da dare a chiunque.
Il problema era che se Severus lo avesse scoperto, lei poteva anche dirgli addio. Snape era estremamente riservato e chiedere informazioni su di lui, era sicura lo avrebbe reputato un tradimento non di poco.
Immaginava già la sua ira.
Ma poi perché interessarsi a lui oltre a tutto questo? Forse perché Hermione si stava effettivamente affezionando a lui.

Non voleva ferirlo in alcun modo e chiedere a Silente, ora che ci pensava, rischiava davvero di rovinare tutto.
Lei non voleva perdere Snape.
Il problema era che non sapeva in che modo andare oltre a tutto quello che lui era e che probabilmente nascondeva.
Harry le aveva accennato vagamente di aver visto dai ricordi di Severus un infanzia turbolenta, ma non era mai sceso nei particolari.

Hermione si fermò in mezzo al corridoio, ora assolutamente sicura che andare a chiedere in giro di lui non sarebbe stata una mossa saggia.
Soprattutto chiedere al preside. E se si fosse insospettito? Era indubbio che Silente sapesse che la sera precedente Severus non era solo. Ogni qualvolta una persona entrava negli appartamenti di Severus, il preside lo sapeva.
E considerate le ultime interazioni, da quando lei e il professore avevano iniziato il gioco dell'indifferenza, era certa che non fosse così difficile capire chi era ad entrare nelle stanze di Severus.
Silente lo sapeva.

«Signorina Granger.» Hermione si riscosse dai suoi pensieri.
Era in mezzo al corridoio vuoto del settimo piano; immobile e con lo sguardo fisso sul pavimento.
Sussultò. Doveva sembrare strano vederla fuori dal mondo, dall'esterno.
Hermione incontrò gli occhi di Snape.
«Ehm..» si guardò attorno «salve.»
Si schiarì la gola.
«Che stai facendo?» Era in evidente stato di allerta. Gli occhi si muovevano da una parte all'altra lentamente, come a volersi accertare che non ci fossero piani in atto da parte del famoso Golden trio.
«Stavo riflettendo.» Hermione era imbarazzata.
Doveva davvero essere sembrato strano il suo comportamento.

Severus sollevò un sopracciglio.
Hermione sapeva bene che quel gesto voleva significare che lui non credeva a una sola parola di quello che stava dicendo. Gli sarebbe bastato usare legilimanzia su di lei e avrebbe scoperto tutto.
Non era sicura, ma comunque poteva affermare che lui avesse spesso utilizzato quella pratica sui suoi studenti per scovare le bugie o piani in atto.
«Stavo andando da una parte, ma ho cambiato idea. Mentre camminavo ho pensato che non fosse il caso di andare dove stavo andando e mi sono fermata. Evidentemente sono rimasta qui, continuando a pensare sul da farsi.» Si schiarì la gola.

«Dove dovevi andare?» Hermione sorrise nervosamente.
Arricciò le labbra, guardandosi attorno e cercando un riferimento.
Poi pensò che iniziare con il piede sbagliato e mentire anche sulle piccole cose, non sarebbe servito per accaparrarsi la fiducia dell'uomo che le stava davanti.
«Da Silente.» Buttò fuori «Può non chiedermi il perché? Potrei davvero dirle la verità.»
«Se mi dicessi la verità quale sarebbe il problema?»
«Che..» Hermione scosse il capo «ti arrabbieresti con me.» Sussurrò.

Snape la fissò lungamente.
«Torna a lezione signorina Granger.» Le passò affianco, senza chiedere altro.
Hermione buttò fuori l'aria che aveva sentito quasi bruciarle nei polmoni.
Severus non le aveva chiesto niente, nonostante sapesse che forse lo avrebbe fatto una volta che sarebbero rimasti soli.
«Ah, signorina Granger?» Hermione si voltò. Severus era girato di tre quarti verso di lei.
«Sí?»
«Alle diciotto.» Hermione aggrottò la fronte, guardando Severus sparire dietro a un corridoio.
Poi comprese perfettamente e sorrise estasiata.

Guardò il suo orologio da polso.
Non vedeva l'ora.

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